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Sanità, la ministra Giulia Grillo presenta i 30 scienziati che entrano nel Consiglio Superiore di Sanità

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“Nessuno spazio alla spartizione politica, basta guardare il ranking dal quale sono stati estratti i nomi degli esperti in base alle pubblicazioni sulle maggiori riviste scientifiche. Un lavoro schematico, trasparente, io neppure li conoscevo se non di fama. Così ho parato colpi e critiche”. Lo dice, in una intervista al Corriere della sera, il ministro della Sanità, Giulia Grillo, a proposito dei trenta nuovi esperti nominati al Consiglio superiore di sanita’. “Vogliamo mettere in discussione anche lui – aggiunge Grillo sulla discussa nomina di Camillo Ricordi che aprì al metodo Stamina -? E’ il settimo in graduatoria per numero di pubblicazioni, dico solo questo. Tre dei componenti lavorano all’estero e il loro contributo è importante perchè portano esperienze diverse da quella italiana”. “Al primo posto – continua – c’è il nefrologo Giuseppe Remuzzi, insomma abbiamo raccolto i migliori. Mi dispiace non aver potuto cooptare l’immunologo Alberto Mantovani, troppo impegnato. Ci sono un giurista, un’infermiera e un manager sanitario. E’ la prima volta”. Sulla scarsita’ delle donne nel nuovo Css, Grillo spiega: “Non ho guardato al sesso, noi come movimento politico non siamo per le quote rosa. Conta la capacita’, che prescinde dall’essere maschio o femmina. Sarebbe potuto succedere il contrario se nella classifica dei top scientist avessimo trovato figure di donne”. Grillo fa quindi sapere di aspettarsi dal Consiglio “moltissimo, finora è stato sottoutilizzato. Per prima cosa chiederò un documento sul Car T, la strategia terapeutica per la cura di alcuni tumori del sangue, rivoluzionaria e molto costosa. Tra gli esperti si discute se considerarlo un farmaco o una tecnologia e la distinzione non e’ una sottigliezza”. Restera’ il numero chiuso a medicina? “Stiamo valutando con il ministero dell’Istruzione, il numero chiuso non premia il merito ma la fortuna e la memoria”.

 

Ecco l’elenco dei nuovi membri non di diritto del Consiglio superiore di sanità

  • Prof. Sergio ABRIGNANI
    Ordinario di Patologia Generale – Università di Milano
  • Prof. Adriano AGUZZI
    Direttore dell’Istituto di Neuropatologia di Zurigo
  • Prof. Mario BARBAGALLO
    Ordinario di Geriatria – Università di Palermo
  • Prof. Mario Alberto BATTAGLIA
    Ordinario di Igiene e Salute Pubblica – Università di Siena
  • Prof. Luca BENCI
    Docente di diritto sanitario – Università di Firenze
  • Prof. Renato BERNARDINI
    Ordinario di Farmacologia – Università di Catania
  • Prof. Giuseppe CAMPANILE
    Ordinario di Scienze e Tecnologie Animali – Università “Federico II” di Napoli
  • Prof. Claudio COBELLI
    Ordinario di Bioingegneria – Università di Padova
  • Prof. Giulio COSSU
    Ordinario di Medicina Rigenerativa – Università di Manchester
  • Prof. Giuseppe CURIGLIANO
    Associato di Oncologia Medica – Università di Milano
  • Prof. Bruno DALLAPICCOLA
    Direttore Scientifico dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
  • Prof. Domenico DE LEO
    Ordinario di Medicina Legale – Università di Verona
  • Prof.ssa Paola DI GIULIO
    Associato di Scienze Infermieristiche – Università di Torino
  • Prof. Marco FERRARI
    Ordinario di Malattie Odontostomatologiche – Università di Siena
  • Prof. Carlo FORESTA
    Ordinario di Endocrinologia – Università di Padova
  • Prof.ssa Silvia GIORDANO
    Ordinario di Istologia – Università di Torino
  • Prof. Andrea GIUSTINA
    Ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo – Università S. Raffaele di Milano
  • Prof. Andrea LAGHI
    Ordinario di Radiologia – Università La Sapienza di Roma
  • Prof. Franco LOCATELLI
    Direttore Dip. di Onco – Ematologia Pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù
  • Prof. Francesco LONGO
    Associato Dip. Analisi Politiche e Management Pubblico – Università Bocconi di Milano
  • Prof. Vito MARTELLA
    Ordinario di Malattie Infettive degli animali domestici – Università di Bari
  • Prof.ssa Maria G. MASUCCI
    Ordinario di Virologia – Karolinska Institute di Stoccolma – Membro Commissione Nobel
  • Prof. Marco MONTORSI
    Rettore dell’Università HUMANITAS
  • Prof. Paolo PEDERZOLI
    Ordinario di Chirurgia Generale – Università di Padova
  • Prof. Giuseppe REMUZZI
    Direttore dell’Irccs  “Mario Negri” di Milano
  • Prof. Camillo RICORDI
    Chirurgia e Medicina dei Trapianti cellulari – Università di Miami (USA)
  • Prof. Massimo RUGGE
    Ordinario di Anatomia Patologica ed Oncologia – Università di Padova
  • Prof. Giovanni SCAMBIA
    Direttore Scientifico Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs Univ. Cattolica
  • Prof. Fabrizio STARACE
    Direttore Dip. Salute Mentale e Dipendenze Patologiche – AUSL di Modena
  • Prof. Paolo VINEIS
    Ordinario di Epidemiologia – Imperial College di Londra

