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Politica

Schlein: io favorevole alla gestazione per altri

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Sempre stata “favorevole” alla gestazione par altri. La segretaria del Pd Elly Schlein parla davanti alla stampa e non arretra rispetto alle sue posizioni storiche. Ha però anche ben presente che nel Partito democratico le sensibilità sono molteplici e quindi su un tema così delicato chiarisce di essere pronta a un confronto. In molti la aspettavano da giorni per scoprire qualche elemento in più sul nuovo corso del Partito Democratico. E dopo una settimana di pausa dall’agone politico, Schlein torna al centro della scena in una lunga conferenza stampa al Nazareno. Con un intervento ad ampio raggio, consolida le posizioni Dem su migranti e sanità. Sul Pnrr attacca i “ritardi del governo”, esprimendo però la volontà di collaborare per “il bene dell’Italia”. Ma le risposte più attese arrivano negli oltre sessanta minuti che ha dedicato alle domande dei cronisti. Il termovalorizzatore di Roma, al centro delle frizioni con il M5s, è “una decisione già presa”, spiega la segretaria. Sull’ordine del giorno presentato alla Camera, annuncia il voto contrario del Pd.

La dichiarazione che comincia già a creare malumori dentro al partito è però quella sulla maternità surrogata. La posizione è netta, anche se mitigata dal contesto in cui Schlein la colloca. La leader cita le “diverse sensibilità” dei democratici e chiarisce: “non abbiamo inserito questo tema nel programma della mozione”. Ribadisce la disponibilità al dialogo dentro al Pd, ricordando che la proposta di legge presentata alla Camera prevede matrimonio, adozioni e riconoscimento dei figli, ma non la gestazione per altri. Ha quindi aperto al confronto anche all’esterno “su questo tema delicato e denso, con tutti i femminismi plurali e con le associazioni”. Nonostante le cautele espresse, la maggioranza è già partita all’attacco. “Schlein esce allo scoperto”, dice la deputata di FdI Augusta Montaruli. Ma le preoccupazioni, al momento, attraversano piuttosto l’area cattolica del Pd. Il senatore Alfredo Bazoli tiene a precisare che la segretaria si è espressa “a titolo personale, senza impegnare il partito”. E incalza: “ritengo che nel Pd sia largamente prevalente un opinione contraria alla maternità surrogata”. La dichiarazione della segretaria arriva in acque già agitate sul fronte interno.

Domani c’è la direzione del partito e venerdì la prima riunione della segreteria, convocata a Riano “in omaggio a Giacomo Matteotti”, annuncia Schlein. All’orizzonte resta anche lo scoglio vicepresidenze in Parlamento e mentre c’è chi parla di “malumori fisiologici”, Bazoli non si risparmia. “Restano – spiega – le preoccupazioni generali sull’identità del Pd a trazione Schlein, alcune dichiarazioni che vengono dalla segreteria sono sicuramente fuori misura”. E avverte: “è importante che l’identità plurale del Pd venga garantita altrimenti non c’è più il Pd”. Le questioni sul tavolo dei prossimi incontri al Nazareno non finiscono qui. Sul termovalorizzatore di Roma, la segretaria prova a tenere a bada i più critici, ribadendo che “la scelta era già stata presa dall’amministrazione di Roma, ben prima che si insediasse questa segreteria”. Schlein si impegna “ad accompagnare l’amministrazione su un progetto di economia circolare”, ma intanto ribadisce il “no” all’ordine del giorno M5s al decreto Pnrr in programma alla Camera per ostacolare l’impianto.

“Ciò non vuol dire – aggiunge – che non continueremo a coltivare il dialogo con le opposizioni su una materia più vasta come quella del clima”. La replica di Giuseppe Conte, però, non lascia spazio al confronto: “le battaglie o si combattono o no, non si possono combattere dopo che obiettivi come questi vengono realizzati”. Il dialogo con il M5s, per Schlein, va proseguito “con spirito unitario”, privilegiando “le cose su cui siamo d’accordo”. Sulle alleanze ha ribadito un “approccio pragmatico” nel campo del centrosinistra. Apertura al dialogo anche nei confronti della premier Meloni: “sul Pnrr siamo disponibili a sederci a un tavolo, serve collaborazione”. Ma l’opinione sull’operato del governo non cambia: “sono campioni di scaricabarile, non possiamo fare dell’Ue il capro espiatorio dei nostri mali”. “È una questione di credibilità del nostro Paese”, chiude la segretaria.

