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Scandalo Usa, controllori Stato investono in controllati

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Scandalo negli Usa, dove un gigantesco conflitto di interesse grava sulle agenzie del potere esecutivo preposte ai controlli nei vari settori, dall’ambiente alla difesa, dalla Borsa alla Banca centrale, dai farmaci agli alimenti e al lavoro. In pratica oltre il 20% dei ‘controllori’ possiede o scambia azioni di società (anche cinesi) su cui dovrebbe vigilare o prendere decisioni che influiscono sul loro andamento azionario, mentre quelle stesse società fanno lobbying su di loro per ottenere trattamenti favorevoli. E questo proprio mentre l’amministrazione Biden vorrebbe rafforzare il controllo su Big Tech, a partire dall’onnipresente e onnipotente Elon Musk, che preoccupa sempre di più l’establishment americano. Ad alzare il velo su questa sconcertante realta’ è il Wall Street Journal in quella che viene presentata come la prima puntata di una inchiesta dettagliatissima, dopo aver ottenuto e analizzato oltre 31 mila dichiarazioni finanziarie di circa 12 mila tra alti dirigenti, membri di staff politici e incaricati presidenziali dal 2016 al 2021, con dati su 850 mila asset finanziari e oltre 315 mila operazioni finanziarie, comprese quelle delle mogli e dei figli. Gran parte di questi dati non sono disponibili online o facilmente accessibili, e anzi diverse agenzie governative hanno frapposto ostacoli o non li hanno consegnati. Il quotidiano ha individuato oltre 2600 dirigenti di varie branche esecutive, dal Tesoro al Commercio, sia nelle amministrazioni repubblicane che democratiche, che avevano investimenti in conflitto con i loro incarichi, ossia oltre uno su cinque ‘senior officials’ delle 50 agenzie federali esaminate. In particolare più di 1800 hanno dichiarato il possesso o la vendita di azioni di almeno una delle quattro maggiori compagnie hi-tech: Meta (Facebook), Google, Apple e Amazon, tutte nel mirino delle autorita’ regolatorie. Oltre una cinquantina di dirigenti di cinque agenzie, compresa la Federal Trade Commission (Ftc) e il ministero di Giustizia, hanno riportato la compravendita di azioni di societa’ poco prima che i loro dipartimenti annunciassero azioni esecutive, come accuse e patteggiamenti, contro quelle quelle stesse società. E 70 funzionari si sono addirittura avventurati in più rischiose operazioni di Borsa, come lo ‘short selling’ o le ‘options trading’, con scambi in alcuni casi valutati tra i 5 e i 25 milioni di dollari. Nei sei anni passati al setaccio sono state rintracciate più di 90 ‘trade’ azionarie. All’Epa, l’agenzia per la protezione ambientale, quasi uno su tre dirigenti ha dichiarato investimenti in compagnie che stavano facendo lobbying sulla loro struttura: i dipendenti dell’agenzia e i loro famigliari sono risultati detenere complessivamente tra i 400 mila e i 2 milioni di dollari in azioni di major petrolifere in media ogni anno dal 2016 al 2021. Al Pentagono, invece, l’ammontare collettivo oscilla tra 1,2 e 3,4 milioni di dollari di azioni in aziende aerospaziali e della difesa. Alcuni addirittura avevano azioni di società cinesi (come Alibaba’) mentre Washington valutava se metterle nella sua blacklist. Il Wsj cita anche alcuni casi specifici, con tanto di nome e cognome. Come è potuto accadere? In gran parte, spiega il Wsj, i dirigenti etici hanno certificano che i dipendenti rispettavano le regole, che prevedono diverse esenzioni consentendo loro di tenere azioni in conflitto con il lavoro alla loro agenzia. Il problema fa parte di un quadro ancora più grande. Il Congresso è stato criticato a lungo per non vietare ai parlamentari di lavorare su materie in cui hanno interessi finanziari. Conflitto capitato anche ad oltre 130 giudici, secondo il quotidiano. Sarà quindi difficile in questo contesto dare un giro di vite su Bigh Tech. O mettere le briglie al sempre più ingombrante Musk, che qualcuno a Washington ha già ribattezzato “Elon, The Everywhere”: il governo Usa dipende sempre più da lui, dallo spazio alla difesa e alle auto elettriche.

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Idf, avanti con operazione Rafah per portare ostaggi a casa

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“Le Forze di Difesa di Israele stanno continuando la loro operazione mirata contro Hamas a Rafah come parte degli sforzi per ottenere una duratura sconfitta di Hamas e per portare a casa tutti i nostri ostaggi”. Lo ha detto il portavoce dell’Idf, Rear Admiral Daniel Hagari, in un video diffuso sul canale Telegram dell’esercito israeliano. “La nostra guerra – ha aggiunto – è contro Hamas non contro la popolazione di Gaza”.

