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Sky non si ferma manco davanti ai morti e al contagio da coronavirus

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La questione coronavirus è una emergenza nazionale. Che questo Paese riuscirà in un modo o nell’altro a superare. L’altra emergenza nazionale è certamente il calcio, che forse mai come in questo momento ha dimostrato di essere anche una vergogna nazionale. Il Consiglio di Lega Serie A e Sky, monopolista o quasi dei diritti tv del calcio, non hanno voluto che le partite di calcio fossero fruibili con un segnale in chiaro sia sulla stesa Sky che sui canali di Rai e Mediaset (che si sono messi a disposizione). Avrebbero perso soldi, avrebbero dovuto rinunciare ad un pezzettino di diritti tv. E allora non hanno voluto aderire alla richiesta del Governo. La Lega di Serie A, con Paolo Dal Pino, in una nota ci dice che “fin dal primo giorno di emergenza per il Paese, ha sempre rispettato – per tutelare il supremo interesse alla salute – tutte le indicazioni governative ricevute sulla gestione epidemiologica del virus COVID-19, anche quando si sono manifestate in modo ondivago e contrastante. A salvaguardia e a tutela della salute degli atleti tesserati dalle società e degli addetti ai lavori, la Lega Serie A ha riunito prontamente, la scorsa settimana, in conference call, i medici delle Società, con il coordinamento del Prof. Casasco, per stabilire procedure e comportamenti atti a tutelare massimamente la salute di tutti. Anche oggi la Lega Serie A si è attenuta strettamente a quanto determinato dal Dpcm emanato questa mattina dal Primo Ministro Conte, nel combinato disposto con la decretazione d’urgenza della Figc (comunicato ufficiale 173/A) che ha stabilito che tutte le gare sul territorio debbano svolgersi a porte chiuse. Il ritardo del fischio d’inizio della partita Parma – Spal deve essere attribuito alla richiesta della Figc di un confronto urgente sulle richieste dell’Associazione Italiana Calciatori. Contravvenendo alle previsioni contenute nel Decreto, che autorizza lo svolgimento delle gare di Serie A a porte chiuse, l’Aic ha chiesto, a pochi minuti dal fischio di inizio, la sospensione del campionato, paventando lo sciopero dei calciatori. Una richiesta che ha messo a serio rischio la tenuta del sistema, già fortemente penalizzato dallo stato di emergenza, minacciando anche il pagamento degli stessi stipendi dei calciatori. Il Consiglio di Lega Serie A, riunitosi nel frangente dello slittamento orario dell’inizio della gara del Tardini, ha ritenuto doveroso rispettare le indicazioni governative previste nel DPCM di questa mattina, proseguendo con lo svolgimento delle partite a porte chiuse. Le medesime considerazioni qui espresse valgono per quanto riguarda i diritti televisivi, dove Lega, Sky e Dazn si sono attenute alle disposizioni in essere. Le reiterate e contrastanti dichiarazioni governative contribuiscono soltanto ad accrescere lo stato di confusione generale e sicuramente non aiutano il sistema a superare il momento di difficolta’ generato dal virus”. Questo il pensiero della Lega di Serie A che assiemiamo a Sky (e Dazn) hanno mostrato di avere interesse solo per i soldi.

La ritrasmissione del tg di Sky da Roma. È opera di Francesca Manili Pessina e del suo braccio Emanuele Cappelli. Tutto lecito, si chiedono i dipendenti della Capitale?

Nel mentre accadeva questo bailamme la stessa Sky che non ha voluto mandare in chiaro i match che si giocavano a porte chiuse, era impegnata a trasferire dalla Lombardia (da Milano) personale giornalistico e tecnico, oltre a materiale, da Milano Santa Giulia alle sedi romane di Capranichetta e Salaria per mandare in onda il telegiornale della pay tv. Un Tg che da lunedì non va più in onda da Milano ma da Roma, inzialmente per alcune edizioni e poi… si vedrà. Una scelta incredibile già che Sky tre anni fa licenziò centinaia di persone per trasferire il canale delle news da Roma a Milano, senza il minimo di condivisione e senza alcun rispetto per la vita di centinaia di famiglie di lavoratori che o furono costrette a trasferirsi oppure dovettero accettare l’uscita dall’azienda. Ora Sky ritrasmette da Roma. Ma a Roma, molti dipendenti si chiedono se è sicuro mandare colleghi da Milano, se ci sono problemi di contagio ed altre preoccupazioni. E lo chiedono alla Direzione risorse umane, al cui vertice c’è una manager, Francesca Manili Pessima, che in questo trasferimento del canale non ne ha imbroccata una sola di scelte. Insomma una bocconiana (così scrive nel suo curriculum) che ha bisogno di un laboratorio legale per tenersi abbarbicata alla poltrona che presto i nuovi proprietari di Sky le toglieranno per i guasti prodotti ad ogni livello. In ogni caso il personale dipendente sei Sky che lavora a Roma, da giorni protesta contro la direzione delle risorse umane per questa scelte che non è stata condivisa. E che lunedì potrebbe anche sfociare con una denuncia alla Asl per verificare se davvero chi è arrivato da Milano è esente da contagio ed ha una storia clinica che lo tiene lontano dalla zona del contagio da almeno un ventina di giorni.

Ma torniamo alle partite in chiaro. Perchè Sky non ha voluto concedere i diritti in chiaro, visto il momento? Un giorno lo sapremo. Intanto diciamo che tra la Lega di Serie A e Sky c’è una bella liason. Chiamiamola amicizia, ed è quella che c’è tra il Ceo della Pay tv Maximo Ibarra e il nuovo presidente della Lega. Allora Paolo Dal Pino ai tempi di Tim Brasile aveva com suo direttore marketing quello che oggi è al vertice di Sky, il Ceo, Maximo Ibarra. Ora questi due signori devono negoziare la vendita dei diritti tv per il triennio 2021-2024. Diritti che sembravano già attribuiti a Mediapro. Anzi la Lega di Serie A, quando c’era Miccichè, li aveva già quasi concessi alla società Mediapro che stava anche organizzando un canale della Lega.

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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Esteri

‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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