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Sinner vola in semifinale all’ATP 500 di Vienna: battuto anche Bublik con un doppio 6-4

Jannik Sinner domina ancora a Vienna: supera Alexander Bublik con un doppio 6-4 e conquista la semifinale dell’ATP 500, dove affronterà Alex De Minaur.

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Ancora una prova di forza per Jannik Sinner, che con il punteggio di 6-4, 6-4 supera Alexander Bublik e conquista l’accesso alle semifinali dell’ATP 500 di Vienna. Il numero due del mondo conferma il suo momento di forma straordinario, imponendo il proprio ritmo e la consueta solidità nei momenti chiave del match.

Una vittoria netta e senza sbavature

Contro un avversario talentuoso e imprevedibile come Bublik, Sinner ha sfoderato un’altra prestazione perfetta, gestendo con intelligenza gli scambi e trovando spesso vincenti con il dritto. La sua superiorità è stata evidente in entrambe le frazioni, dominate con lucidità e concentrazione.

Ora la sfida con De Minaur

In semifinale Sinner troverà Alex De Minaur, già affrontato e battuto in altre occasioni, in un duello che si preannuncia intenso e spettacolare. L’obiettivo del tennista altoatesino è chiaro: raggiungere la finale per confermare la sua straordinaria stagione e avvicinarsi al titolo di Vienna.

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Napoli, nuova tegola: frattura al piede per Meret, stop fino a gennaio

Brutta notizia per il Napoli: Alex Meret si è fermato per la frattura del secondo metatarso del piede destro. Il portiere starà fuori fino a gennaio. Milinkovic-Savic titolare contro l’Inter.

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Torna l’incubo degli infortuni per Alex Meret. Il portiere del Napoli si è fermato durante la sessione di allenamento mattutina a Castel Volturno, e gli esami diagnostici svolti al Pineta Grande Hospital hanno evidenziato una frattura del secondo metatarso del piede destro.

La notizia è stata comunicata ufficialmente dal club attraverso una nota diffusa sui propri canali. Al momento è prematuro stabilire i tempi di recupero, ma secondo le prime valutazioni il portiere friulano tornerà in campo soltanto nel 2025, probabilmente a gennaio.

Milinkovic-Savic titolare contro l’Inter

Già a partire dalla sfida di domani contro l’Inter, sarà Vanja Milinkovic-Savic a raccogliere il testimone tra i pali. Il portiere serbo, arrivato in estate dal Torino, si prepara a vivere settimane da protagonista in un momento delicato della stagione.

Emergenza infermeria per Conte

L’infortunio di Meret si aggiunge a una lista di indisponibili sempre più lunga: oltre a lui, resteranno fuori anche Lukaku, Rrahmani, Lobotka e Contini.
Un quadro che complica le scelte di Antonio Conte, chiamato a gestire l’ennesima emergenza in un periodo già segnato da impegni ravvicinati e risultati altalenanti.

Il Napoli perde così un pilastro della sua retroguardia, proprio alla vigilia di una sfida chiave per rilanciare le ambizioni stagionali e difendere la propria posizione in campionato.

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Katia Ancelotti: “Papà Carlo è un uomo sereno, forse troppo. Gattuso non lo ha più chiamato e lui ci è rimasto male”

Katia Ancelotti racconta al Corriere della Sera il padre Carlo: “Fuori è tranquillo, ma negli spogliatoi fa sfuriate. Con Gattuso nessun contatto, papà è deluso”.

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In una lunga intervista al Corriere della Sera, Katia Ancelotti traccia un ritratto intimo e inedito del padre Carlo, oggi allenatore del Real Madrid e commissario tecnico del Brasile. Un uomo che, dietro la calma apparente, nasconde un carattere forte e una dedizione totale alla famiglia e al lavoro.

«Vorrei vederlo arrabbiato, una volta sola», scherza Katia. «In campo e negli spogliatoi succede, dicono. Mio fratello Davide e mio marito Mino raccontano di sfuriate pazzesche, una versione di papà che io non conosco. Nella vita, invece, non si espone mai: tende a evitare i conflitti, anche quando dovrebbe».

Il silenzio con Gattuso e la delusione

Nell’intervista Katia rivela anche un dettaglio delicato sul rapporto tra il padre e Rino Gattuso, suo ex allievo e amico, poi sostituito da Ancelotti sulla panchina del Napoli.
«Non si sono più sentiti né visti. Papà ci è rimasto male e non fa finta di niente. Rino non lo ha mai più chiamato, forse si rivedranno al Mondiale. Lui non porta rancore, ma la delusione resta».

L’uomo di famiglia e il padre presente

Dietro il tecnico vincente, Katia racconta un uomo semplice e affettuoso: «Mi addormentava sulle sue ginocchia. Ha fatto da padre e da madre, perché mamma viaggiava spesso per lavoro. Non era la mamma tradizionale, ma una donna piena di interessi. Ho capito tardi che l’indipendenza è un valore».