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Cronache

Maxi incidente fra autotreni sulla A1, traffico bloccato, code fino a 18 km

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Uno scontro fra autotreni ha diviso l’Italia a metà per ore, con file di auto fino a venti chilometri. L’incidente sulla A1 Milano-Napoli, nel tratto compreso tra San Vittore e Caianello verso Napoli, all’altezza del km 691: quattro i mezzi pesanti coinvolti. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco, i soccorsi sanitari e meccanici, le pattuglie della Polizia Stradale ed il personale della Direzione 6° Tronco di Cassino di Autostrade per l’Italia. Agli utenti in viaggio verso Napoli, è stato consigliato di uscire a Cassino e rientrare a Caianello dopo aver percorso la viabilità ordinaria: adesso l’incidente è stato risolto ma per chi sta tornando verso Napoli ci sono ancora più di 10 km di coda.

 

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Economia

Allarme Upb sul Superbonus, Parlamento studia deroghe

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La “generosità” dell’agevolazione, le ripetute proroghe, un sistema di controlli che ha favorito la “diffusione di comportamenti opportunistici e fraudolenti”, la concessione di deroghe. Nasce anche da qui il ‘vulnus’ con cui il Superbonus si è trasformato in una zavorra per i conti pubblici, lasciando “una pesante eredità sul futuro”. L’Ufficio parlamentare di Bilancio lancia l’allarme e invita a far tesoro di questa esperienza per ridisegnare le future agevolazioni. Il Parlamento intanto prepara nuove modifiche all’ultima stretta impressa dal governo, comprese nuove deroghe per altre aree colpite dal terremoto o il coinvolgimento dei Comuni nei controlli. E sul Superbonus si accende un faro anche oltreoceano, con il Fondo Monetario Internazionale che sprona l’Italia a ridurre il debito. La crescita, stimata allo 0,7% nel 2024 e 2025, è destinata a ridursi al lumicino nel 2026 (rivista al ribasso allo 0,2%) con il Superbonus e il Pnrr in via di esaurimento, avverte il Fondo.

Ma intervenire si può, ed è dal debito che bisogna partire: per ridurlo, bisogna partire dagli sgravi fiscali, “molti dei quali inefficienti” come il superbonus, suggerisce il Fmi, ed eliminare quelle “scappatoie” dal fisco e “numerosi programmi di sostegno anti-inflazione”. Il Superbonus, insieme al bonus facciate e, in misura minore, gli incentivi alle imprese Transizione 4.0 “hanno inciso marcatamente sui conti pubblici degli ultimi anni”, evidenzia l’Autorità dei conti pubblici in una memoria alla commissione Finanze del Senato che sta esaminando l’ultimo decreto sull’agevolazione. Superbonus e bonus facciate, in particolare, hanno avuto un impatto “rilevante e crescente” nel tempo: l’asticella del periodo 2020-23, secondo gli ultimi dati, è salita a circa 170 miliardi. Con un gap tra i risultati e le attese “macroscopica” nel caso del Superbonus, e che “non ha precedenti”, osserva l’Upb, che indica vari elementi che hanno contribuito a far lievitare la spesa: la generosità dello sconto e le modalità di fruizione, l’ampliamento degli obiettivi, proroghe e deroghe.

A farne le spese è il debito. Quanto rilevato in termini di competenza economica nel quadriennio 2020-23 inciderà soprattutto sul 2024-26, evidenzia l’Upb, che quantifica questa “pesante eredità”: un impatto in media annua pari allo 0,5% del Pil nel triennio 2021-23, che salirà a circa l’1,8% in quello successivo. Un’esperienza, quella del Superbonus, da cui “occorre trarre insegnamento per il disegno di future agevolazioni”, osserva l’Upb, che indica la rotta: selettività e stop agli automatismi. In prospettiva, dunque, la soluzione suggerita è “un trasferimento monetario” (un contributo diretto alla spesa), modulato in base alle condizioni economiche delle famiglie e alla classe energetica dell’edificio, sottoposto ad autorizzazioni preventive e soggetto a un limite di spesa, o con prestiti agevolati. E in vista delle prossime misure di sostegno per le case green, a mettere in guardia è anche la Banca d’Italia: le “criticità” emerse con il Superbonus sembrano “sconsigliare la riproposizione in futuro della cedibilità dei crediti”, se non in “forma limitata” e “circoscritta ad alcune categorie”.

