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Trentini, cooperante italiano arrestato in Venezuela: Meloni rassicura la madre, “lo riporteremo a casa”

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«Il governo è al lavoro per riportare Alberto a casa». Con queste parole, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha risposto ad Armanda Colusso, madre di Alberto Trentini, il cooperante veneziano arrestato in Venezuela lo scorso 15 novembre mentre svolgeva la sua missione umanitaria a Guasdualito per conto dell’organizzazione Humanity & Inclusion.

Un contatto tanto atteso dalla famiglia, che da quattro mesi vive nell’angoscia e nella totale assenza di comunicazioni con Alberto, detenuto senza accuse formalizzate e senza aver mai ricevuto una visita consolare.

Trentini in carcere a Caracas, isolato da novembre

Trentini, 45 anni, laureato a Ca’ Foscari con due master in Gran Bretagna, lavora da oltre un decennio nella cooperazione internazionale. Era arrivato in Venezuela per la prima volta a metà ottobre, e il 15 novembre è stato fermato a un posto di blocco nella zona di Guasdualito, nello stato di Apure, area al confine con la Colombia nota per traffici illeciti e presenza di gruppi armati. Dopo l’arresto, il trasferimento nel carcere di El Rodeo, a 30 chilometri da Caracas. L’accusa formale non è ancora stata presentata, ma si ipotizza un’incriminazione per terrorismo e cospirazione, come per altri cooperanti internazionali nella stessa regione.

La mobilitazione cresce: sciopero della fame e corteo a Venezia

Dopo due lettere inviate dalla madre al governo, finalmente è arrivata la telefonata della premier: «La premier Meloni ha assicurato l’impegno del nostro governo per riportare finalmente a casa Alberto», conferma la famiglia dal Lido di Venezia, assistita dall’avvocata Alessandra Ballerini, già legale dei genitori di Giulio Regeni. «Dal giorno della sua cattura non ha potuto comunicare con la famiglia né ricevere visite consolari. Questa attesa logora Alberto e chi lo ama», ha dichiarato la madre.

Intanto si allarga il fronte della mobilitazione: 1.700 adesioni allo sciopero della fame a staffetta e quasi 100 mila firme alla petizione online. Domenica alle 10.30 a Venezia si svolgerà un corteo acqueo sul Canal Grande per chiedere con forza: «Riportate Alberto a casa».

La politica si muove: appelli da Avs e Pd

«Aspettavamo da tempo che la presidente Meloni rassicurasse la signora Colusso. Ora il governo riporti Alberto a casa», ha commentato Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera. Laura Boldrini (Pd) ha ricordato che Trentini è l’unico cittadino italiano arrestato in Venezuela senza doppia cittadinanza, a differenza di altri sei detenuti considerati oppositori del regime di Nicolás Maduro.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a fine gennaio, aveva dichiarato: «Siamo impegnati per Alberto Trentini come lo siamo stati per Cecilia Sala», ma il tempo stringe e la famiglia chiede fatti concreti.

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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Esteri

‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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