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Esteri

Starlink, Iris, Copernicus, Galileo. I sistemi Tlc

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Il sistema di geo-navigazione Galileo, la rete di osservazione della Terra Copernicus, la costellazione per l’internet satellitare Iris². Sono queste le tre punte di diamante delle infrastrutture europee di alto rilievo strategico nell’ambito delle tecnologie satellitari. Ed è proprio Iris², considerata la risposta europea a Starlink di Elon Musk, l’ultimo tassello dell’architettura satellitare messa in piedi dall’Ue. Insieme a Galileo e Copernicus, Iris² è il terzo programma di punta dell’Ue ad essere progettato per affrontare le sfide urgenti a lungo termine in materia di sicurezza. Riavvolgiamo il nastro al febbraio 2022. Nella guerra satellitare dominata da SpaceX, l’Ue aveva provato allora a battere un colpo. Quando già soffiavano forte i venti di guerra in Ucraina, invasa da lì a pochi giorni dalla Russia, la Commissione europea aveva messo sul tavolo una proposta per garantire connessioni sicure a governi, cittadini, società.

Si tratta di Iris², acronimo di infrastruttura per la resilienza, l’interconnettività e la sicurezza via satellite, la nuova costellazione di satelliti Internet che nelle intenzioni di Bruxelles punta ad essere la alternativa europea a Starlink, la rete da oltre 7mila satelliti messi in orbita da Space X – tutto fatto in casa, insomma – per portare internet ai 4 angoli del globo. A volerla fortemente, era stato l’acerrimo nemico del patron di Tesla, l’allora commissario europeo al Mercato Interno, Thierry Breton che aveva fatto dell’autonomia strategica, in particolare della sovranità tecnologica dell’Europa, il suo mantra: una sfida ambiziosa per l’Ue in un mercato, quello della connettività spaziale ad alta velocità, sempre più competitivo.

Dopo qualche incertezza, la Commissione è ripartita il mese scorso da dove si era fermata, siglando un contratto di concessione da dodici anni e un bilancio da 10,6 miliardi di euro con il consorzio SpaceRise per la realizzazione di Iris² che nell’intenzione di Bruxelles dovrebbe essere pienamente operativo nel 2030. Il sistema, che prevede una rete da 290 satelliti multiorbitali, fornirà servizi di connettività sicura anche in caso di interruzione delle reti di comunicazioni terrestri causate da guerre, attacchi informatici o eventi climatici estremi, garantendo inoltre la copertura in zone remote e prive di connettività.

L’anti-Starlink si affianca come detto al sistema blustellato di geo-navigazione da 10 miliardi di euro nato nel 2016 per trovare la sovranità, anche lì, ed evitare di dover dipendere dal Gps Usa (uno dei suoi centri operativi si trova peraltro a Fucino, in Italia). Copernicus, invece, fa parte del programma spaziale dell’Ue e punta al monitoraggio della terra per scopi scientifici. Allo stesso tempo, però, viene utilizzato anche nel caso di grandi catastrofi – come terremoti e alluvioni – per fornire assistenza alle protezioni civili europee. Oltre ai 27 Stati membri dell’Unione Europea, il programma Copernicus consente la partecipazione a vari livelli di paesi terzi, attraverso accordi con l’Ue.

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Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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Trump affida il dialogo con Mosca al suo uomo di fiducia Witkoff, uno che fa affari con oligarchi russi

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Donald Trump ha estromesso Keith Kellogg dai contatti sulla guerra in Ucraina. Il generale, pur essendo l’inviato ufficiale della Casa Bianca, è stato considerato in conflitto d’interessi per via del lavoro della figlia, che collabora con un’agenzia impegnata a fornire farmaci a Kiev. La notizia, rilanciata dalla stampa russa e dai servizi d’intelligence di Mosca, ha spinto Trump a escluderlo dalle trattative.

Witkoff entra in scena senza incarichi ufficiali

Al suo posto, Trump ha affidato i contatti con il Cremlino a Steve Witkoff, immobiliarista newyorkese e suo collaboratore personale. Witkoff non ha alcuna esperienza diplomatica né una posizione formale all’interno delle istituzioni americane. Tuttavia, gode della fiducia diretta dell’ex presidente e sembra avere piena libertà d’azione nei rapporti con la Russia.

L’ombra dell’oligarca Blavatnik nei suoi affari

A rendere controversa la scelta di Witkoff è il suo socio d’affari, Leonard Blavatnik, miliardario nato a Odessa, naturalizzato americano e britannico, considerato uno degli oligarchi più influenti. Blavatnik è finito nella lista delle sanzioni dell’Ucraina per i suoi rapporti con l’economia russa. Con Witkoff ha gestito operazioni immobiliari per oltre un miliardo di dollari.

Gli affari miliardari costruiti nell’era post-sovietica

Blavatnik ha fatto fortuna negli anni delle privatizzazioni in Russia. Con Mikhail Fridman e Viktor Vekselberg ha acquisito la compagnia petrolifera TNK e, nel 2003, ha siglato una partnership con British Petroleum. L’operazione si è conclusa nel 2013 con la vendita a Rosneft per 56 miliardi di dollari, con l’appoggio politico del Cremlino.

Trump ignora i rischi e tira dritto

Nonostante la posizione ambigua di Blavatnik — che ha definito la guerra “inimmaginabile” senza mai accusare Putin — Trump continua a considerare valido il canale con Mosca tramite Witkoff. Le attività comuni tra i due sono proseguite anche dopo l’inizio della guerra in Ucraina, con un recente investimento da 85 milioni di dollari. Per Trump, nessun problema. O forse, proprio per questo, un vantaggio.

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