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Spettacoli

Sanremo riparte col “booster” di Fiorello che prende i giro i no-vax e i Maneskin

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Se l’Italia si e’ ‘ritrovata’ nel Mattarella bis al Quirinale, il terzo mandato di Amadeus a Sanremo riparte dal “Mattarella dell’intrattenimento”: arriva Fiorello e il festival decolla. Mascherina nera tempestata di brillantini, termoscanner alla mano, lo showman entra dall’esterno del teatro, misura la febbre agli spettatori, al maestro Leonardo de Amicis, al direttore di Rai1 Stefano Coletta, accolto dall’ovazione del pubblico in sala: “Mi siete mancati, sono la vostra terza dose, sono il booster dell’intrattenimento”. Assediato da mesi dal pressing di Amadeus, si sente effettivamente “un po’ Mattarella: neanche lui voleva tornare, aveva fatto i suoi piani, voleva fare The Voice Senior”, dice, e poi chiama l’applauso e il coro dell’Ariston per il capo dello Stato. “Draghi ci voleva andare al Quirinale, aveva gia’ preparato il discorso di fine anno a banche unificate”, scherza Fiore e punge i no vax e il complottismo, toccandosi il braccio: “Attenzione e’ il vaccino, sono i poteri forti, e’ il microchip, il grafene…”. “La prima volta sono venuto per amicizia, la seconda per confermarla, stavolta invece per romperla”, incalza rivolto all”ex amico’ Ama. “Sai quando ci rivediamo io e te? Al funerale, il primo che se ne va l’altro lo va a trovare. Tanto se nostro signore fa l’appello, tu arrivi prima con la A”. Suggerisce la sua ricetta per il futuro di Sanremo (“Chiamate il generale Figliuolo: dal teatro Astrazeneca, prima cantano gli over 80”) e poi travolge il teatro con un medley di ‘canzoni tristi’: “E’ un periodo molto triste, ma la tristezza va combattuta con il buonumore”. Apertasi con gli occhi lucidi di Amadeus, emozionato per il teatro di nuovo pieno (“Sara’ l’eta’, o la vostra presenza… bentornati!”), la serata si accende ancora con i Maneskin, al ritorno sul palco che li ha lanciati sul tetto del mondo e che stasera li premia con una doppia standing ovation: Amadeus li va a prendere in hotel in golf car, Damiano, Victoria, Ethan e Thomas regalano al pubblico Zitti e buoni e Coraline e alla fine si commuovono anche loro e al frontman spuntano le lacrime.

La co-conduttrice e’ Ornella Muti: preceduta dalle polemiche sul suo sostegno all’uso terapeutico della cannabis, entra ‘in punta di piedi’ nel festival, prima in abito color nudo-argento, poi in nero con spacco profondo, prestandosi alla liturgia delle presentazioni, poi rende omaggio ai grandi con cui ha lavorato, da Ugo Tognazzi a Alberto Sordi, da Massimo Troisi a Francesco Nuti e lancia un appello: “Mi raccomando, andate a cinema e a teatro, ci regalano emozione e magia”. In gara in primi dodici Big: l’istrionico Achille Lauro, torso nudo e pantaloni neri latex, canta Domenica e si autobattezza con una conchiglia; Yuman, il vincitore di Sanremo Giovani, con Ora e qui; Noemi, in voile color salmone, alla settima volta all’Ariston con Ti amo non lo so dire; un emozionato Gianni Morandi con Apri tutte le porte, che lancia il Fantasanremo per la gioia dei giocatori virtuali; La Rappresentante di Lista che chiude con il pugno chiuso l’esibizione sulle note di Ciao Ciao; Michele Bravi con Inverno dei fiori; Massimo Ranieri, di nuovo in gara dopo 25 anni, con Lettera di la’ dal mare, storia di migranti; Mahmood e Blanco, tra i favoriti della vigilia, che fanno venire i ‘Brividi’ con un pezzo tra i piu’ convincenti; Ana Mena con Duecentomila ore; Rkomi con Insuperabile. Dargen D’Amico canta Dove si balla, “speriamo di tornare presto a ballare nelle discoteche, luoghi di grande aggregazione”, auspica Amadeus; Giusy Ferreri e’ in gara per la quarta volta, con Miele. Emozionato, quasi a disagio Matteo Berrettini, che ha lasciato la racchetta per lo smoking e festeggia il sesto posto nel ranking mondiale Atp con la famiglia in platea e Fiorello che racconta il suo sogno da bambino di diventare un tennista. Tutti in piedi a ballare con i Meduza e Hozier con la hit mondiale Tell It To My Heart. Quest’anno c’e’ anche il palco sull’acqua: dalla Costa Toscana Orietta Berti, vestita di rosso fuoco, e Fabio Rovazzi lanciano Colapesce Dimartino con un’altra hit dello scorso anno, Musica leggerissima.

