“Non vi deluderò”, promette la progressista Claudia Sheinbaum al Messico, prima presidente donna ad essere eletta in uno dei Paesi più machisti al mondo. E’ abbondantemente passata la mezzanotte quando le stime ufficiali del conteggio veloce confermano la svolta epocale annunciata dagli exit poll, e ancor prima dai sondaggi della vigilia. Raggiante, sul palco preparato nello Zocalo, la principale piazza della capitale (la città che ha amministrato da sindaca), Sheinbaum leva le braccia al cielo dedicando la sua vittoria alle messicane.
“Non sono qui da sola. Siamo arrivate tutte – esulta la scienziata prestata alla politica -. Con le nostre eroine che ci hanno regalato la nostra patria, con le nostre antenate, le nostre madri, le nostre figlie e le nostre nipoti”. Non è solo una vittoria elettorale, per il Messico è il momento della riscossa rosa. Ed è soprattutto a loro, alle donne che hanno pianto per i figli scomparsi, per gli stupri, per i femminicidi, per lo sfruttamento economico, che il capo di Stato eletto giura che “il nostro governo sarà onesto, senza influenze, senza corruzione, né impunità” e “combatterà ogni discriminazione”. Poi, guardando davanti a sé, verso il domani, Sheinbaum promette ancora: “Sarò una trasformatrice”.
“Con questo voto – evidenzia l’erede dell’attuale presidente Andres Manuel Lopez Obrador (nella foto sotto)– abbiamo dimostrato di essere un popolo democratico”. Poche parole per dire che nonostante la spirale di violenza delle ultime settimane, con decine di candidati alle amministrazioni locali freddati dai sicari dei narcos (molti della sua stessa formazione, Morena), il popolo non si è lasciato intimidire, scegliendo di proseguire sulla strada del cambiamento. A testimoniare la valanga Sheinbaum è lo schiacciante vantaggio di oltre 30 punti percentuali sulla rivale, la senatrice Xóchitl Gálvez. Un trionfo al di sopra delle aspettative, rafforzato dalla maggioranza qualificata di Morena al Congresso. Un esito che garantisce la continuità della sinistra alla guida della seconda economia dell’America Latina per altri sei anni.
Un risultato che ha colpito il mondo intero, con una pioggia di rallegramenti da Biden a Putin, da von Der Leyen a Sanchez, mentre la famiglia sudamericana dei progressisti festeggia. Sheinbaum, che tra pochi giorni avrà 62 anni, si insedierà il primo ottobre, raccogliendo l’eredita dell’attuale presidente, il cui consenso si aggira intorno al 66% soprattutto grazie al suo carisma e alla sua strategia di governo, basata su aiuti diretti milionari alle persone in difficoltà, ai giovani, agli anziani e ai disabili. Nei suoi comizi l’accademica, che ha beneficiato anche della vasta rete del partito Morena, non ha mancato di ripetere che manterrà la linea tracciata dal suo predecessore, battendosi per i più umili.
Un messaggio semplice e forte che ha fatto breccia tra le vaste basi elettorali che negli ultimi sei anni hanno sostenuto Amlo. Attivista studentesca combattiva, studiosa pluripremiata e con una provata esperienza per affrontare grandi crisi — dal crollo della linea 12 della metropolitana che causò più di 20 morti mentre era sindaca della capitale alla pandemia in una delle metropoli più popolate del pianeta — Sheinbaum ha dimostrato solidità.
Sostenitori e critici ne riconoscono l’intelligenza e sottolineano una traiettoria coerente nella difesa degli ideali di sinistra. Ma a giocare a suo favore è stato anche il discredito che i partiti tradizionali (il Pri di centrosinistra, il Pan di destra e il Prd di sinistra) hanno cercato di gettarle addosso: un boomerang che ha minato l’avversaria.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato a Roma per partecipare ai funerali di Papa Francesco. Lo ha confermato il suo portavoce, Sergei Nykyforov, spiegando che anche la First Lady Olena Zelenska prenderà parte alla cerimonia funebre.
Incertezza fino all’ultimo sulla presenza
Fino a poche ore prima dell’annuncio, Zelensky aveva espresso dubbi sulla possibilità di raggiungere la capitale italiana, affermando di non essere certo di “avere il tempo” per partecipare all’evento e per rivedere il presidente americano Donald Trump, anch’egli atteso ai funerali. Alla fine, il presidente ucraino ha scelto di essere presente per rendere omaggio a Papa Francesco.
Un momento solenne di rilievo internazionale
La partecipazione di Zelensky e della First Lady alla cerimonia sottolinea l’importanza del momento, che vede la presenza di numerosi capi di Stato e di governo provenienti da tutto il mondo.
Il consenso di Donald Trump crolla al 42%, secondo un sondaggio New York Times-Siena college condotto tra il 21 e il 24 aprile su 913 elettori registrati: il 42% approva il suo operato, mentre il 54% lo disapprova (il 5% non sa o non risponde). E solo il 36% pensa che gli Usa siano nella giusta direzione, il 53% crede il contrario (l’11% non sa o non risponde). Quanto al suo secondo mandato, il 66% del campione lo definisce caotico, il 59% preoccupante e solo il 42% eccitante.
“Appena atterrato a Roma. Una buona giornata di colloqui e incontri con Russia e Ucraina. Sono molto vicini a un accordo e le due parti dovrebbero ora incontrarsi, ad altissimo livello, per ‘concluderlo’. La maggior parte dei punti principali è stata concordata. Fermate lo spargimento di sangue, ora. Saremo ovunque sia necessario per contribuire a porre fine a questa guerra crudele e insensata!”: lo scrive Donald Trump su Truth dopo essere arrivato a Roma per i funerali del Papa.