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Cronache

Santo Stefano in treno per migliaia di passeggeri, fino a sei ore per viaggiare da Napoli a Roma in treni ad Alta Velocità

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“Santo Stefano in carrozza”. Non è il titolo di un nuovo cinepanettone, ma è  quello che è accaduto a centinaia di persone che tornavano a casa dopo le festività natalizie. Prendere l’Alta Velocità dovrebbe significare  viaggiare da una parte all’altra del Paese comodamente in pochissimo tempo. La tratta Napoli – Roma – Napoli è quasi come prendere una metropolitana. In poco più di un’ora si raggiunge Roma, stesso tempo per tornare a Napoli. Ed è quasi sempre così. Eccetto questo 26 dicembre.
Qualcosa è andato storto e ci sono stati ritardi pesantissimi. Il treno Italo, potenza da Roma Termini alle 15 in punto, arrivo previsto a Napoli Centrale per le 16.20, ha fatto registrare un ritardo incredibile.
Dopo 45 minuti di viaggio, più o meno dalle parti di Frosinone, il treno sia  fermato. La voce del capotreno ha annunciato  un ritardo non quantificabile a causa di un convoglio di un’altra compagnia (Frecciarossa) fermo per un guasto.  Passano tre ore il treno non si muove.
L’attesa è snervante, le rassicurazioni del  personale di viaggio (gentilissimo) diciamo che sono poco rassicuranti.
Dopo tre la decisione di portare indietro il treno fino alla stazione di Anagni per passarlo sui binari della linea tradizionale e proseguire su una  tratta che non è ad alta velocità. Infine l’ennesimo cambio di programma. Il treno tornerà sì indietro, ma fino a Termini, per poi ripartire sulla vecchia linea via Formia.
Praticamente dopo più di tre ore, il treno ritorna esattamente da dove è partito per fare un viaggio nello stesso tempo di un treno normale. Due ore e venti minuti circa il viaggio per Napoli.
Unica nota positiva finale di un Santo Stefano da incubo, l’annuncio di un indennizzo che vedrà la restituzione del 100%del costo del biglietto più il 100%. I clienti potranno anche decidere di monetizzare i vouchers.

La piena efficienza della linea Alta Velocità Napoli-Roma è stata ripristinata solo in tardissima nottata. Ma che cosa era accaduto. Lo chiarisce una nota di Rfi. “Si è verificato  – si legge – un problema alla circolazione ferroviaria sulla linea ad Alta Velocità Roma – Napoli per un guasto all’infrastruttura nella tratta tra Cassino e Pignataro. La Sala operativa di Rfi, gestore dell’infrastruttura, ha immediatamente provveduto a instradare i treni che non erano ancora partiti da Roma e Napoli sui percorsi alternativi via Formia e via Cassino con tempi di viaggio allungati fino a 90 minuti. Intanto le squadre tecniche di Rfi, composte da oltre 20 persone, hanno raggiunto il tratto di linea interessato per ripristinare l’efficienza dell’infrastruttura prevista alle 21 per un binario e entro le 22 su entrambi”. “Cinque Frecce AV – si spiega – sono rimaste temporaneamente bloccate lungo la linea AV e sono state fatte tornare nelle stazioni di Napoli Centrale e Roma Termini per essere successivamente inoltrate sui percorsi alternativi via Formia e Cassino. Trenitalia ha potenziato i servizi di assistenza nelle stazioni interessate dell’intera rete AV, con l’impegno di oltre 40 persone e la distribuzione di oltre 600 kit di conforto, ha istituito servizi navetta con tre bus tra Napoli Afragola e Napoli Centrale, e informato le persone in viaggio anche tramite messaggi sms, ne sono stati inoltrati 3.800, e sui canali social”. “Trenitalia – conclude la nota – ha disposto infine il rimborso integrale del biglietto ai viaggiatori delle Frecce il cui ritardo ha superato le tre ore”. Italo, per gli stessi disagi fatti patire ai suoi clienti, ha invece pagato il doppio.

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Elezioni comunali con 23 liste a Bisegna: il trucco della vacanza retribuita dietro una farsa elettorale

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Incredibile ma vero: 23 liste si sono presentate per le elezioni amministrative di Bisegna, minuscolo comune abruzzese in provincia dell’Aquila, con appena 212 abitanti. Un numero spropositato che nasconde una realtà scandalosa: 21 liste su 23 sono composte da agenti della polizia penitenziaria che si sono candidati non per partecipare davvero al processo democratico, ma per usufruire di un mese di aspettativa retribuita, garantita dalla legge, con la scusa della campagna elettorale.

Il vero scopo: un mese di ferie pagate

Delle 23 liste, solo due rappresentano candidati locali che hanno a cuore il futuro del paese. Le altre sono state messe in piedi esclusivamente per consentire ai candidati di prendere ferie retribuite: un abuso normativo che trasforma le elezioni, fondamento della democrazia, in una comoda vacanza a spese dei contribuenti. Una beffa clamorosa, soprattutto se si pensa che alle ultime elezioni hanno votato solo 150 persone.

Un meccanismo che tradisce la fiducia nelle istituzioni

Questa vicenda getta un’ombra pesante sulla credibilità del sistema elettorale locale. Organizzare liste fittizie per ottenere privilegi economici senza alcuna intenzione di governare o migliorare la vita di una comunità tradisce lo spirito delle elezioni, nate per consentire ai cittadini di scegliere chi li rappresenterà davvero.

