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Stupro di gruppo, Grillo e gli amici indagati: con Silvia eravamo noi in imbarazzo

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Le foto oltraggiose “sono state un brutto scherzo, una cosa da non rifare”. E sulla ragazza che li accusa di stupro dicono “eravamo noi in imbarazzo, era consenziente”. Cosi’ negli interrogatori del 9 aprile 2021 davanti ai magistrati Ciro Grillo e i suoi 3 amici, Vittorio Lauria, Francesco Corsiglia e Edoardo Capitta, parlano dei pesanti reati che la Procura gli contesta. Sono tutti indagati per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa italo-norvegese, che sarebbe avvenuta nel 2019 a Porto Cervo e per loro la Procura di Tempio Pausania (procuratore Gregorio Capasso, sostituto Laura Bassani) ha chiesto il rinvio a giudizio. “I rapporti di gruppo con Silvia? Eravamo noi in imbarazzo…e per quanto riguarda le foto scattate a Roberta (altro nome di fantasia, l’amica che era con italo norvegese, ndr), e’ stato uno scherzo di pessimo gusto, non un abuso sessuale”, hanno detto ai magistrati. Nell’interrogatorio del 9 aprile Ciro Grillo spiega: “Silvia si trovava perfettamente a suo agio, era consapevole di tutto cio’ che si faceva, non e’ stata forzata ne’ a bere ne’ quando ci sono stati gli incontri…Quanto al rapporto con noi (ovvero Grillo , Capitta e Lauria) non era stato certo da noi programmato in quel modo, anche perche’ eravamo tutti diciottenni e addirittura uno non aveva mai avuto rapporti ci siamo trovati nella situazione anche con un po’ di imbarazzo e non ci sono state forzature”. Lauria, scrivono gli inquirenti “esibisce una foto estratta dal telefono di Edoardo Capitta dove si vedono di spalle Silvia e di lato Francesco Corsiglia, posizionato sul sedile anteriore destro (nell’auto usata per andare a comprare le sigarette tra un rapporto e l’altro, ndr) mostra le foto a testimonianza del clima amichevole e scherzoso del momento”. Corsiglia, cui e’ contestato d’aver stuprato la ragazza da solo in camera e poi sotto la doccia, dice: . Capitta ha rimarcato infine come Silvia avesse bevuto Vodka . Insomma ricostruiscono una serata ben diversa dall’incubo descritto dalla vittima “presa per i capelli e costretta a bere” e, stando alle sue precise accuse, abusata a piu’ riprese dal gruppo. I quattro fanno invece ammenda per la foto oltraggiosa che ritrae l’altra ragazza mentre dormiva: . La data per l’udienza preliminare e’ stata fissata il 25 giugno e nelle difese si fa sempre piu’ convinta la possibilita’ di chiedere il rito abbreviato per ottenere lo sconto di un terzo della pena che eviterebbe loro il carcere in caso di condanna. Sta emergendo anche la possibilita’ di offrire un risarcimento alla seconda ragazza, quella delle foto oscene, un fatto che non viene contestato a Corsiglia perche’, come testimoniato da tutti dormiva in un’altra stanza. Ciro Grillo su questo episodio, nei giorni scorsi ha reso dichiarazioni spontanee, dicendo che mentre venivano scattate quelle foto lui gia’ dormiva, ma Lauria e Capitta dicono cose diverse.

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Commando armato tra i vicoli dei Quartieri: volevano uccidere

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Armi in pugno, volti coperti, in quattro hanno fatto irruzione nell’androne di Foqus, la Fondazione Quartieri Spagnoli, in via Portacarrese a Montecalvario. Erano circa le mezzanotte di domenica scorsa e i componenti del commando erano convinti che lì dentro si nascondesse l’uomo che stavano inseguendo per uccidere, come vendetta per un precedente agguato, avvenuto due settimane prima in via Nardones. Non trovandolo, sono fuggiti via. Attimi di terrore per il custode, che ha denunciato tutto.

Il contesto: vendetta e criminalità

Secondo le indagini della Squadra Mobile diretta da Giovanni Leuci, quella incursione armata è stata la risposta a un episodio camorristico. Un agguato, avvenuto a tarda notte tra i vicoli del centro, documentato grazie alla testimonianza di uno studente. L’inchiesta è condotta dalla DDA con il coordinamento del procuratore aggiunto Sergio Amato. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza confermano la dinamica e il livello di pericolosità dei quattro incappucciati, armati di pistole e fucili.

L’emergenza criminale e il caso minorenni

L’attacco a Foqus arriva in un momento già delicato per Napoli, dove si sta alzando l’allarme sulla presenza di armi tra i giovanissimi. Solo pochi giorni fa due ragazzini di 14 e 15 anni sono stati pugnalati da coetanei nei pressi di piazza Dante, per futili motivi. Ieri, il prefetto Michele di Bari e l’assessore alla legalità Antonio De Iesu si sono recati nella zona degli accoltellamenti per incontrare commercianti e cittadini e ribadire l’importanza dell’impegno collettivo contro la devianza giovanile.

La missione di Foqus e la voce di Rachele Furfaro

“Domenica notte il nostro portone era aperto”, spiega Rachele Furfaro, fondatrice e presidente di Foqus. “Da quando siamo nati, nel 2013, abbiamo cercato di vivere la realtà dei Quartieri come una grande piazza, aperta alla contaminazione culturale e al contrasto della povertà educativa”. Non a caso, proprio ieri, la struttura ha ospitato un incontro con 750 studenti provenienti da tutta Italia, in collaborazione con la Robert Francis Kennedy Foundation e l’Università Orientale.

Diritti, scuola e coraggio nei Quartieri

“Serve più coraggio anche da parte delle scuole per stare in questi territori e mettere in campo interventi di qualità. Bisogna affermare il diritto alla formazione, alla lettura, al gioco”, insiste la presidente Furfaro. Un messaggio ancora più forte alla luce dell’ennesimo episodio di violenza giovanile che ha scosso Napoli lo scorso week end.

Il lavoro di Foqus non si ferma. La comunità reagisce, nonostante tutto.

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Videochiamata al concerto dal carcere, indagato Baby Gang

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La Procura di Catania ha indagato il rapper Zaccaria Mouhib, 24 anni, in arte Baby Gang, per concorso per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti, aggravato dall’avere favorito la mafia, e per avere violato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale, che gli impediva di essere presente nel capoluogo etneo. Agenti della squadra mobile della Questura di Lecco, in raccordo con quelli di Catania, hanno eseguito a Calolziocorte (Lecco) un decreto di perquisizione e hanno sequestrato lo smartphone dell’artista che nei prossimi giorni verrà sottoposto ad accertamenti forensi.

All’indagato la polizia ha anche notificato un foglio di via obbligatorio emesso dal Questore di Catania che vieta a Baby Gang di potere dimorare nel capoluogo etneo per quattro anni. Iniziativa che farà saltare il suo concerto previsto per l’8 agosto prossimo alla Villa Bellini. Al centro dell’inchiesta della Procura di Catania la sua partecipazione, lo scorso 1 maggio, sul palco della Plaia, all’One day music festival, dove, prima di esibirsi con la canzone ‘Italiano’, scritta con Niko Pandetta, fa vedere un video sul suo smartphone in cui sembra assistere a una videochiamata con il nipote dello storico capomafia Turi Cappello. Il trapper però è in un carcere in Calabria, detenuto dal ottobre del 2024 per spaccio di sostanze stupefacenti.

“È mio fratello, un c… di casino per Niko Pandetta”, ha incitato il pubblico dal palco l’artista mostrando il telefonino in cui si è visto il volto di Pandetta. Il gesto è stato ripreso da molti dei presenti che hanno poi postato i video sui social, diventati virali. Non è ancora chiaro se la videochiamata fosse in diretta o registrata, o fosse un antico video memorizzato. Per chiarire cosa fosse realmente accaduto e verificare se Pandetta abbia avuto la possibilità, dal carcere, di mandare un video o, addirittura, di partecipare in diretta al concerto del 1 maggio sulla spiaggia della Plaia la Procura di Catania ha avviato degli accertamenti, delegando le indagini alla squadra mobile della Questura. E da una perquisizione nella cella del carcere di Rossano, dove Pandetta è detenuto, eseguita il 3 maggio scorso, la polizia penitenziaria ha trovato e sequestrato un telefonino. Per questo motivo è stato indagato per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti.

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False fatturazioni e riciclaggio, 29 misure e 40 perquisizioni

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Ventinove misure cautelari e 40 perquisizioni sono in corso di esecuzione in 10 citta tra Emilia Romagna , Campania e Lombardia nei confronti di presunti appartenenti a un’associazione per delinquere operante nel settore edilizio e dedita all’emissione di fatture false, riciclaggio e autoriciclaggio di denaro. Oltre 100 unità composte da operatori della polizia di Stato e da militari della guardia di finanza sono impegnate nell’operazione che si sta svolgendo Bologna, Ferrara, Modena, Ravenna, Reggio Emilia, Forlì, Rimini, Mantova, Napoli e Caserta. Si tratta del risultato di una complessa indagine – partita dalla segnalazione di movimentazioni di denaro sospette pervenuta alla polizia postale da parte di Poste Italiane – condotta dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica dell’ Emilia-Romagna coordinato dal Servizio polizia postale e per la sicurezza cibernetica, e dal Nucleo operativo metropolitano della guardia di finanza di Bologna, sotto la direzione del pubblico ministero Flavio Lazzarini della procura di Bologna.

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