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Sinner travolge Altmaier a Vienna e zittisce le polemiche: “Scelta sofferta, ma voglio tornare numero uno”

Jannik Sinner risponde alle polemiche con una vittoria schiacciante a Vienna: 6-0 6-2 contro Altmaier. Critiche da Vespa, difese da Mentana e Bertolucci. Kompatscher: “Scelta sofferta ma da campione”.

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Mentre in Italia infuriano le polemiche sulla sua mancata partecipazione alla Coppa Davis, Jannik Sinner lascia parlare il campo.
Il numero uno azzurro ha spazzato via il tedesco Daniel Altmaier al primo turno del torneo ATP 500 di Vienna, imponendosi con un perentorio 6-0 6-2 in appena un’ora di gioco.

Un match dominato dall’inizio alla fine, con il primo set chiuso in 22 minuti e una serie di colpi vincenti sparati oltre i 200 chilometri orari.
Una prestazione “monstre”, quasi una risposta silenziosa ma netta alle critiche che da giorni lo accompagnano.


La polemica: “Non gioca per l’Italia”

Le assenze di Sinner dalla Coppa Davis continuano a dividere tifosi e opinionisti.
L’ultimo attacco è arrivato da Bruno Vespa, che su “X” ha scritto:

“Perché un italiano dovrebbe tifare Sinner? Parla tedesco, vive a Montecarlo e non gioca per la nazionale per prendersi una settimana di vacanza in più. Onore ad Alcaraz che scende in campo per la sua Spagna.”

Un post che ha alimentato la discussione, non solo per il tono, ma anche per l’errore nel nome del rivale (“Alvarez” invece di Alcaraz).


Mentana difende Sinner: “È lui che fa sognare i ragazzi”

A difendere il tennista altoatesino è intervenuto Enrico Mentana, con un post su Instagram che ha ribaltato la narrativa di Vespa:

“Non fa la Davis, è di madrelingua tedesca, paga le tasse a Montecarlo, gioca i tornei più ricchi… ma se tra i giovani il tennis sta soppiantando il calcio è per effetto suo. È lo Jannik Sinner che il mondo ci invidia.”

Un pensiero condiviso da molti tifosi e da diversi volti del giornalismo sportivo, che vedono nel campione di Sesto Pusteria un simbolo di serietà, dedizione e umiltà.


Bertolucci: “Ha vinto due volte la Davis, basta ipocrisie”

A gettare acqua sul fuoco è intervenuto anche Paolo Bertolucci, ex capitano azzurro di Coppa Davis:

“Anche Berrettini e Musetti hanno la residenza a Montecarlo, come la mettiamo? La Davis fino a due anni fa non la conosceva nessuno. Alcaraz ha giocato otto partite in Davis, Sinner più del doppio e l’ha vinta due volte.”

Parole che riportano la discussione su toni più razionali, sottolineando i meriti sportivi del numero due al mondo.


Kompatscher: “Una scelta da campione”

Anche il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, ha preso posizione:

“È una polemica sterile. Tutti vorremmo vederlo in Davis, ma chi vuole essere il numero uno deve anche saper rinunciare. È stata una scelta sofferta, lo ha detto lui stesso.”

Una posizione pragmatica che riflette il pensiero di molti: Sinner ha già portato due Coppe Davis in Italia, e ora punta a riconquistare la vetta del ranking mondiale.


In campo e fuori: Sinner, il tennis come risposta

Sul piano sportivo, Sinner sembra in forma straordinaria.

“Nel primo set funzionava tutto benissimo, non ho sbagliato nulla. È stato positivo anche per come mi sentivo”, ha raccontato dopo la vittoria, dedicando il successo ai genitori presenti a Vienna:
“Siamo una famiglia normale, so quanti sacrifici hanno fatto. È bello averli accanto.”

Il prossimo turno vedrà un derby tutto italiano contro Flavio Cobolli, che ha battuto il ceco Machac (7-6, 6-2).
Anche Matteo Berrettini ha superato Popyrin (7-6, 6-3) e sfiderà Cameron Norrie negli ottavi.


Verso Seul e Melbourne: l’ombra delle esibizioni

A riaccendere la discussione è arrivato l’annuncio del nuovo show-match: il 10 gennaio 2026 a Seul, Sinner e Alcaraz si sfideranno nell’“Hyundai Super Match”, a due giorni dall’inizio degli Australian Open.
Ci vediamo in Corea”, hanno scritto entrambi sui social.

Un evento che promette spettacolo, ma che in Italia rischia di rinfocolare le polemiche.
Sinner però non sembra curarsene: risponde con la racchetta e con i fatti, restando l’ambasciatore silenzioso del nuovo tennis italiano.

