Collegati con noi

Ambiente

Taglio emissioni, Parlamento Ue punta a 60% nel 2030

Pubblicato

del

L’Europarlamento vuole negoziare con i governi Ue un obiettivo di riduzione delle emissioni al 2030 andando oltre il 55% proposto dalla Commissione a meta’ settembre. La plenaria ha approvato con uno scarto di appena ventisei voti un emendamento alla legge per il clima, che prevede un taglio delle emissioni al 2030 del 60% lordo (rispetto al 1990), cioe’ da raggiungere con il solo sforzo di riduzione e senza contare l’assorbimento di CO2. Per raggiungere la neutralita’ climatica al 2050, la Commissione europea ha proposto di aumentarlo dall’attuale 40 al 55% netto, tenuto cioe’ conto dell’assorbimento della CO2. La maggioranza che sostiene la presidente della Commissione Ursula von der Leyen si e’ spaccata, con il Ppe che ha votato contro, inclusa Forza Italia ma anche Lega e Fratelli d’Italia. Favorevoli Pd e M5S, che hanno fatto fronte insieme a Renew Europe, Verdi e Gue. Il coordinatore del Ppe per l’ambiente Peter Liese, ha poi gia’ dettato la linea dell’astensione sul pacchetto complessivo che prevede anche altri emendamenti pro-clima. Il 60% e’ “eccessivo”, spiega Liese e “mette in pericolo posti di lavoro”, ma il sostegno all’obiettivo di neutralita’ climatica al 2050 resta, perche’ avere una legge per il clima e’ troppo importante. Ci pensera’ il Consiglio, dice Liese, a rimettere a posto le cose “tornando alla proposta della Commissione europea”. I leader Ue dovrebbero avere una prima discussione sul tema la prossima settimana, il 15 e 16 ottobre.

Parlamento Europeo

Pascal Canfin, presidente della Commissione ambiente e padre dell’emendamento sul 60%, vuole evitare a tutti i costi che la discussione diventi ostaggio del parere unanime dei leader, necessario per approvare le Conclusioni nel Consiglio europeo. Vuole cominciare subito il negoziato con il Consiglio dei ministri dell’ambiente. “Angela Merkel – spiega – dovrebbe verificare l’esistenza di una maggioranza qualificata tra i Paesi membri per un taglio delle emissioni di almeno il 55%” quindi “affidare il negoziato al suo ministro dell’ambiente”. Dopo, secondo l’ex ministro francese, dovrebbe proporre una decisione definitiva ai leader Ue nella riunione del 10 e 11 dicembre. “Macron appoggia questa soluzione”, assicura Canfin, che si spinge gia’ a individuare l’area di possibile compromesso in “un taglio delle emissioni del 55% lordo”. “Potremmo avere un nuovo target per il clima al 2030 l’11 dicembre, un giorno prima del quinto anniversario dell’Accordo di Parigi”, e’ il suo auspicio. Intanto il mondo ambientalista, che chiede di ridurre le emissioni del 65% in 10 anni, si mobilita in vista della prossima settimana. “La maggior parte dei governi nazionali e la Commissione giocano al ribasso – attacca in una nota Sebastian Mang di Greenpeace Europa – milioni di cittadini continueranno a sfidarli, chiedendo di fare cio’ che la scienza richiede per proteggere il loro futuro”. Centottanta organizzazioni aderenti al Climate Action Network hanno gia’ scritto ai primi ministri dei Paesi contrari al 55% (Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Polonia, Romania e Bulgaria) e nei prossimi giorni sara’ il turno di enti locali e imprese.

Advertisement
Continua a leggere

Ambiente

Qualità dell’aria in Italia, allarme inquinamento: superati i limiti UE e OMS già nel primo trimestre 2025

Pubblicato

del

I dati raccolti nei primi tre mesi del 2025 confermano una situazione drammatica per la qualità dell’aria nelle città italiane. Secondo l’Osservatorio Mobilità Urbana Sostenibile, promosso da Clean Cities Campaign e Kyoto Club, in molti capoluoghi i livelli di PM2,5 (polveri sottili) e biossido di azoto (NO₂) hanno superato abbondantemente i limitifissati dalla Direttiva europea e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

In alcune zone urbane, come Torino Rebaudengo, non si è registrato neanche un giorno sotto i limiti dall’inizio dell’anno, evidenziando un’emergenza ormai strutturale.

Le città più colpite: Padova, Milano, Napoli, Torino e Palermo

Per quanto riguarda il PM2,5, i superamenti dei limiti sono stati registrati già nel primo trimestre nelle città di Padova, Milano, Brescia, Torino, Vicenza, Modena, Bergamo, Parma, Terni, Trento e Bologna.
La maglia nera per il biossido di azoto (NO₂) va invece a Palermo, Napoli, Messina, Genova, Torino, Catania, Milano, Vicenza, Venezia e Trento.

L’inquinamento come emergenza sanitaria

«L’inquinamento atmosferico è una vera emergenza sanitaria», afferma Roberto Romizi, presidente dell’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (ISDE Italia). «Le evidenze scientifiche dimostrano l’aumento di malattie respiratorie, cardiovascolari, neurodegenerative, problemi riproduttivi e disturbi dello sviluppo nei bambini. Non possiamo più permetterci esitazioni. Servono politiche urgenti e coraggiose, in linea con le indicazioni dell’OMS».

Le richieste di Kyoto Club: mobilità sostenibile e transizione energetica

Per Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club, è essenziale «procedere rapidamente verso la decarbonizzazione, investendo in efficienza energetica, fonti rinnovabili e soprattutto mobilità sostenibile».
Una critica netta viene rivolta al Governo per la Legge di Bilancio 2025, che avrebbe dirottato risorse verso il Ponte di Messina, sottraendole a trasporto pubblico locale e mobilità attiva: «Così si aggrava l’emergenza climatica e sanitaria».