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Cinema

Cristina Comencini: il cinema delle donne è una nuova ricchezza. Io dalla parte delle donne sempre

Cristina Comencini racconta al Corriere della Sera il successo de “Il treno dei bambini”, la sua visione sul cinema delle donne, la politica e il suo nuovo amore.

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Cristina Comencini (le foto sono di Imagoeconomica), con il suo ultimo film “Il treno dei bambini” tratto dal romanzo di Viola Ardone e disponibile su Netflix, ha raggiunto quasi trenta milioni di visualizzazioni. «Mi sembra incredibile», racconta, «ma credo che il tema profondo del dopoguerra, del trauma che la guerra lascia sui sentimenti, abbia colpito il pubblico di tutto il mondo».

Il cinema tra piattaforme e sale

«Portare la gente in sala è bellissimo, ma difficile. Le piattaforme e il cinema possono coesistere. L’importante è, come diceva mio padre Luigi Comencini, mantenere sempre la massima verità e bellezza in quello che si crea», afferma Cristina, riflettendo sulla trasformazione del mondo cinematografico.

Il successo e la nuova generazione di registe

Comencini riconosce l’importanza del successo ma non lo vive come un punto di arrivo: «È un mestiere da montagne russe». È felice dell’affermazione di tante donne nel cinema italiano, come Paola Cortellesi, sottolineando: «Il cinema si è finalmente aperto alle storie delle donne, arricchendosi di nuove prospettive».

Il rapporto con la famiglia e il film di Francesca Comencini

Cristina racconta il forte legame con le sorelle e commenta il film di Francesca Comencini su loro padre Luigi: «Una scelta giusta. Ognuno vive un padre a modo suo». Nessuna gelosia, ma un affetto profondo che ha sempre unito la famiglia.

CRISTINA COMENCINI REGISTA

Politica, femminismo e il ruolo di Giorgia Meloni

Comencini ribadisce la sua radice di sinistra e il suo impegno per il femminismo: «Il sostegno reciproco tra donne non deve mai venir meno». Sul premier Giorgia Meloni, pur nella distanza politica, riconosce: «Per la sua parte politica sta facendo bene».

I cambiamenti nell’estetica e il coraggio delle attrici

Parlando di Giovanna Mezzogiorno, Cristina denuncia il problema della discriminazione estetica nel cinema: «Finalmente si inizia a dare meno peso all’apparenza e più al talento».

La maternità precoce e l’amore ritrovato

Diventata madre a 18 anni, Cristina confida di non aver rimpianti: «Mi ha dato la ricchezza di tutto ciò che ho scritto». Oggi vive una nuova fase felice della sua vita con il documentarista francese François Caillat, tra Roma e Parigi.

Il futuro: un nuovo romanzo in arrivo

Cristina annuncia anche il suo prossimo romanzo, “L’epoca felice”, che uscirà a ottobre per Feltrinelli: «Parlerà dell’adolescenza e della capacità della vita di sorprenderci anche quando meno ce lo aspettiamo».

