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Sadr ritira i miliziani, oltre 30 morti a Baghdad

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Dopo aver scatenato per 24 ore l’inferno dentro e attorno alla Zona Verde di Baghdad, sede e simbolo del potere istituzionale iracheno e dove sono rimaste uccise decine di persone, il leader sciita Moqtada Sadr, vincitore alle elezioni legislative ma osteggiato dalle milizie filo-iraniane, ha per il momento sospeso una delle sue maggiori prove di forza, chiedendo “scusa agli iracheni” e condannando “l’uso delle armi”. “La rivoluzione non si fa con le armi”, ha detto Sadr in un attesissimo discorso pubblico pronunciato in tv a meta’ giornata. E ha intimato ai suoi seguaci di ritirarsi dalle strade. I bilanci delle violenze non sono concordanti: alcune fonti parlano di 23 uccisi, altre di 33. Alcuni media riferiscono della morte di almeno 3 poliziotti ma non si hanno conferme. I feriti sono circa 700. L’Iraq e’ da anni allo stremo per una crisi socio-economica senza fine. Ed e’ da circa un anno intrappolato in uno stallo istituzionale causato proprio dal braccio di ferro tra Sadr e i suoi rivali. In questo contesto esplosivo, i sadristi avevano preso d’assedio ieri pomeriggio la Zona Verde, difesa in larga parte dalle milizie della Mobilitazione popolare, un ombrello di gruppi armati finanziati dall’Iran ma negli anni diventati parte integrante della struttura di sicurezza dello Stato iracheno. “L’Iraq e’ da troppo tempo prigioniero della corruzione e della violenza”, ha oggi tuonato Sadr, che vanta discendenze dal profeta Maometto e che e’ rampollo di una delle famiglie sciite piu’ influenti di tutto il Medio Oriente, con legami dall’Iran al Libano. “Sono milizie che non hanno limiti”, ha detto il leader riferendosi ai gruppi paramilitari foraggiati dall’Iran. Poco dopo l’ordine ricevuto da Sadr, i suoi seguaci si sono ritirati dal perimetro della Zona Verde. E gli attivisti hanno smontato il sit-in da settimane in piedi di fronte al Parlamento. L’esercito, che non e’ intervenuto direttamente negli scontri, ha dichiarato cessato il coprifuoco, invano imposto ieri nella capitale e in tutto il Paese. Il premier Mustafa Kazimi, espressione dello statu quo politico benedetto sia dall’Iran che dagli Stati Uniti, ha elogiato Sadr definendo le sue parole “patriottiche”. Sullo sfondo del braccio di ferro tra Sadr e i suoi rivali filo-iraniani per la formazione del nuovo governo, i sadristi avevano da settimane preparato la loro escalation: occupando il Parlamento e minacciando di fare altrettanto con il Consiglio superiore della magistratura. In seguito all’annuncio, ieri mattina, da parte di Sadr di ritirarsi dalla vita politica, i suoi seguaci avevano assaltato ieri la sede dell’esecutivo, il lussuoso Palazzo della Repubblica. Ed erano stati affrontati dalla polizia. Da qui la spirale di violenza, che si e’ fermata solo oggi: i sadristi hanno scatenato la rabbia verso l’Iran e i suoi “agenti”, assaltando le sedi dei partiti-milizia filo-iraniani in vari quartieri della citta’, e cercando per tutta la notte lo scontro aperto con i miliziani filo-Teheran. Prima dell’alba sono caduti diversi colpi di mortaio e missili Grad su edifici della zona, ma non e’ chiaro chi abbia sparato, se l’artiglieria sadrista o quella dei jihadisti filo-iraniani. Dopo il ritiro dei sadristi e l’apparente ritorno alla calma in una Baghdad intasata da ingorghi di auto, in molti si interrogano su quali saranno i prossimi sviluppi di una crisi politica tutt’altro che risolta. E che potrebbe sfociare in nuove sanguinose violenze.

