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Cronache

Scacco al clan D’Alessandro, 11 arresti per traffico di droga

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I carabinieri sono entrati in azione nottetempo tra Castellammare di Stabia, Pompei e Napoli per dare esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice delle indagini preliminari di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia nei confronti di 11 indagati ritenuti responsabili a vario titolo  di estorsione aggravata in concorso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dalla finalità di agevolare il locale clan camorristico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. Tutti gli arrestati vengono definiti dai carabinieri “soggetti vicini al clan D’Alessandro”.

Le indagini che hanno portato all’esecuzione di 11 misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati ritenuti vicini al clan camorristico D’Alessandro attivo a Castellammare di Stabia (Napoli) sono scattate nel 2015, quando un esponente di spicco della famiglia egemone nel Rione Savorito, quella degli Imparato, anche conosciuti col nome dei Paglialoni, fiancheggiatori del clan D’Alessandro, ha avvicinato il titolare di un esercizio commerciale per imporgli la fornitura di estintori. Le indagini coordinate dalla Dda e condotta dai Carabinieri di Castellammare hanno consentito di accertare l’attività estorsiva posta da appartenenti alla famiglia Imparato che effettuavano il recupero di crediti insoluti, anche nei confronti di appartenenti ad altri clan, e di smantellare la storica piazza di spaccio del rione Savorito, facente capo agli Imparato, all’interno della quale operavano con precise mansioni addetti alla vendita di cocaina, marijuana e hashish, costantemente rimpiazzati dopo gli arresti, custodi della droga e vedette che, a bordo di biciclette elettriche, per le vie del rione, erano poste a guardia del dispositivo.

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Cronache

Morto Luca Beatrice, presidente della Quadriennale di Roma

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“Due fratelli non sono due amici. Sono rami dello stesso albero che possono divergere con gli anni… ma il loro legame sarà eterno. Ciao Luca fai buon viaggio”. Lo scrive su Facebook Giulio Beatrice, fratello di Luca (nella foto Imagoeconomica in evidenza), annunciando così la morte del presidente della Quadriennale di Roma 2025. “Amico mio, fratello mio, io non ho parole. Non ho proprio parole. Te ne sei andato così, all’improvviso, da ragazzaccio dispettoso, da biker che non vuole perdere tempo coi convenevoli”, sono le parole sui social di Angelo Mellone, direttore Day Time Rai.

“Chissà, dove sei adesso – prosegue Mellone nel post – se potrai ammirare quella perfezione nell’arte che hai inseguito e raccontato per tutta la vita. Che tu possa guardarci dall’alto di un deltaplano o di un aereopoema, cuore mio”. Sono decine al momento i messaggi sotto i due post di condoglianze e cordoglio, mentre si moltiplicano i messaggi di cordoglio sui social, dall’attore Edoardo Sylos Labini alle riviste di arte. Sul profilo di Luca Beatrice una foto postata pochi giorni fa con Oliviero Toscani e il gallerista Antonio Colombo, in occasione della scomparsa dello stilista.

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Cronache

‘Ndrangheta, le infiltrazioni nel Torinese: 35 indagati

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Sono 35 le persone che hanno ricevuto dalla Direzione distrettuale antimafia del Piemonte l’avviso di chiusura indagini al termine di un’inchiesta sulla presenza della ‘ndrangheta nel Torinese. Fra gli indagati figura l’imprenditore Roberto Fantini, chiamato in causa nella veste di ex amministratore di Sitalfa (la società che cura la manutenzione dell’autostrada del Frejus in Valle di Susa), che secondo l’accusa avrebbe favorito aziende legate alla criminalità organizzata. Gli accertamenti hanno portato alla luce le iniziative di una articolazione della ‘ndrangheta, a Brandizzo (Torino), legata alle ‘ndrine Nirta e Pelle, del locale di San Luca.

Nell’elenco degli indagati compare anche Salvatore Gallo, indicato negli atti come “esponente del Pd” e presidente dell’associazione Idea-To. A suo carico non sono ipotizzati reati di mafia. Tra gli episodi che gli sono contestati figura una violazione della legge elettorale del 1960: in occasione delle amministrative del 2021 avrebbe tentato di far raccogliere dei voti a favore di una candidata di sua fiducia promettendo al ‘collettore’, in cambio, di aiutarlo a ottenere una visita medica specialistica e un intervento chirurgico in tempi brevi.

Ovviamente per tutte le persone indagate c’è il principio di non colpevolezza. Parliamo di persone innocenti fino al terzo grado di giudizio.

 

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Cronache

Comune Napoli, ricorso contro sentenza su inquinamento acustico

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“Il Comune di Napoli dal 2023 ha messo in campo una serie di azioni a tutela della vivibilità cittadina, in primo luogo attraverso il nuovo regolamento di polizia e sicurezza urbana che già prevede il divieto degli strumenti di amplificazione, comunque alimentati, e l’utilizzo di strumenti di percussione sia all’esterno dei locali che per strada, fatta eccezione per le attività autorizzate per eventi”. Il giorno dopo la sentenza del tribunale che ha condannato il Comune di Napoli a risarcire i residenti di piazza Bellini e zone limitrofe per l’inquinamento acustico provocato dalla movida, arriva la replica dell’ente che – si precisa – è pronto a ricorrere in appello.

“Inoltre – si spiega dal Comune – l’Amministrazione ha come obiettivo l’aggiornamento della disciplina del piano di zonizzazione acustica comunale e – per il tramite dell’ufficio Tutela dell’Ambiente, della Salute e del Paesaggio – sta approntando una normativa dedicata alla “movida”, in linea con le grandi città a livello nazionale. Nel nuovo regolamento è stata introdotta la sanzione di “abuso del titolo” anche nei casi di violazione della legge quadro sull’inquinamento acustico ex L. 447/1995, grazie alla quale i locali non autorizzati ad emettere musica o in violazione dell’autorizzazione rilasciata, sono sanzionati non solo con una multa ma in caso di recidiva con una sospensione fino alla chiusura dell’attività”.

“Numerosi in tal senso – ricorda il Comune – sono stati gli interventi della Polizia Municipale. L’Amministrazione comunque continuerà, dunque, a presidiare le zone maggiormente interessate per garantire il rispetto delle norme vigenti e l’applicazione di sanzioni più severe avverso gli esercenti ove necessario. Tutte le piazze storiche della città sono per vocazione un luogo di aggregazione, il rumore è generato dagli avventori e bisogna contemperare, pertanto, il diritto alla socialità con il diritto al riposo dei residenti”. “Pertanto – si sottolinea – l’Amministrazione Comunale sta mettendo in campo tutte le azioni amministrative possibili per limitare il disturbo della quiete pubblica e sta valutando la presentazione del ricorso avverso la sentenza eccependo le argomentazioni del giudice nella motivazione del dispositivo. Infine, il sindaco Gaetano Manfredi porterà il tema a livello nazionale promuovendo un confronto con altre città italiane che presentano situazioni analoghe”.

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