Un caso che chiede risposte immediate

La situazione di Bisegna impone una riflessione urgente: è inaccettabile che le regole, pensate per garantire la partecipazione democratica, vengano piegate a interessi personali. Serve un intervento normativo che blocchi questi abusi e ristabilisca il rispetto per un diritto fondamentale come quello del voto.

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Un 19enne muore in un incidente in bicicletta

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Un giovane di 19 anni, di origine nigeriana, è morto questa sera in un incidente stradale avvenuto lungo via Roma, a Roscigno, nel Salernitano. Secondo una prima ricostruzione, il ragazzo, ospite del centro di accoglienza Sai del comune degli Alburni, stava rientrando dopo aver fatto la spesa quando ha perso il controllo della bicicletta ed è finito contro un albero sul lato opposto della carreggiata. Restano da chiarire le cause dell’impatto: al momento non si esclude alcuna ipotesi, dal coinvolgimento di altri veicoli a una manovra improvvisa per evitare un ostacolo. Possibile anche che il giovane abbia avuto difficoltà a gestire le buste della spesa durante la pedalata. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, ma per il 19enne non c’era più nulla da fare. Per risalire all’esatta dinamica dell’incidente indagano i carabinieri della compagnia di Sala Consilina.

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Identikit del nuovo Papa, chi raccoglie eredità Francesco

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Il principale, grande nodo che i cardinali che si riuniranno nella Sistina dovranno sciogliere nell’individuare la figura del nuovo Pontefice sarà su chi potrà raccogliere la grande eredità di papa Francesco. I tanti cantieri aperti lasciati dal Pontefice scomparso, i “processi avviati” come li chiamava lui, sono altrettanti capitoli di cui scrivere un futuro e su cui, se possibile, non fermarsi, né tanto meno tornare indietro. Quando dodici anni fa si dimise Benedetto XVI, la Chiesa attraversava una grave crisi, provata dagli scandali come il primo Vatileaks, le ondate di rivelazioni sugli abusi sessuali – peraltro favorite proprio da Ratzinger, il primo a promuovere la ‘tolleranza zero’ -, e la stessa rinuncia del Papa per l’età avanzata e le difficoltà nel fare fronte alle resistenze interne, che avevano fatto fortemente ondeggiare la ‘barca di Pietro’.

E il mandato dei cardinali a chi sarebbe diventato il nuovo Papa era stato di rifondare la Chiesa su una nuova base di rinascita cristiana e di rilanciata missione evangelizzatrice. Proprio quello che ha perseguito, non senza pesanti ostacoli, Jorge Mario Bergoglio in questi dodici anni di pontificato, con le riforme in primo luogo finanziarie, poi della Curia con l’inedito mandato ‘di governo’ anche ai laici e alle donne, sulla protezione dei minori, e col proprio atteggiamento personale di radicalità cristiana, di vicinanza ai più poveri, ai migranti, agli ‘scartati’, di indefessa abnegazione in favore della pace, della fratellanza umana e del dialogo con le altre religioni. Un insieme di spinte in avanti che rimettono in primo piano molti dei propositi ancora inattuati del Concilio Vaticano II, finora gravati da contrarietà e passività all’interno della Chiesa.

Senza contare l’ultimo grande cantiere aperto da Francesco, quello della Chiesa ‘sinodale’, su cui a parte i due Sinodi già svolti il Papa defunto ha indetto un ulteriore triennio per l’attuazione, con una grande e finale “assemblea ecclesiale” già programmata per l’ottobre del 2028. Un’eredità, quindi, in buona parte già scritta quella che dovrà raccogliere il prossimo, e 266/o, successore di Pietro. Che dovrà riprendere in mano tutte le riforme e portarle avanti secondo le proprie sensibilità e priorità. Oltre che con la necessaria autorevolezza e capacità di governo, qualità indispensabili per il pastore universale di un organismo della complessità e vastità della Chiesa cattolica.

Questo, insomma, sarà l’identikit del nuovo Papa, almeno per chi pensa che sulla rivoluzione imposta da Bergoglio in tanti settori ecclesiali “non si può tornare indietro”. E, a parte gli elenchi dei papabili e i possibili fronti contrapposti, nelle congregazioni generali pre-Conclave, come accadde proprio nel 2013 con la successiva elezione di Francesco, avrà la meglio chi nei propri interventi riuscirà a trasmettere carisma e a catalizzare maggiormente i convincimenti dei confratelli. Non mancherà certo l’assalto dei restauratori, di chi nel Collegio cardinalizio vorrebbe riportare indietro l’orologio della storia e fare piazza pulita di molte delle innovazioni di Francesco, in particolare in campi come la pastorale della famiglia (c’è chi non nasconde di non aver ancora digerito la comunione ai divorziati risposati) o peggio ancora le benedizioni alle coppie gay, o anche i rapporti con le altre religioni, oppure certe fughe in avanti tuttora mal sopportate.

Il fatto che ben 108 dei 135 cardinali elettori, cioè l’80 per cento, siano stati nominati da Francesco non garantisce sul risultato finale: si tratta di un gruppo molto composito, tra cui molti non si conoscono fra loro, e che comprende anche fieri oppositori della linea di Bergoglio. Un nome per tutti, l’ex prefetto per la Dottrina della fede, Gerhard Ludwig Mueller, fiero oppositore della linea bergogliana. L’esito del Conclave è dunque molto incerto. E a parte i favoriti elencati finora dai media, è possibile che alla fine prevalga un nome del tutto a sorpresa.

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