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Cronache

Sisma sulle frane, in Romagna un altro incubo

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Trema la terra di notte sotto le frane e per l’Appennino romagnolo è un nuovo incubo, a quattro mesi l’alluvione. La scossa con epicentro a Marradi (Firenze) è stata sentita forte nei territori confinanti, in particolare a Tredozio e Modigliana, centri della montagna forlivese già duramente colpiti a maggio. Almeno una persona è rimasta ferita, dal cedimento di una parte del suo soffitto, mentre un’anziana è morta dopo una caduta, in una casa di riposo, in circostanze ancora da chiarire. “Siamo tutti fuori di casa”, ripete la sindaca di Tredozio Simona Vietina, ex parlamentare che non può entrare neppure nel palazzo del municipio, dichiarato inagibile per le crepe e i calcinacci caduti. Nel suo paese diversi gli edifici che hanno avuto danni con fessure nei muri, piccoli crolli, comignoli divelti e mobili caduti all’interno per la forza del sisma.

Per il borgo di poco più di mille abitanti nel fondovalle del Tramazzo, “uno dei comuni più colpiti, con oltre 600 frane, adesso si presenta una nuova situazione difficile e che mette alla prova cittadini già duramente colpiti”, prosegue la prima cittadina mentre sovrintende le verifiche degli ingegneri di protezione civile e vigili del fuoco alla torre civica. “Ci siamo svegliati tutti questa notte – racconta una donna – io ho crepe nei muri in casa”. “Non ci facciamo mancare niente”, scuotono la testa in tanti. Massimo Biserni, ex direttore della banda del paese, dice di essere “miracolato” dopo che una parte del soffitto stava per cadergli sulla testa nel proprio appartamento del centro.

Alla fine se l’è cavata con un grande spavento e qualche escoriazione. Diverse le persone che hanno atteso i controlli per capire l’agibilità della loro casa, c’è chi ha montato tende in giardino e chi si è sistemato temporaneamente in auto. Il Comune ha aperto il palasport. A Modigliana, martoriato dagli smottamenti dell’alluvione, una donna di 94 anni è morta nella Rsa Quisisana Modigliana – Cra. Sarebbe deceduta per le conseguenze di una caduta, poco dopo la scossa di terremoto. La vittima è un’ospite “affetta da una grave forma di degenerazione cognitiva”, spiega Maria Cristina Rossi, coordinatrice della rsa di Modigliana. “Non abbiamo avuto nessun crollo dopo la scossa e la nostra struttura non è stata evacuata, non c’era il fuggi fuggi, non c’era marasma o confusione. Tutti gli ospiti sono rimasti nei loro letti. Lei è stata alzata”, “purtroppo si è trovata in uno stato di agitazione” molto forte. Secondo una prima ricostruzione l’anziana era su sedia a rotelle ma riusciva a “pattinare” sui piedi. Fortemente agitata, si è spostata e “sulla sedia a rotelle è caduta da due scalini. Si è fatta male ed è morta”. Sono in corso verifiche per ricostruire la dinamica della caduta. Del decesso è stata informata la Procura di Forlì che ha disposto accertamenti sul caso. Modigliana è il primo paese dove il presidente Mattarella andò in visita dopo l’alluvione. Proprio oggi, a Forlì, il capo dello Stato è tornato per inaugurare l’anno scolastico. Per portare speranza in una terra che non ha ancora smesso di fare i conti con la paura.

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Aggrediscono un uomo dopo una lite, arrestati due fratelli

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I carabinieri della compagnia di Cefalù hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Termini Imerese, su richiesta della procura, nei confronti di due fratelli di 39 e 35 anni, di origine balcanica, accusati di lesioni personali aggravate, violazione di domicilio e minaccia. Le indagini sono scattate dopo una lite tra i due indagati e un 40 enne loro connazionale in un bar a Campofelice di Roccella, scoppiata una sera ad inizio del mese di aprile. In poco tempo i militari sono riusciti a risalire agi autori del raid che dopo il diverbio hanno organizzato una spedizione punitiva contro la vittima. Gli indagati infatti, avrebbero rintracciato la vittima e l’avrebbero aggredita nel suo appartamento con calci e pugni davanti alla moglie e al figlio minore.

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G7: Scontri al corteo, polizia respinge gli antagonisti

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Serata di tensione, nel centro di Torino, per il corteo contro il G7 promosso dal centro sociale Askatasuna e dai collettivi studenteschi, nel primo giorno della riunione dei ministri dell’Ambiente alla Reggia di Venaria. La polizia ha usato prima gli scudi per respingere i manifestanti poi ha fatto ricorso a idranti e lacrimogeni, infine anche a qualche manganellata. I manifestanti, che volevano dirigersi verso gli alberghi che ospitano le delegazioni e Palazzo Madama, sede della serata di gala, hanno continuato a spostarsi nel centro cittadino cercando varchi, ma i cordoni di polizia hanno chiuso ogni possibile accesso. Dal corteo sono state lanciate a più riprese uova, fumogeni e qualche bottiglia contro le forze dell’ordine. Il primo momento caldo a poche decine di metri dalla partenza del corteo, da Palazzo Nuovo, la sede universitaria dove militanti dei centri sociali e dei collettivi studenteschi si erano riuniti in assemblea. La polizia ha subito fatto indietreggiare i manifestanti all’imbocco di via Po. Il corteo si è poi ricomposto e diretto verso altre zone del centro nel tentativo di avvicinarsi il più possibile alle zone transennate, dove si sono verificati altri momenti di tensione. Vicino al cinema Massimo alcuni antagonisti hanno lanciato tavolini di un dehors e sono stati fatti indietreggiare anche con qualche manganellata. Nel pomeriggio erano stati gli attivisti di Extinction Rebellion a prendersi la scena salendo a sorpresa sul tetto di un edificio in piazza Carlo Emanuele II, sede della facoltà di biologia, da dove hanno mostrato uno striscione con la scritta ‘The king is nake, G7 is a scam’ (Il re è nudo, il G7 è una presa in giro’.). Poi gli attivisti avevano bloccato una strada ballando al ritmo della musica techno: una cinquantina le persone identificate dalla Digos della questura di Torino che durante le perquisizioni ha sequestrato corde da arrampicata e coltellini modello svizzero.

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Stupro di gruppo: gli imputati rinunciano all’abbreviato

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Si svolgerà con il rito ordinario il processo ai sei ragazzi palermitani accusati di aver violentato, a luglio scorso, una 19enne al Foro Italico. Gli imputati avevano presentato richiesta di ammissione al rito abbreviato condizionando l’istanza a una serie di nuove attività tra le quali l’esame in aula della vittima che il gup ha però respinto. La 19enne peraltro è stata sentita dal Gip di Palermo, Clelia Maltese, nel corso di un incidente probatorio, due mesi e mezzo fa. Il giudice ha invece deciso di accogliere la richiesta di disporre una consulenza tecnica sul telefono della ragazza, ma i difensori hanno comunque rinunciato all’abbreviato optando per il dibattimento.

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