Katia ricorda anche il dolore per la perdita della madre, scomparsa durante la pandemia: «Non ho potuto starle accanto negli ultimi giorni, è un dolore che porto dentro».

Il Carlo privato: disordinato, autentico, innamorato

«Papà è un semplicione», dice con affetto. «Mangia male, si veste così così, non sa guidare bene e non mi ascolta. Ma è l’uomo più buono che conosca. È felice e molto innamorato di Mariann, sua moglie. L’amore a cinquant’anni è una cosa bellissima: sono passati vent’anni e sono sempre uguali».

Sul successo del padre, Katia ammette: «Sì, papà è fortunato. Ma la fortuna te la devi meritare».

Davide e il calcio di famiglia

Il fratello Davide, oggi allenatore del Botafogo, segue le orme del padre. «Ha avuto più difficoltà di altri per le critiche ricevute. Parlano di lui solo perché è figlio di Carlo, ma ci sono tanti altri allenatori che lavorano con i padri e nessuno dice nulla».

“Resta un uomo felice e autentico”

Katia vive oggi a Madrid con i suoi tre figli, dove ha avviato un marchio di abbigliamento sportivo. «Sono una donna normale, una mamma come tante. Papà mi dice sempre che sono una brava madre, ed è il complimento più bello».

E sul calcio di oggi conclude con dolcezza: «È cambiato, è un business, ma la passione del tifoso resta. È quella che tiene in vita tutto. Papà lo sa bene, ed è per questo che, nonostante tutto, resta lo stesso di sempre: un uomo vero, sereno e felice».

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Napoli, serve il ritorno di Hojlund per invertire la rotta: Conte chiede umiltà e sacrificio

Antonio Conte prepara la sfida con l’Inter e punta sul possibile rientro di Hojlund per rilanciare un Napoli in difficoltà, segnato dagli infortuni e dal difficile inserimento dei nuovi.

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Un nuovo confronto, un altro faccia a faccia. Antonio Conte ha radunato la squadra per un lungo allenamento e un dialogo diretto con il gruppo. Dopo il tracollo in Champions League, il tecnico azzurro ha chiesto unità, concentrazione e lavoro, consapevole che la prossima partita con l’Inter può segnare una svolta.
Conte alterna bastone e carota, cercando di scuotere una squadra che deve ritrovarsi subito: il Napoli ha bisogno di risposte, dentro e fuori dal campo, per cancellare il ko europeo e rilanciare la corsa in campionato.

Il ritorno di Hojlund può cambiare tutto

Tutti gli occhi sono puntati su Rasmus Hojlund, il grande atteso. Il danese, 22 anni, rappresenta oggi la chiave per invertire la rotta del Napoli. Con lui in campo, l’attacco azzurro ha un peso, un punto di riferimento, un’energia che nelle ultime settimane è mancata.
Senza di lui, infatti, l’unico gol dell’attacco è arrivato da Lucca contro il Pisa, troppo poco per una squadra abituata a dominare. Hojlund non è completamente fermo, ma l’affaticamento muscolare che lo tiene ai box potrebbe peggiorare se forzato. Conte valuterà fino all’ultimo, consapevole che il suo rientro potrebbe restituire fiducia, motivazioni e imprevedibilità a una squadra spenta.

Il reparto offensivo in crisi: Lucca in difficoltà

Il momento negativo di Lorenzo Lucca, chiamato a sostituire Hojlund, è evidente. Il rosso rimediato a Eindhoven e le prove sottotono in campionato hanno inciso sul morale dell’attaccante, che ora deve ritrovarsi. Conte e Oriali lo hanno sostenuto, ma è chiaro che il tecnico aspetta con ansia il ritorno del suo centravanti titolare.
Il problema del Napoli non è solo realizzativo: le difficoltà derivano anche dai tanti infortuni e dal complesso inserimento dei nove nuovi acquisti in una squadra che fino a pochi mesi fa era una macchina perfetta, capace di vincere lo scudetto con un gioco corale e armonioso.

Conte rilancia i leader: “Servono responsabilità”

In attesa di capire se Meret potrà tornare tra i pali e con Rrahmani non ancora pronto, Conte chiede ai veterani di prendersi carico della squadra: De Bruyne, McTominay e Anguissa dovranno guidare la rinascita azzurra.
Il tecnico non vuole cambiare filosofia: crede nel progetto, nei nuovi innesti e nella crescita graduale del gruppo. Ma ora serve una scossa immediata, e il rientro di Hojlund potrebbe essere il detonatore per una rinascita che riporti il Napoli al livello che gli compete.

Una notte contro l’Inter per ritrovarsi: non sarà una sfida “dentro o fuori”, ma poco ci manca.

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