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Cronache

Solitudine e depressione, ecco perchè le madri uccidono i loro figli

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Il caso della madre di 37 anni di Roma che si e’ tolta la vita gettandosi nel Tevere dopo essere uscita di casa con le sue figlie gemelle di sei mesi e delle quali, al momento, non si sa piu’ nulla potrebbe rivelarsi come un’altro tragico caso di infanticidio. Dove ancora una donna, travolta dalla depressione e dal senso di solitudine e impotenza, trascina con se il proprio figlio in una fuga disperata nel buio. Il 2018 e’ stato, infatti, costellato di episodi analoghi: madri, e in rari casi padri, che diventano carnefici dei proprio figli. In media, secondo dati diffusi in passato da alcuni istituti di ricerca, sono 22 gli episodi di infanticidio che si consumano annualmente in Italia. Nel passato recente i casi clamorosi come il delitto di Cogne del 2001 del piccolo Samuele Lorenzi o come quello del 2002 in Valtelllina dove una una madre di 31 anni ha tolto la vita alla figlioletta di 8 mesi mettendola in lavatrice. Casi piu’ recenti come quello di Veronica Panarello, che ha ucciso il figlio Loris di 8 anni il 29 novembre del 2014 a Santa Croce Camerina nel ragusano, o quello dell’aprile del 2013 in provincia di Brindisi dove una madre, prima di uccidersi, ha dato da bere del diserbante alla figlia di 3 anni uccidendola. A Roma l’ultimo caso risale al 18 settembre scorso: una detenuta tedesca ha ucciso i due suoi figli, di 6 mesi e 2 anni, scaraventandoli sulle scale del reparto nido del carcere di Rebibbia dove si trovava reclusa per reati di droga. Negli ultimi mesi, pero’, tragedie si sono registrate in altre parti d’Italia: il 3 dicembre una mamma di 26enne e’ stata arrestata dalla polizia a Catania con l’accusa di avere ucciso il proprio figlio di tre mesi lanciandolo a terra. Il neonato e’ morto in ospedale, lo scorso 15 novembre, il giorno dopo il ricovero per le ferite riportate alla testa. Il 23 novembre un artigiano di 53 anni della provincia di Mantova e’ finito in carcere per l’accusa di omicidio volontario per avere appiccato il fuoco alla casa di famiglia causando la morte per soffocamento del figlio di 11 anni che si trovava all’interno. Una azione messa in atto per vendetta contro la moglie da cui si stava separando. E nella lunga scia di dolore di madri che uccido i figli anche il caso dell’infermiera di Aosta che a meta’ novembre con un micidiale cocktail a base di cloruro di potassio iniettato con la siringa ha ucciso i suoi figli di 7 e 9 anni prima di togliersi la vita.

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Cronache

Giovane incensurato ferito ad Ercolano

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Questa notte i carabinieri della locale tenenza di Ercolano sono intervenuti in corso Resina per un 26enne ferito. Il giovane, incensurato, sarebbe stato colpito da alcuni proiettili all’addome e a una gamba. E’ stato portato al pronto soccorso dell’ospedale Maresca di Torre del Greco, non in pericolo di vita. Indagini in corso per ricostruire dinamica e matrice dell’evento. Rilievi a cura del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata.

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Cronache

Sparatoria in piazza a Monreale, una carneficina: due morti e tre feriti, tutti giovanissimi

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E’ di due morti e tre feriti il bilancio di una sparatoria avvenuta in nottata nella centrale piazza Duomo a Monreale (Palermo). Le vittime hanno 25 anni e 23 anni; i feriti 26 anni, 33 anni e 16 anni. La sparatoria è avvenuta in una piazza affollata, davanti ad almeno un centinaio di testimoni. Secondo una prima ricostruzione tutto sarebbe nato in seguito a una rissa per futili motivi davanti ad una pizzeria. Poi i due gruppi di giovani si sono affrontati in piazza. Uno dei protagonisti dell’aggressione, armato di pistola, ha iniziato a sparare. I feriti sono in gravissime condizioni. Le indagini sono condotte dai carabinieri.

Le vittime della sparatoria sono Salvatore Turdo di 23 anni e Massimo Pirozzo di 26. Sono morti subito dopo essere stati trasportati negli ospedali Ingrassia e Civico del capoluogo. Anche uno dei feriti sarebbe in gravissime condizioni. Davanti agli ospedali si sono presentati numerosi familiari e amici delle vittime, con grida e scene di disperazione.

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Cronache

Muore a 38 anni dopo intervento estetico in una clinica privata di Caserta

Sabrina Nardella, 38 anni di Gaeta, è morta durante un intervento estetico alla clinica Iatropolis di Caserta. Disposta l’autopsia per chiarire le cause del decesso.

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Sarà l’autopsia a stabilire con precisione che cosa ha provocato la morte di Sabrina Nardella (nella foto), 38 anni, madre di due figli piccoli, deceduta giovedì scorso nella clinica privata Iatropolis di Caserta durante un intervento di chirurgia estetica. La donna, residente a Gaeta, si era recata in Campania per sottoporsi a quello che le era stato prospettato come un intervento di routine, in anestesia locale e in day hospital.

Il malore improvviso e le indagini in corso

Durante l’operazione, però, Sabrina ha avuto un improvviso malore che l’ha portata a perdere conoscenza. I medici hanno tentato la rianimazione, ma ogni tentativo è stato vano. I vertici della clinica hanno subito avvertito i carabinieri, che su disposizione della Procura di Santa Maria Capua Vetere hanno sequestrato la cartella clinica e identificato l’équipe medica. I componenti saranno presto iscritti nel registro degli indagati in vista dell’autopsia, che servirà a chiarire cause e responsabilità.

Una comunità sconvolta dal dolore

La città di Gaeta è sotto shock. Il sindaco Cristian Leccese ha ricordato Sabrina con parole di grande commozione: «Era una persona dolce, un’ottima madre, conosciuta e stimata da tutti. La sua improvvisa scomparsa ha lasciato un profondo vuoto nella nostra comunità».

I precedenti inquietanti della clinica

La clinica Iatropolis non è nuova a casi simili. Un anno fa, la pianista Annabella Benincasa è morta dopo 14 anni di stato vegetativo, conseguenza di uno shock anafilattico subito nel 2010 proprio in questa struttura. In quell’occasione, i medici furono condannati per lesioni gravissime. Altri episodi di reazioni avverse all’anestesia si sono verificati negli anni, alimentando polemiche sulla sicurezza degli interventi praticati nella clinica.

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