“Le nostre operazioni contro Hamas a Rafah restano limitate e dirette a progressi tattici, aggiustamenti tattici, progressi militari e ad evitare aree densamente popolate – ha sottolineato il portavoce dell’Idf -. Dall’inizio della nostra azione mirata contro Hamas a Rafah abbiamo eliminato dozzine di terroristi, scoperto tunnel e numerose armi. Prima delle nostre operazioni invitiamo i civili a spostarsi temporaneamente nelle aree umanitarie e ad allontanarsi dal fuoco incrociato in cui li mette Hamas”.

“Negli ultimi giorni – ha spiegato Rear Admiral Daniel Hagari – abbiamo facilitato l’ingresso di 200.000 litri di carburante dal valico di Kerem Shalom, abbiamo facilitato e coordinato l’apertura di un nuovo ospedale da campo a Gaza e ci stiamo adoperando per consentire il flusso di aiuti umanitari verso Rafah attraverso il valico di Salah Al-Din Road. Solo negli ultimi giorni, ci siamo ricordati del perché il nostro attacco contro Hamas sia vitale: Hamas ha lanciato missili da Rafah verso il valico di Kerem Shalom attraverso il quale Israele lascia entrare gli aiuti umanitari per la popolazione di Gaza. E venerdì notte, Hamas ha lanciato 9 missili da Rafah verso la città israeliana di Beer Sheva, colpendo un parco giochi per bambini. Continueremo a compiere la nostra missione per ottenere la sconfitta di Hamas e per riportare a casa i nostri ostaggi”.

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Esercito ucraino, abbandonate posizioni a nord di Kharkiv

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L’unità Gostri Kartuzi delle forze speciali Omega della Guardia nazionale ucraina ha dichiarato ieri sera di essere stata costretta ad abbandonare alcune posizioni nel nord della regione di Kharkiv per il pesante assalto russo e che aree popolate sono passate sotto il controllo nemico. “Alle 14 (di sabato) sono iniziate battaglie per Glubokoye, di importanza strategica. Le perdite russe sono massicce, ma continuano a fare pressione e in alcuni punti hanno avuto successo”, si legge nel messaggio dell’unità su X che ha anche postato un video in cui si vede una colonna di fanteria russa in movimento a sud del villaggio di Morokhovets.

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Idf, avanti con operazione Rafah per portare ostaggi a casa

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“Le Forze di Difesa di Israele stanno continuando la loro operazione mirata contro Hamas a Rafah come parte degli sforzi per ottenere una duratura sconfitta di Hamas e per portare a casa tutti i nostri ostaggi”. Lo ha detto il portavoce dell’Idf, Rear Admiral Daniel Hagari, in un video diffuso sul canale Telegram dell’esercito israeliano. “La nostra guerra – ha aggiunto – è contro Hamas non contro la popolazione di Gaza”.

“Le nostre operazioni contro Hamas a Rafah restano limitate e dirette a progressi tattici, aggiustamenti tattici, progressi militari e ad evitare aree densamente popolate – ha sottolineato il portavoce dell’Idf -. Dall’inizio della nostra azione mirata contro Hamas a Rafah abbiamo eliminato dozzine di terroristi, scoperto tunnel e numerose armi. Prima delle nostre operazioni invitiamo i civili a spostarsi temporaneamente nelle aree umanitarie e ad allontanarsi dal fuoco incrociato in cui li mette Hamas”.ù

“Negli ultimi giorni – ha spiegato Rear Admiral Daniel Hagari – abbiamo facilitato l’ingresso di 200.000 litri di carburante dal valico di Kerem Shalom, abbiamo facilitato e coordinato l’apertura di un nuovo ospedale da campo a Gaza e ci stiamo adoperando per consentire il flusso di aiuti umanitari verso Rafah attraverso il valico di Salah Al-Din Road. Solo negli ultimi giorni, ci siamo ricordati del perché il nostro attacco contro Hamas sia vitale: Hamas ha lanciato missili da Rafah verso il valico di Kerem Shalom attraverso il quale Israele lascia entrare gli aiuti umanitari per la popolazione di Gaza. E venerdì notte, Hamas ha lanciato 9 missili da Rafah verso la città israeliana di Beer Sheva, colpendo un parco giochi per bambini. Continueremo a compiere la nostra missione per ottenere la sconfitta di Hamas e per riportare a casa i nostri ostaggi”.

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