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Usa: consigliere per la sicurezza nazionale Waltz lascia incarico dopo scandalo Signal

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Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Mike Waltz, e il suo vice Alex Wong hanno presentato le loro dimissioni, lasciando così l’amministrazione Trump. Lo riferisce Fox News, dopo le anticipazioni del Wall Street Journal. La decisione è dovuta alle polemiche scatenate dal “Signalgate”, la pubblicazione da parte del direttore dell’Atlantic, Jeffrey Goldberg, di uno scambio in una chat su Signal riservata in cui Waltz aveva inavvertitamente incluso lo stesso giornalista, rivelando la preparazione di attacchi contro i ribelli Houthi in Yemen. Waltz si era assunto la piena responsabilità dell’incidente.

 

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Zelensky: l’accordo sulle terre rare è davvero equo

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accoglie con favore in un post su Telegram l’accordo “davvero equo” firmato con Washington sulle terre rare. “Abbiamo ora il primo risultato dell’incontro in Vaticano, il che lo rende davvero storico. Attendiamo con ansia anche gli altri risultati di quel colloquio”, ha detto il leader ucraino.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accoglie con favore in un post su Telegram l’accordo “davvero equo” firmato con Washington sulle terre rare. “Abbiamo ora il primo risultato dell’incontro in Vaticano, il che lo rende davvero storico. Attendiamo con ansia anche gli altri risultati di quel colloquio”, ha detto il leader ucraino.

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Bisnonna inglese 115enne diventa la persona più anziana al mondo

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Una bisnonna britannica di ben 115 anni ha raccolto questa settimana la palma di persona più vecchia del mondo – stando alle statistiche internazionali censite – dopo l’annuncio della morte di uno suora 116enne in Brasile. Lo racconta oggi con dovizia di particolari il Daily Telegraph. La nuova titolare del record di longevità si chiama Ethel Caterham ed è nata il 21 agosto del lontano 1909 in un villaggio dell’Hampshire, in Inghilterra meridionale: prima del diluvio della Grande Guerra, mentre sul trono di quello che era ancora l’Impero britannico sedeva re Edoardo VII, figlio della regina Vittoria, bisnonno della defunta Elisabetta II e trisavolo dell’attuale monarca, il 76enne Carlo III.

Ultima di 8 figli, nonna Ethel vive attualmente in una residenza per anziani nella contea del Surrey, pure in Inghilterra del sud, dove – dopo l’ufficializzazione del suo primato – ha ricevuto una lettera personale di re Carlo: che si felicita per il “rimarchevole traguardo” da lei raggiunto. Tuttora lucida, Catheran è in grado di ricordare le tappe salienti della sua vita.

A 18 anni si trasferì nell’India coloniale, assunta come au pair nella famiglia di un ufficiale dell’esercito di Sua Maestà; poi, al ritorno in Gran Bretagna, conobbe a una festa il futuro marito Norman, sposato nel 1933 e col quale ha vissuto a Hong Kong e a Gibilterra prima di tornare in terra inglese. Rimasta vedova quasi mezzo secolo fa, nel 1976, Ethel ha smesso di guidare solo alla soglia dei 100 anni. Mentre a quasi 111 è riuscita a guarire pure da un contagio di Covid. Il segreto della sua longevità? “Non aver litigato con nessuno”, ha risposto a un giornalista.

Oltre alla scelta di dare priorità “alla famiglia, la cosa più importante dell’esistenza”, ai figli, ai nipoti e ai pronipoti. A una testata locale ha spiegato del resto di non avere rimpianti, di essere “felice d’aver girato il mondo” fino ad approdare in “questa bella casa” di riposo in patria: “Ho detto sì a ogni opportunità di vita, mantenendo un’attitudine mentale positiva e accogliendo ogni cosa con moderazione”. Giusto l’anno scorso il Regno Unito aveva celebrato la conquista del record di un altro suddito britannico come ‘uomo più anziano del pianeta’: record ereditato da un giapponese e detenuto per qualche mese nel 2024 dal veterano di guerra John Tinniswood, deceduto a novembre a 112 anni d’età.

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