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Politica

Campania: De Luca, Meloni non può parlare di lotta alla camorra

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“Io amo molto i tanti esponenti del mondo cattolico che in questo momento per esempio stanno utilizzando le risorse stanziate alla Regione Campania per gli oratori. Ci sono decine di parroci che stanno creando cose bellissime per aggregare i giovani nelle loro parrocchie. È un lavoro prezioso di aggregazione delle giovane generazioni. E soprattutto sono convinto che la lotta alla camorra la si fa creando il lavoro, aprendo i cantieri, e quindi chi non può parlare di lotta alla camorra è il governo Meloni, che tiene bloccate le risorse da più di un anno, altro che camorra”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, a margine della presentazione dei lavori allo stadio Collana di Napoli, rispondendo a una domanda sulle polemiche seguite alle sue parole sul parroco di Caivano don Maurizio Patriciello.

“La lotta alla camorra – ha aggiunto De Luca – si fa creando lavoro, non facendo demagogia. La lotta alla camorra si fa difendendo l’unità d’Italia, non spaccando l’Italia e calpestando le ragioni del Sud. Non solo i fondi sviluppo e coesione che sono bloccati, ma i fondi per la sanità, i fondi per il trasporto. Non c’è ancora molta gente che nel Sud ha capito bene il pericolo che corriamo. Noi dobbiamo combattere con molta serenità e soprattutto superando questo clima di subalternità, di sottomissione, di vassallaggio. Siamo di fronte ad una prova di burocratismo che sta dando questo Governo che non si è mai vista. Questi sono i problemi reali. Tutto il resto sono strumentalizzazioni, assolutamente inutili e improprie”, ha concluso De Luca.

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Graziano (Pd), grave uso foto don Patriciello in campagna Fdi

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“La lotta alla camorra non può essere né irrisa, né strumentalizzata. La seconda cosa non è meno grave della prima” così il deputato democratico, Stefano Graziano, commenta l’utilizzo dell’immagine di don Patriciello nella campagna elettorale di un candidato di Fdi. Il riferimento è alla vicenda di cui riferisce la Repubblica Napoli.

Il deputato Marco Cerreto, in lizza per le Europee, solidarizza con don Maurizio Patriciello dopo la polemica innescata dal governatore De Luca. “Non avevo intenzione di strumentalizzare nessuno – dice interpellato dal quotidiano – non c’è scritto di votare per me. E’ una manchette che uso sempre sui social e su quella faccio la mia comunicazione”.

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Burlando, ho incontrato Spinelli per dargli un’opinione

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“Questo è uno scandalo che riguarda tutta l’Italia”. Lo ha detto l’ex presidente della Liguria ed ex sindaco di Genova Claudio Burlando, intervistato dal Corriere della sera. Secondo Burlando, il suo successore Giovanni Toti “dava l’impressione di trattare per sé, non per il bene pubblico”.

Anche l’ex governatore ha incontrato di recente l’imprenditore Aldo Spinelli: “Quarant’anni che mi occupo di queste cose. Molto complesse. Non mi sono mai negato quando qualcuno mi ha chiesto un confronto. Ribadisco: oggi io non ho alcun potere decisionale. In quel momento, Spinelli stava litigando con l’uomo genovese di Psa. Ogni volta che si libera un’area, in porto c’è una zuffa. Mi ha chiesto la mia opinione.

Credo che lui abbia reso pubblico l’incontro per fare ingelosire Toti. Tutto qui”, sostiene Burlando. E sulle parole del dirigente Pd Andrea Orlando, che ha definito ‘crepuscolare’ la fine del suo mandato, replica: “L’ho trovato un giudizio ingeneroso e poco informato. Andrea afferma anche di avere indicato Ferruccio Sansa, vicino ai Cinque Stelle, alle Regionali del 2020. Dove il centrosinistra ha avuto il peggior risultato della sua storia. Non so se faccia bene a rivendicare quella scelta. E non sono sicuro che sia questa la strada per vincere”.

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