Dopo l’ultima stretta sul Superbonus intanto, si studiano nuove deroghe. A proporle, per altre aree colpite dal sisma diverse da quelle per cui già si è fatta eccezione (a partire dall’Emilia Romagna) o dalle alluvioni e per il Terzo settore, sono sia la maggioranza che l’opposizione con diversi emendamenti al decreto Superbonus. Il termine per presentare le proposte di modifica è mercoledì 24 aprile, ma sul tavolo del relatore, Giorgio Salvitti, gli emendamenti cominciano ad arrivare. Si studia anche la possibilità di coinvolgere, su base volontaria, i Comuni nei controlli ai cantieri del Superbonus, garantendo loro un ritorno economico pari al 30% dell’eventuale recupero. Nulla sarebbe invece ancora arrivato sulla possibilità di allungare da 4 a 10 anni i tempi di utilizzo dei crediti del Superbonus. Ipotesi su cui però si è già detto favorevole il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. E che, secondo i calcoli dell’Upb, consentirebbe al debito di restare abbondantemente sotto quota 140%.

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Esteri

La Nato verso nuovi Patriot e Samp-T all’Ucraina

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Da Capri a Bruxelles a Washington, l’Occidente imbocca la strada per concretizzare gli aiuti militari – compresa la difesa aerea – essenziali per Kiev in difficoltà nella guerra. Durante il Consiglio Nato-Ucraina con Volodymyr Zelensky, il segretario generale Jens Stoltenberg ha assicurato che “presto” ci saranno nuovi annunci sui sistemi di difesa per il Paese invaso. “L’Alleanza ha mappato le capacità degli alleati, ci sono sistemi che possono essere dati all’Ucraina”, ha riferito Stoltenberg al termine dell’incontro. “In aggiunta ai Patriot ci sono altri strumenti che possono essere forniti, come i Samp-T”, quelli a produzione franco-italiana. Un annuncio che arriva mentre prendono corpo i “segnali incoraggianti” evocati dal segretario di Stato Usa Antony Blinken: dopo mesi di stallo, la Camera americana ha spianato la strada ai quattro provvedimenti per gli aiuti a Ucraina, Israele e Taiwan, mettendo in agenda il voto per domani.

E il Pentagono si sta preparando ad approvare rapidamente un nuovo pacchetto di aiuti militari che include artiglieria e difese aeree: secondo una fonte americana, parte del materiale potrebbe raggiungere il Paese nel giro di pochi giorni. In generale, per Kiev in ballo ci sono gli oltre 60 miliardi di dollari di forniture per le forze armate che – ha ricordato Blinken – “faranno una differenza enorme”. “Se i nuovi aiuti non verranno approvati c’è il rischio che sia troppo tardi”, ha ammonito il ministro degli Esteri Usa, mentre Zelensky ha ribadito l’allarme: i soldati “non possono più attendere” la burocrazia occidentale, la Nato deve dimostrare “se siamo davvero alleati”. La situazione sul terreno “è al limite”, ha aggiunto il leader ucraino al segretario della Nato Da parte dell’Italia, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha “confermato quello che ha detto il presidente del Consiglio” sul fatto che il nostro Paese “farà il possibile per la protezione aerea dell’Ucraina”, mentre Kiev vuole dagli alleati ogni sistema disponibile, dai moderni Patriot – “almeno altre sette sistemi” – ai Samp-T italo-francesi. Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto ha partecipato al Consiglio Nato-Ucraina, nel quale si è convenuto sulla necessità di uno sforzo ulteriore per sostenere Kiev. L’Italia ragiona sugli ulteriori aiuti militari da fornire quanto prima all’Ucraina e sul tavolo – si apprende – c’è la possibilità di un nuovo decreto per l’invio degli armamenti.

Anche se Crosetto ha più volte sottolineato che quasi tutto ciò che si poteva dare è stato dato. Già a Capri, dove ha partecipato al G7 Esteri, Stoltenberg aveva confermato la volontà degli alleati di accelerare sulla difesa aerea ucraina. E nel loro documento finale, i Sette ministri hanno espresso la “determinazione a rafforzare le capacità di difesa aerea” del Paese invaso, confermando l’impegno a lavorare per esaudire le richieste di Kiev, ribadite anche dal capo della diplomazia ucraina Dmytro Kuleba, tra gli ospiti del summit in Italia. Il sostegno del G7 è pronto a tradursi anche in ulteriori sanzioni contro Teheran “se dovesse procedere con la fornitura di missili balistici o tecnologie correlate alla Russia”.

Il Gruppo ha poi puntato il dito contro la Cina, chiedendo nel suo documento finale di “interrompere” il sostegno alla macchina bellica di Mosca. Infine, i Sette hanno ribadito l’impegno ad attuare e far rispettare le sanzioni contro i russi, minacciando di “adottare nuove misure, se necessario”. In vista del vertice dei leader in programma a giugno in Puglia, il G7 lavora inoltre alle “possibili opzioni praticabili” per usare i beni russi congelati a sostegno dell’Ucraina, “in linea con i rispettivi sistemi giuridici e il diritto internazionale”. Finora l’Ue ha trovato le basi legali solo per l’uso degli extraprofitti, ma bisogna ancora capire se si può fare un passo in più mettendo le mani direttamente sugli asset.

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