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Sri Lanka, arrestate 24 persone sospettate di essere collegate agli attentati: 290 morti e 500 feriti

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La polizia dello Sri Lanka ha arrestato 24 persone sospettate di essere collegate ai sanguinosi attentati di oggi, attacchi che hanno provocato 290 morti e più di 500 feriti.  Lo ha annunciato il portavoce Ruwan Gunasekara in un comunicato precisando che nelle mani della polizia c’è anche un veicolo che sarebbe stato usato per trasportare i sospettati nella capitale Colombo. Il presidente Maithripala Sirisena ha anche deciso di nominare una speciale commissione di inchiesta che indaghi sui tragici fatti di oggi.

Oltre duecento morti, quasi 500 feriti fra i quali molti sono in condizioni critiche. Fra i morti ci sono 35 stranieri di otto nazioni. Fra le persone morte anche la chef più famosa dello Sri Lanka, Shantha Mayadunne, che aveva postato la foto con la famiglia a colazione pochi istanti prima che venisse spazzata via con l’intera sala colazione dell’albergo dove si trovava.

Dal segretario di Stato degli Stati Uniti, Mike Pompeo,  arriva la conferma della presenza di cittadini statunitensi fra i morti negli attentati, conferma scritta in un comunicato di condanna degli attentati contro chiese e hotel.

Quello che è accaduto nello Sri Lanka non lo si può raccontare solo con un’arida sequela di numeri: gli attentati a suon di bombe in tre chiese e in 4 alberghi di lusso; un kamikaze si è fatto saltare in aria a casa sua uccidendo tre degli agenti che erano andati ad arrestarlo. Insomma, un massacro: una pagina così drammatica lo Sri Lanka non la viveva dalla fine della guerra civile.

L’unità di crisi della Farnesina continua a lavorare per verificare l’eventuale coinvolgimento di italiani negli attentati ma anche per fare da supporto ai connazionali che sono nel Paese. A Colombo dove una famiglia italiana è arrivata oggi c’è lo stato di coprifuoco: “Siamo rimasti chiusi in albergo, quando siamo arrivato non sapevano che cosa fosse successo, ma entrando in città  abbiamo capito che cosa stava accadendo. Adesso speriamo solo di andare via il più presto possibile da Colombo”, dicono i turisti appena giunti nel Paese.

Quanto agli attentati  a Colombo è stato colpito il santuario di Sant’Antonio, gli hotel di lusso Shangri-La, Kingsbury e Cinnamon Grand Colombo; un piccolo hotel a Dehiwala, periferia meridionale, vicino allo zoo. A Negombo, a nord della capitale, è stata colpita una chiesa, come pure a Batticaloa,nella parte opposta dell’isola.Sembra che i terroristi che hanno agito fossero tutti o quasi del posto  ma la polemica monta perché la strage sarebbe stata in qualche modo annunciata: c’era stata un’allerta a livello nazionale  alla polizia,  emanata l’11 aprile che segnalava il rischio di attentati kamikaze contro importanti chiese e contro la rappresentanza diplomatica indiana a Colombo, attentati che sarebbero stati pianificati dal gruppo islamico radicale National Thowheeth Jama’ath. “Resta da capire  dice il premier Ranil Wickremesinghe perché non sia stata data sufficiente attenzione” alla soffiata.

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Indossa un passamontagna al porto di Ischia ed evade dai domiciliari: arrestato un 21enne

A Ischia, un 21enne evade dai domiciliari e tenta di imbarcarsi per Napoli con un passamontagna: riconosciuto e arrestato dai Carabinieri.

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Iniziamo questa storia dalla fine, da un epilogo inaspettato, frutto di una scelta maldestra di un 21enne di Barano d’Ischia. Il giovane si trovava in fila al porto, pronto a imbarcarsi su uno degli ultimi traghetti della giornata con destinazione Napoli. Nulla di strano, se non fosse per un dettaglio singolare: indossava un passamontagna.

Alcune persone presenti hanno manifestato curiosità, altre preoccupazione. A porsi domande sono stati anche i Carabinieri del nucleo radiomobile di Ischia, impegnati nei controlli serali. Avvicinatisi al giovane, gli hanno chiesto di mostrare il volto. A quel punto, come in un colpo di scena da film, il ragazzo ha tolto il passamontagna e si è dato alla fuga verso una pineta.

Riconosciuto e arrestato dopo l’inseguimento

I militari lo hanno inseguito, bloccato e immediatamente riconosciuto: era lo stesso giovane che poche ore prima aveva rubato uno scooter, fuggendo tra le strade di Ischia e venendo arrestato dai Carabinieri. Dopo il primo arresto, era stato sottoposto agli arresti domiciliari.