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Sci alpino, al via la Coppa del Mondo di Soelden senza Brignone e Bassino: Goggia guida l’Italia verso Milano-Cortina

L’Italia dello sci perde Brignone e Bassino per infortunio alla vigilia di Soelden. Goggia guida una squadra decimata verso le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, tra speranze e incognite.

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Sabato prossimo, sul ghiacciaio Rettenbach di Soelden, si apre ufficialmente la Coppa del Mondo di sci alpino con il gigante femminile. Ma per l’Italia, sarà un esordio segnato da assenze pesanti.
La nazionale azzurra dovrà infatti fare a meno di Federica Brignone (foto Imagoeconomica), ferma per infortunio, e di Marta Bassino, costretta a uno stop dopo una caduta in allenamento.

A pochi mesi dalle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, l’Italia dello sci si trova così in una fase delicata, tra incognite fisiche e responsabilità crescenti per chi resta in pista.


Brignone, la regina ferita: “Tornerò solo quando mi sentirò davvero pronta”

Federica Brignone, campionessa del mondo e vincitrice della Coppa del Mondo generale 2023-24, è ancora lontana dal rientro dopo il grave infortunio subito in primavera.
Reduce da più interventi chirurgici e da una riabilitazione durissima, la valdostana non ha nascosto la sua determinazione:
Non so quando potrò tornare sugli sci — ha dichiarato — ma lo farò solo quando mi sentirò davvero pronta”.

Resta da capire se riuscirà a recuperare in tempo per le gare olimpiche di Cortina, dove punta ad essere protagonista, ma per ora la prudenza resta d’obbligo.


Bassino operata dopo la caduta in Val Senales

Alle preoccupazioni per Brignone si è aggiunto il forfait di Marta Bassino, caduta in allenamento in Val Senales su un tratto pianeggiante della pista Leo Gurschler.
La piemontese, 30 podi in Coppa del Mondo e vincitrice della Coppa di Gigante nel 2021, ha riportato la frattura del piatto tibiale della gamba sinistra.
Servirà un intervento chirurgico e tempi di recupero ancora da definire.

La stagione del riscatto, dopo mesi difficili, è così già compromessa. E cresce la preoccupazione anche in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina.


Tutto sulle spalle di Sofia Goggia

Con Brignone e Bassino fuori causa, il peso della squadra azzurra ricade inevitabilmente su Sofia Goggia, la campionessa bergamasca che nella scorsa stagione è tornata competitiva anche in gigante.
Mi sento pronta e competitiva nelle tre specialità”, ha dichiarato l’olimpionica, decisa a guidare l’Italia verso l’appuntamento a cinque cerchi.

Goggia, regina delle piste di Cortina, sarà la punta di diamante di una nazionale che nelle discipline tecniche non ha molte alternative di alto livello.


Paris e Casse guidano la squadra maschile

Situazione analoga in campo maschile, dove le discipline tecniche continuano a mancare di risultati costanti.
Fa eccezione il veterano Dominik Paris, ancora competitivo nelle gare di velocità, e Mattia Casse, deciso a cercare la stagione della consacrazione in vista delle Olimpiadi.

L’obiettivo, spiegano dallo staff tecnico, è arrivare a Milano-Cortina con materiali collaudati, fiducia nei propri mezzi e condizione fisica ottimale.


Le sfide internazionali: Shiffrin, Gut-Behrami e Vonn ancora protagoniste

Sul fronte internazionale, il gigante di Soelden vedrà al via Mikaela Shiffrin, la fuoriclasse americana con 101 vittorie in Coppa del Mondo, e la svizzera Laura Gut-Behrami, probabilmente all’ultima stagione.
Tra le curiosità anche il ritorno di Lindsey Vonn, che a 40 anni punta ancora ai Giochi olimpici.

Tra gli uomini, il nome da battere resta quello dello svizzero Marco Odermatt, dominatore delle ultime stagioni.


Soelden, la prima prova verso Milano-Cortina

La Coppa del Mondo di Soelden rappresenta il primo banco di prova in vista dell’evento clou del 2026.
Per l’Italia, tra infortuni, assenze e nuove responsabilità, sarà un inizio di stagione difficile ma decisivo per capire quale futuro attende lo sci azzurro nell’anno che porta alle Olimpiadi.

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Di Lorenzo dopo il tracollo col Psv: “Siamo fragili, abbiamo perso compattezza ed equilibrio”

Il capitano del Napoli Giovanni Di Lorenzo commenta la pesante sconfitta 6-2 contro il Psv in Champions League: “Siamo fragili e abbiamo perso compattezza. È stata una brutta serata, dobbiamo capire le motivazioni”.

