Dodici punti in dodici partite, zero alla voce “punti conquistati” dalla ripresa del campionato, tre trasferte consecutive senza gol, penultimo posto in classifica e una crisi che sembra orchestrata più che subita. Dopo il ko nel derby con la Juve Stabia, la Salernitana è entrata ufficialmente nella fase dell’auto-distruzione controllata. Ma c’è di peggio: c’è chi gioca al massacro. Non contro gli avversari, ma contro se stesso. O meglio, contro l’unico elemento che potrebbe ancora ricompattare squadra, tifoseria e ambiente, restituendo dignità a un campionato che altrimenti rischia di portare dritti in Serie C: Giovanni Martusciello.
Un tecnico a busta paga… e nel mirino
L’ex tecnico della prima ora, ancora sotto contratto con la società, viene tirato in ballo in queste ore non per tornare alla guida, come logica vorrebbe, ma per far balenare – senza alcun fondamento – presunti dissidi con lo spogliatoio. Voci infondate, sussurri maligni, alimentati ad arte forse per chiudere ogni varco alla sua possibile riabilitazione tecnica. Eppure è proprio Martusciello l’unico allenatore che conosce ambiente, squadra, società, tifoseria e può provare a salvare la Salernitana dalla disfatta.
Breda verso l’uscita, ma senza certezze
Dopo il derby perso, in città è montata la contestazione: ultras infuriati, cori pesanti, confronto acceso con il capitano Ferrari e un messaggio chiaro a Breda: “Dimettiti”. Breda, però, resta ancora formalmente in sella. La società tentenna: ha il contratto di Martusciello già attivo ma non lo valorizza, mentre valuta altri profili esterni senza certezze e con costi che appesantirebbero ulteriormente le casse societarie.
L’ipotesi rientro di Martusciello: unica vera svolta
Lo scenario attuale, con Valentini in contatto costante con Iervolino e Milan, è da unità di crisi. Ma tra i tecnici valutati – Ballardini, Delio Rossi, Iachini, Marino – nessuno offre garanzie immediate, né conoscenza del contesto. Al contrario, Martusciello ha ancora la credibilità per tenere lo spogliatoio, la fiducia della piazza e la competenza per invertire la rotta. Invece di fare terra bruciata, sarebbe il caso di considerare la soluzione più logica.
La squadra non segna, lo spogliatoio scricchiola
La Salernitana sembra ormai una macchina inceppata: Cerri non segna dal 18 gennaio, Raimondo dal 2 febbraio, Verde da quattro mesi. Ma il problema non è solo realizzativo: è strutturale. In campo si vedono giocatori che gesticolano contro la panchina e tra loro. C’è una tensione palpabile, un cortocircuito che richiede una figura forte e conosciuta. Uno come Martusciello, appunto.
La C non è un destino, è una scelta
Se la Salernitana sceglierà ancora una volta la confusione, la delegittimazione interna e la strada tortuosa delle “voci anonime”, sarà una resa mascherata da tattica. Se invece deciderà di rimettere al centro chi ha già dato prova di equilibrio e conoscenza, allora potrà davvero provare a salvarsi e restare in B. La C, oggi, non è una fatalità: è una scelta. O una rinuncia.