«Scommettevo anche sulle partite della mia squadra e in alcuni casi in partite nelle quali stavo giocando, ma non me le sono mai vendute». Con queste parole Sandro Tonali, oggi al Newcastle, ha raccontato agli inquirenti il vortice di scommesse illegali in cui è finito tra il 2021 e il 2023. Un meccanismo che condivide con Nicolò Fagioli, ex Juventus e oggi alla Fiorentina, anch’egli coinvolto nel sistema. I due hanno spiegato di aver scommesso quasi ogni giorno, accumulando debiti fino a 500.000 euro, saldati in contanti o attraverso un sistema creato con la gioielleria Elysium Group srl di Milano.
Il sistema Elysium: finti acquisti per coprire i debiti di gioco
Il sistema prevedeva che i calciatori facessero bonifici alla gioielleria simulando l’acquisto di orologi di lusso, che nella maggior parte dei casi non ritiravano mai. «Si pagava il doppio del valore di un orologio o si versava l’importo del debito senza ricevere nulla», ha spiegato Tonali. Fagioli, secondo gli atti, ha versato oltre 693.000 euro, continuando a pagare anche dopo il sequestro del suo cellulare.
Il reclutamento di altri calciatori in cambio di bonus
Fagioli avrebbe agito anche da “reclutatore” per conto degli organizzatori. In cambio, riceveva ricariche gratuite o sconti sul debito. Lo dimostrano le chat con Tommaso De Giacomo, uno dei presunti capi del sistema: «Bravo, catturalo… ti faccio il regalo», scriveva riferendosi all’ex romanista Nicolò Zaniolo, che Fagioli aveva coinvolto. Lo stesso avveniva con Raoul Bellanova e Weston McKennie, entrambi convinti a usare le piattaforme illecite.
Pagamenti mascherati e prestiti tra calciatori
Oltre ai bonifici alla gioielleria, i debiti venivano saldati anche tramite contanti, ricariche Postepay, conti Revolut o con aiuti da altri calciatori. Il difensore juventino Federico Gatti, non indagato, avrebbe prestato 40.000 euro a Fagioli. Anche Dusan Vlahovic, totalmente estraneo all’indagine, risulta aver comprato due orologi da 100.000 euro nella stessa gioielleria, forse per aiutare un compagno o semplicemente come acquirente reale.
La macchina delle scommesse: debolezze, anonimato e debiti crescenti
Il fascino del gioco, unito a piattaforme senza limiti e con accesso anonimo, ha trascinato i giovani calciatori in una spirale di dipendenza. «Scommettevo tutti i giorni», ha ammesso Fagioli. Gli inquirenti parlano di una rete consolidata e strutturata, in grado di sfruttare la fragilità e l’ingenuità di giovani professionisti con grandi disponibilità economiche. Gli organizzatori avrebbero agito con sistematicità, distribuendo compensi in crediti di gioco a chi portava nuovi “clienti”.
L’inchiesta è ancora in corso. I magistrati milanesi hanno chiesto gli arresti domiciliari per cinque organizzatori, mentre nuovi interrogatori sono attesi nei prossimi giorni.