 

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Spettacoli

Gwyneth Paltrow è stanca della dieta, ‘ora mangio pane e pasta’

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Gwyneth Paltrow ha affermato di essere tornata a mangiare cibi che in precedenza aveva eliminato dalla sua rigidissima dieta, tra cui pane, pasta e formaggio. Lo riporta la Bbc. L’attrice premio Oscar, diventata negli anni una guru del salutismo ha seguito e promosso diversi regimi alimentari negli anni. “Ho seguito per un certo periodo una dieta macrobiotica ferrea e così sono diventata ossessionata da un’alimentazione molto, molto sana”, ha detto nell’ultima puntata del suo podcast spiegando di essersi dedicata al “benessere e al cibo” a causa del cancro alla gola che ha ucciso il padre. Poi lei e il secondo marito, Brad Falchuk, hanno iniziato a seguire la dieta paleo, basata sul principio che ci si debba nutrire “come i nostri antenati”. Di recente però, Paltrow ha ricominciato a mangiare “pane a lievitazione naturale e un po’ di formaggio e un po’ di pasta”.

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Musica

Rocco Hunt, il ragazzo di giù diventa grande: “Ho 30 anni e ancora la rabbia del Sud”

Esce l’album Ragazzo di giù: tra neomelodico, rap e introspezione, la maturità artistica di un figlio del Sud.

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A 30 anni, Rocco Hunt ha già alle spalle 15 anni di carriera, una vittoria a Sanremo, hit estive, strofe militanti e un’identità artistica sempre più nitida. Ma oggi, con il nuovo album Ragazzo di giù, in uscita venerdì, Rocco — per molti ancora affettuosamente “Rocchino” — completa un percorso che lo conferma maturo, consapevole e profondamente legato alle sue radici.

“Sono fortunato, canto chi non lo è stato”

Il brano che dà il titolo al disco è un manifesto identitario.
“Io sono il ragazzo di giù fortunato”, spiega Rocco, “quelli che canto sono stati meno fortunati, magari non hanno dovuto lasciare casa, ma hanno pagato altri prezzi”. La nostalgia per la sua terra non è solo geografica, è memoria viva di un mondo che spesso si perde tra le distanze culturali.

Tra disagio e riscatto: “A Nord si perdono i valori”

“Oggi Napoli fa figo, ma vivere al Nord è diverso”, dice. Il successo, per lui, ha un prezzo. “Contano i numeri, non i valori”, afferma, parlando anche del figlio Giovanni, 8 anni, cresciuto tra Milano e Napoli: “Ha un accento diverso, ma deve sapere da dove viene, imparare l’inglese e la cazzimma partenopea”.

Il dialetto come identità: “È mamma, papà e biberòn”

Per Rocco il dialetto non è solo stile, ma lingua del cuore:
“È la strada dove sei cresciuto, la voce dei tuoi nonni, il suono dell’anima”. E anche se ha girato l’Italia e il mondo, resta anima di Scampia, del Sud e dei suoi contrasti.

Il rap, il neomelò, e il coraggio delle parole

Ragazzo di giù è un album eterogeneo, che passa da Gigi D’Alessio a Massimo Pericolo, da Irama a Baby Gang, mischiando il rap con la melodia napoletana e l’attualità più bruciante. In Demone santo, per esempio, denuncia con rabbia il crollo del ballatoio della Vela di Scampia:
“Quelle creature sono vittime dello Stato. A che serve il tricolore sulle bare bianche, se Cristo in quelle case non ci entra?”

Sanremo, De Filippo e il mare della costiera

Nel disco anche introspezione e memoria, con brani come ‘A notte, ispirato a Eduardo De Filippo, e Domani chissà, dove Rocco rievoca lo scugnizzo che si tuffava a bomba nel mare della costiera. E non manca un pensiero al futuro:
“Vorrei un secondo figlio”, dice, ma con il timore delle malattie, dei sacrifici, della fragilità.

Il tour: dal Molise a Milano, passando per la Reggia

Il tour estivo partirà il 20 giugno da Campobasso, con gran finale l’11 settembre alla Reggia di Caserta e il 6 ottobre all’Unipol Forum di Milano.
“Senza le mie radici non sarei quello che sono”, conclude Rocco.
E quando gli chiedono se oggi è ancora “‘nu juorno buono”, risponde senza esitazioni:
“Sì. Ma è sempre più difficile non vedere le nuvole all’orizzonte”.

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