I numeri che preoccupano l’Europa

Secondo l’OMS, oltre 7 milioni di persone muoiono ogni anno nel mondo a causa dell’inquinamento atmosferico. L’Agenzia Europea dell’Ambiente stima decine di migliaia di morti premature ogni anno solo in Italia per esposizione a inquinanti.

Continua a leggere

Ambiente

Istituito dal ministro Gilberto Pichetto il 25/o Parco nazionale, è quello del Matese

Pubblicato

del

Nasce il 25/o parco nazionale italiano, è quello del Matese, area protetta tra Campania e Molise per 87.897,7 ettari. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha firmato il decreto che individua “la perimetrazione, la zonizzazione e le misure di salvaguardia del Parco Nazionale del Matese”. Lo rende noto un comunicato del Mase. Il provvedimento, in ottemperanza alla pronuncia del Tar del Lazio dell’ottobre 2024, spiega la nota, “è il frutto del lavoro e della concertazione che ha coinvolto, oltre il Mase, l’Ispra e numerosi enti territoriali interessati: 52 amministrazioni comunali, quattro province e due Regioni. Viene così ampliato il vecchio Parco Regionale, entrato in funzione solamente nel 2002, a causa della mancata approvazione delle norme attuative della legge regionale, e che si estendeva su una superficie di oltre 33mila ettari”.
“La firma di oggi, nella Giornata della Terra – ha dichiarato il ministro Gilberto Pichetto – afferma in concreto il valore della biodiversità del nostro Paese: il Matese è uno scrigno di natura e cultura, che entra formalmente nella lista dei Parchi nazionali, aprendosi a una visione di sviluppo nuova che vogliamo costruire con la forte condivisione di istituzioni e comunità locali”. “Da oggi il territorio acquisirà – ha aggiunto il sottosegretario Claudio Barbaro a cui il Mase ha attribuito la delega alle aree protette – una visibilità nazionale e il trasferimento di notevoli risorse, al fine di rendere il Parco anche un’occasione, tra le altre cose, di rilancio turistico.
Il Mase, con il nuovo Governo, ha costituito l’Area marina protetta di Capospartivento, il Parco Ambientale di Orbetello e adesso il Parco Nazionale del Matese, a dimostrazione che esiste una strategia e una visione precisa sullo sviluppo delle aree da tutelare, pur nel convincimento che fra l’uomo e il territorio occorra consolidare un equilibrio che sappia preservare sia la natura che lo sviluppo” ha rilevato Barbaro. L’ultimo Parco nazionale istituito in Italia è stato quello dell’Isola di Pantelleria, nel 2016.

Continua a leggere

Ambiente

Efficienza energetica e valore degli immobili: in Italia cresce la consapevolezza, ma resta indietro il 75% del patrimonio edilizio

Ristrutturare conviene: +43% di valore per gli immobili efficienti. Risparmi per le famiglie fino a 19 miliardi l’anno.

Pubblicato

del

In Italia, tre edifici su quattro restano in classi energetiche basse, nonostante il miglioramento registrato tra il 2018 e il 2023, con un aumento degli immobili in classe A dal 8% al 15%. Lo rivela l’ultima analisi della Community Smart Building di Teha Group, che mette in luce le gravi conseguenze in termini economici, ambientali e sociali legate al ritardo del Paese nell’efficientamento del parco immobiliare.

Gli immobili efficienti conquistano il mercato

Il mercato immobiliare premia sempre di più l’efficienza energetica. Le compravendite di edifici nuovi in classe A o B sono passate dal 49% al 70% in dieci anni, mentre quelle di immobili ristrutturati ad alta efficienza sono salite dal 7% al 38%. Di conseguenza, anche il valore medio di mercato cresce:

  • 2.316 euro/m² per edifici ristrutturati

  • 1.615 euro/m² per edifici abitabili

  • 1.290 euro/m² per edifici da ristrutturare

Un divario che evidenzia la valorizzazione degli immobili smart e sostenibili, capaci di coniugare risparmio energetico e riduzione dell’impatto ambientale.

Povertà energetica: 5,3 milioni di italiani in difficoltà

Nonostante gli sforzi, l’Italia resta tra i Paesi UE più colpiti dalla povertà energetica, con l’8,8% delle famiglie che non riesce a riscaldare adeguatamente la propria abitazione. Un dato preoccupante, legato all’elevata percentuale di edifici inefficienti e ai costi energetici crescenti, aggravati da redditi insufficienti.

L’efficienza come opportunità economica

Secondo l’analisi del Teha Group, l’efficientamento energetico degli edifici può ridurre i consumi energetici fino al 29% e quelli idrici fino al 5%, generando un risparmio netto stimato tra i 17 e i 19 miliardi di euro annui per famiglie e sistema economico.

Benedetta Brioschi, responsabile della Community Smart Building, sottolinea:
“Il rinnovamento green e smart degli edifici è una necessità, ma anche una grande opportunità. Il Real Estate si sta già muovendo, ma servono ulteriori investimenti pubblici e privati per accelerare il cambiamento”.

Serve un’azione condivisa tra istituzioni, imprese e cittadini

Il report invita a superare il modello del solo pensiero (“think tank”) e diventare un “act tank”, in grado di influenzare concretamente le scelte dei policy maker. La collaborazione tra governo, aziende e cittadini è essenziale per trasformare il patrimonio immobiliare italiano in una leva di sostenibilità e benessere diffuso.

(La foto in evidenza è stata realizzata con sistemi di intelligenza artificiale)

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto