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Esteri

Scontro Usa-Russia, rapporti diplomatici vicini alla rottura

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 Sale la tensione tra Russia e Stati Uniti. Una durissima protesta di Mosca e’ stata recapitata a Washington tramite i canali diplomatici per gli “inaccettabili” commenti del presidente Joe Biden su Vladimir Putin, definito nei giorni scorsi “un dittatore assassino e un criminale di guerra”. Mentre il presidente americano si sta preparando ad una complessa trasferta sul suolo europeo che lo portera’ anche in Polonia, a Mosca il ministero degli Esteri russo ha convocato l’ambasciatore americano John Sullivan per rappresentargli l’ira di Putin per dichiarazioni giudicate “indegne” dal Cremlino. Quelli usati da Biden, hanno attaccato i russi, sono toni “inaccettabili”, soprattutto se si considera che si tratta di giudizi indirizzati al piu’ alto livello, cioe’ presidenziale. Lapidaria la replica del segretario di Stato americano Antony Blinken, attraverso il suo portavoce: e’ “incredibile” sentir parlare di “commenti inaccettabili da parte di un Paese che sta perpetrando violenze atroci sui civili”. Che lo scontro tra le due superpotenze stia crescendo lo dimostra anche il nuovo allarme lanciato da Washington sulla possibilita’ che la Russia lanci un cyber attacco in grande stile contro gli Stati Uniti. “Se la Russia fara’ un cyber attacco contro di noi, gli Usa risponderanno”, ha replicato la Casa Bianca. Nonche’ l’annuncio americano che conferma che saranno forniti all’Ucraina altri sistemi anti-missili, inclusi quelli di fabbricazione sovietica. “Esattamente quelli di cui hanno bisogno”, ha osservato il portavoce del dipartimento di Stato americano Ned Price. Nelle stesse ore della protesta russa il presidente statunitense consultava i suoi alleati europei. Una conversazione di un’ora con il premier britannico Boris Johnson, quello italiano Mario Draghi, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron per ribadire – ha fatto sapere Palazzo Chigi – l’assoluta necessita’ di mantenere una piena unita’ d’intenti in questa fase delicatissima del conflitto. Oggetto della call era anche – ha fatto sapere invece l’amministrazione americana – il rafforzamento del pacchetto di sanzioni contro la Russia. Dossier all’esame anche dell’Unione europea. Che il barometro dei negoziati volga al brutto lo conferma tra l’altro anche l’accusa di Washington a Pechino di non fare nulla per fermare il conflitto: “La Cina e’ il Paese con la maggiore influenza sulla Russia, quindi potrebbe fare di piu’ per mettere fine alla guerra. Finora non abbiamo visto niente di tutto cio’, abbiamo solo sentito dichiarazioni”, ha sottolineato il Dipartimento di Stato. Anche dall’Ucraina il consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, Alexander Rodnyansky, ha raffreddato gli entusiasmi sulle trattative – mediate in primo luogo dalla Turchia – ribadendo quanto “la Russia non sia seria rispetto ai negoziati di pace”. Lo stesso Zelensky poi, dopo aver respinto l’ultimatum di Mosca sull’evacuazione da Mariupol, ha introdotto un elemento importante sul negoziato che potrebbe complicare ancora di piu’ la soluzione: ogni eventuale accordo con la Russia sara’ sottoposto al voto degli ucraini. “I compromessi nei negoziati saranno decisi con un referendum in Ucraina. In particolare, possono essere poste ai voti le garanzie di sicurezza e lo status dei territori temporaneamente occupati delle regioni di Donetsk e Lugansk e della Repubblica autonoma di Crimea”, ha spiegato il presidente ucraino. Accordo che sembra ancora molto lontano se in serata uno dei principali negoziatori ucraini Mykhaylo Podolyak ha garantito che Kiev non accettera’ nessun compromesso sull’integrita’ territoriale e sulla sovranita’ del suo Paese.

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Wsj, Putin sta espandendo basi e truppe ai confini Nato

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A circa 160 chilometri dal confine con la Finlandia, nella città russa di Petrozavodsk, gli ingegneri militari russi stanno espandendo le basi militari dove il Cremlino prevede di creare un nuovo quartier generale dell’esercito per supervisionare decine di migliaia di soldati nei prossimi anni. E’ quanto scrive il Wall Street Journal. I soldati, molti dei quali ora in prima linea in Ucraina, dovrebbero costituire la spina dorsale dell’esercito russo in chiave anti-Nato. Il Cremlino sta ampliando il reclutamento militare, rafforzando la produzione di armi e potenziando le linee ferroviarie nelle zone di confine.

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Ft: accuse a Orban, 1 miliardo sussidi a media filogovernativi

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Due organi di informazione ungheresi, Magyar Hang e una seconda testata coperta dall’anonimato, intendono presentare oggi una denuncia alla Commissione europea, sostenendo che il governo di Viktor Orbán ha concesso più di un miliardo di euro di sovvenzioni illegali ai media filogovernativi. Lo riporta il Financial Times online. Secondo le due testate, le entrate pubblicitarie sarebbero state convogliate verso giornali, emittenti televisive e piattaforme online filo-Orbán tra il 2015 e il 2023 per per garantire il sostegno al partito al potere Fidesz e per escludere il giornalismo critico.

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Putin ringrazia i soldati nordcoreani, ‘sono eroi’

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Il presidente russo, Vladimir Putin, ha ringraziato in un messaggio i soldati nordcoreani che hanno preso parte alla “liberazione della regione di Kursk” dalle truppe d’invasione ucraine, definendoli “eroi”. Lo riferisce il servizio stampa del Cremlino.

“Il popolo russo non dimenticherà mai l’impresa delle forze speciali coreane, onoreremo sempre gli eroi coreani che hanno dato la vita per la Russia, per la nostra comune libertà, al pari dei loro compagni d’armi russi”, si legge nel messaggio di Putin. Il presidente russo sottolinea che l’intervento è avvenuto “nel pieno rispetto della legge internazionale”, in base all’articolo 4 dell’accordo di partenriato strategico firmato nel giugno dello scorso anno tra Mosca e Pyongyang, che prevede assistenza militare reciproca in caso di aggressione a uno dei due Paesi. “Gli amici coreani – ha aggiunto Putin – hanno agito in base a un senso di solidarietà, giustizia e genuina amicizia. Lo apprezziamo molto e ringraziamo con sincerità il presidente Kim Jong-un personalmente”.

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