Questa volta, in manette per la seconda volta nel giro di poche ore, il 21enne dovrà rispondere anche dei reati di evasione e resistenza a pubblico ufficiale. In attesa dell’udienza in Tribunale, resterà in camera di sicurezza.

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Campione di poker non dichiara vincite, recuperati 1,5 milioni

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Considerato uno dei migliori giocatori al mondo di poker live , non avrebbe mai dichiarato le proprie vincite. Enrico Camosci, 31 anni, bolognese, è stato sottoposto ad una verifica fiscale dalla Guardia di Finanza, nucleo operativo metropolitano di Bologna. La ricostruzione della sua posizione, preventivamente condivisa con la locale Agenzia delle Entrate e da cui è successivamente scaturita la denuncia per omessa dichiarazione, è stata fatta anche attraverso la ricerca di informazioni sui siti specializzati e sui social, consentendo di recuperare a tassazione oltre 1,5 milioni di euro di redditi da lavoro autonomo, derivanti dall’attività sportiva svolta in forma abituale e professionale al di fuori dell’Unione Europea. Se da un lato, spiega infatti la Gdf, i premi corrisposti da case da gioco autorizzate all’interno dell’Unione Europea non vanno dichiarati, in quanto soggetti a ritenuta alla fonte, quelli conseguiti al di fuori del territorio comunitario costituiscono reddito per l’intero ammontare percepito.

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Arrestato giovane a Bolzano per propaganda razzista e addestramento al terrorismo

Operazione dei Carabinieri a Bolzano: arrestato un giovane per propaganda razzista e attività con finalità di terrorismo. Indagini coordinate dalla Procura di Trento.

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In data odierna, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Trento, i Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale e del Comando Provinciale di Bolzano hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un cittadino italiano. Il giovane è sottoposto a indagini per attività di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa aggravata, nonché per addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale.

Il provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari di Trento, è il risultato di una complessa attività investigativa avviata nel settembre 2023 grazie a un contributo dell’intelligence italiana. L’indagine ha portato all’individuazione di un profilo social attivo nella diffusione di materiale di matrice nazionalsocialista e di supporto all’organizzazione terroristica jihadista nota come “Stato Islamico”.

Tecniche sofisticate per evitare l’identificazione

Nonostante l’indagato avesse adottato sofisticati accorgimenti informatici per restare anonimo, i Carabinieri del ROS sono riusciti a identificarlo. Le investigazioni hanno confermato l’intensa attività di diffusione di contenuti multimediali di propaganda jihadista e antisemita, oltre a documentare un percorso di apprendimento per la costruzione di ordigni esplosivi azionati tramite detonatori wireless.

Il giovane, diplomato come perito elettrotecnico, si vantava in comunicazioni telefoniche e telematiche di essere in procinto di realizzare un ordigno artigianale del tipo TATP, chiedendo indicazioni su come costruire un detonatore a distanza e acquisendo i componenti elettronici necessari. Inoltre, risultava impegnato in un’opera costante di indottrinamento dei familiari, inclusi un fratello minore di soli 10 anni e un altro fratello maggiorenne, con il quale discuteva anche dell’acquisto di un’arma da fuoco.

Perquisizioni e materiali sequestrati

Le perquisizioni disposte dalla Procura Distrettuale di Trento hanno permesso di sequestrare una maschera antigas, oltre 200 unità di polvere pirica, componenti elettroniche per rilevamento di microspie, strumenti per la fabbricazione di telecomandi a distanza e attrezzature per microsaldature. Sono stati sequestrati anche materiale informatico e documentale ritenuto di interesse investigativo.

Un percorso di de-radicalizzazione interrotto

L’odierna indagine si collega a una precedente, condotta dalla Procura per i minorenni di Bolzano, che aveva visto coinvolto lo stesso soggetto quando era ancora minorenne. All’epoca fu avviato a un programma educativo e riabilitativo di de-radicalizzazione, innovativo strumento di contrasto al terrorismo, il cui percorso però si interruppe con l’emergenza Covid-19, senza ottenere i risultati sperati.

Presunzione di innocenza

Si ricorda che, in base al principio di presunzione di innocenza, la colpevolezza della persona sottoposta a indagini sarà definitivamente accertata solo in caso di sentenza irrevocabile di condanna. Il procedimento è attualmente nella fase delle indagini preliminari.

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