Temporale su Roma, ma a Palazzo H torna il sereno tra Coni e Sport e Salute. Con la firma di Giovanni Malago’ e Rocco Sabelli in calce al documento che stabilisce la cornice economico-finanziaria nei rapporti tra i due enti, si chiude il braccio di ferro politico sul contratto di servizio e i relativi perimetri di competenza che sara’ sottoscritto dalle parti entro la fine di settembre. “Decisivo e’ stato l’intervento di Giorgetti che in una lettera di ieri sera ha sottolineato gli impegni del governo”, spiega Malago’ riferendosi alle garanzie dell’Esecutivo su preparazione olimpica e missioni, convinto inoltre che “sia stato un grande risultato. Spero di aver almeno portato la barca in porto”, aggiunge il capo dello sport italiano dopo aver comunicato il passaggio formale prima ai membri di Giunta e successivamente al Consiglio nazionale tenutisi stamane al Foro Italico. Un documento che circoscrive l’intera impalcatura su gestione delle strutture e del personale: “Il documento che firma Sabelli e’ prodromico al contratto di servizio che ha valore di legge – spiega il segretario generale Carlo Mornati – Paradossalmente qui stiamo riportando a casa dei pezzi, non li stiamo cedendo”. Tra le varie competenze, al Coni andra’ ad esempio la gestione dei centri di preparazione olimpica, la giustizia sportiva, il registro delle societa’, a Sport e Salute andranno invece la gestione dei contributi alle federazioni, su territori, scuola e impianti, compreso lo stadio Olimpico di Roma. Qualche sassolino dalla scarpa Malago’ se lo e’ pero’ voluto togliere, nei confronti di quei presidenti federali (Binaghi, Petrucci, Gravina, Barelli e Cattaneo, ndr) che avevano chiesto di chiudere la battaglia con la firma: “Ringrazio tutti, anche se so che qualcuno dal mio punto di vista non e’ stato elegante ne’ giusto.
Ma non mi stupisco piu’ di niente”. Poi rimarcando il suo mancato invito da parte di Sabelli all’incontro di fine luglio con le federazioni: “A Sabelli ho detto che e’ stato un grandissimo errore non invitare il sottoscritto e soprattutto e’ stato sbagliato non invitare il segretario generale del Coni (Mornati, ndr)”. Chiusa una battaglia politica rischia di aprirsene subito un’altra sulla riforma generale dello sport prevista dal ddl approvato alla Camera e in discussione al Senato. Un testo che affida diverse deleghe in materia di sport all’Esecutivo e contro cui oggi ha fatto quadrato l’intero consesso sportivo. Presidenti di federazione come Angelo Cito (taekwondo), Sabatino Aracu (sport rotellistici), Luciano Rossi (tiro a volo), ogni componente (membri Cio, discipline sportive associate, enti di promozione, associazioni benemerite, rappresentanti territoriali) e anche ex atleti come Lorenzo Bernardi e Silvia Salis, hanno espresso contrarieta’ sul testo rivolgendo un appello al Senato per un’ulteriore riflessione. Qualche giorno fa proprio Malago’ aveva avvertito il Senato sui rischi di andare contro i dettami del Cio: “Basta un piccolo sforzo – ha sentenziato oggi – per modificare questi punti (in contrasto con la carta olimpica, ndr) e non penso che stravolgerebbero l’impianto della legge stessa”.