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Il capitano del Napoli Giovanni Di Lorenzo non cerca attenuanti dopo la pesante sconfitta per 6-2 contro il Psv nella terza giornata di Champions League. Ai microfoni di Sky, il difensore azzurro ha parlato con tono autocritico e sincero, riconoscendo le difficoltà che la squadra sta attraversando.

La brutta figura che abbiamo fatto questa sera dobbiamo analizzarla bene e capire le motivazioni”, ha esordito Di Lorenzo. “È stata una brutta serata, è andato tutto storto. Siamo fragili in questo momento e quest’anno abbiamo perso un po’ di compattezza e di equilibrio. Abbiamo preso dei gol che a questi livelli non si possono prendere”.


Un momento difficile per il gruppo

Le parole del capitano arrivano dopo quelle dure di Antonio Conte, che nel post partita aveva richiamato la squadra all’umiltà e alla verità verso la piazza.
Anche Di Lorenzo ha lasciato intendere che il problema non è solo tecnico ma anche mentale: il Napoli, rispetto alla passata stagione, appare più vulnerabile e discontinuo, incapace di reagire nei momenti di difficoltà.

Il messaggio del capitano è chiaro: serve ritrovare unità, spirito e concentrazione, per evitare che la stagione prenda una piega pericolosa già nelle prime settimane.

Il Napoli, ora in piena crisi di risultati e identità, dovrà rialzarsi in fretta: sabato al Maradona arriva l’Inter, per una sfida che già profuma di riscatto o di ulteriore resa dei conti.

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Conte furioso dopo il 6-2 col Psv: “Serve verità, non fumo negli occhi. Dobbiamo ritrovare spirito e umiltà”

Dopo la pesante sconfitta 6-2 contro il Psv in Champions, Antonio Conte scuote l’ambiente Napoli: “Serve un bagno di umiltà. Troppi nuovi, stagione complessa ma dobbiamo lavorare tutti insieme”.

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Antonio Conte non usa giri di parole. Dopo la pesante sconfitta del Napoli per 6-2 contro il Psv in Champions League, l’allenatore azzurro si presenta in conferenza stampa con il tono di chi vuole scuotere l’ambiente.

Napoli e i napoletani non devono essere presi in giro — ha esordito —. C’è chi crea situazioni spudorate, ma io non voglio gettare fumo negli occhi. Lo sto dicendo da tempo: bisogna ritrovare lo spirito dell’anno scorso, quello che ci ha permesso, con pochi uomini, di fare qualcosa di straordinario. Servono verità e umiltà”.


“Troppi nuovi, serve tempo ma anche responsabilità”

Conte ha poi analizzato con lucidità le difficoltà di questa stagione, ammettendo che il cambio radicale della rosa non è stato indolore:
Inserire nove giocatori nuovi non è facile, anzi è un errore che abbiamo dovuto fare per necessità. Ci vuole tempo, ma serve anche consapevolezza. Alcuni a Napoli buttano fumo, ma questa è una piazza che merita sincerità. Con il club abbiamo condiviso le scelte: questa sarà un’annata complessa, ma dobbiamo accelerare l’inserimento dei nuovi”.

Il tecnico non si nasconde dietro gli alibi: “Il livello è questo. Abbiamo poco da dire e tanto da lavorare. L’anno scorso avevamo compattezza e unità, ora ci serve la stessa fame. Non dobbiamo disperare, ma ritrovare l’alchimia giusta”.


“Non mi rassegno, porto cazzimma. Forse la prossima volta la frusta”

Conte ha poi escluso cambi tattici immediati e risposto con ironia a chi lo accusava di rassegnazione:
“Rassegnato? Assolutamente no. Io non trasmetto gioia, ma rabbia e cazzimma. Forse è colpa mia, ero meno aggressivo in panchina e abbiamo perso 6-2. La prossima volta porterò una frusta”, ha detto sorridendo amaramente.

Sui moduli, il tecnico è netto: “Tatticamente non cambiamo nulla. L’equilibrio trovato è il migliore. Due esterni offensivi ci squilibrerebbero. Non serve sacrificare un centrocampista. Dobbiamo solo ritrovare la testa e lo spirito”.


“Mercato necessario, ma ora serve spogliatoio unito”

Conte ha spiegato che i tanti cambi estivi sono stati inevitabili:
“Abbiamo fatto mercato perché eravamo obbligati: la rosa era ridotta. Ora abbiamo nove nuovi giocatori e servono tempo e lavoro. I veterani devono essere bravi a guidare il gruppo, e io per primo mi assumo ogni responsabilità”.

Infine, un messaggio diretto a tutto l’ambiente azzurro:
Dobbiamo ritrovare le energie fisiche e nervose che ci hanno portato in alto. Serve un bagno di umiltà, dentro e fuori dal campo. La stagione è difficile, ma il Napoli deve reagire come sa fare: con orgoglio e verità”.

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