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Economia

Rottamazione quater, scadenza il 5 agosto per non perdere i benefici

Ultime ore per pagare la nona rata o la prima rata della Rottamazione quater. Scadenza effettiva il 5 agosto con i cinque giorni di tolleranza.

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Sono ore decisive per chi ha aderito alla Rottamazione quater. Il termine ufficiale per effettuare i pagamenti era fissato al 31 luglio 2025, ma grazie ai cinque giorni di tolleranza previsti dalla legge, i versamenti saranno considerati validi se effettuati entro lunedì 5 agosto 2025.

La scadenza riguarda due categorie:

  • chi è in regola con il piano di dilazione e deve pagare la nona rata
  • i circa 250mila contribuenti riammessi nella definizione agevolata, chiamati a versare la prima o unica rata

Come e dove effettuare i pagamenti

È possibile pagare in diversi modi:

  • fisicamente in banca, uffici postali, tabaccherie e ricevitorie
  • agli sportelli bancomat (ATM) abilitati
  • tramite canali telematici di banche, Poste Italiane, Psp aderenti a pagoPA
  • sul sito dell’Agenzia delle entrate-Riscossione e sull’App Equiclick
  • di persona, prenotando un appuntamento presso gli sportelli dell’Agenzia

I moduli di pagamento si possono recuperare:

  • nell’area riservata del sito dell’Agenzia (con SPID, CIE, CNS o Entratel)
  • via e-mail, compilando il form online e allegando un documento di riconoscimento

Cosa accade in caso di ritardo o mancato pagamento

Il mancato pagamento, anche parziale o tardivo rispetto alla scadenza del 5 agosto, comporta la decadenza dai benefici della definizione agevolata. In tal caso, le somme già versate saranno considerate acconti sulle somme dovute in via ordinaria.

Cosa prevede la Rottamazione quater

La Rottamazione quater, introdotta dalla legge di bilancio 2023, riguarda i carichi affidati dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022. Prevede la possibilità di versare solo capitale e rimborsi spese per notifica e procedure esecutive, escludendo sanzioni e interessi.

Con il decreto Milleproroghe, è stata data una nuova opportunità a chi era decaduto al 31 dicembre 2024: tali contribuenti possono ora pagare in un’unica soluzione o in massimo 10 rate.

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Economia

Tim, semestrale in miglioramento: rosso ridotto e margini in crescita. Ritorna Peluso

Tim chiude il primo semestre 2025 con perdite in calo e margini in aumento. Torna Peluso come CFO, bene il cloud e la divisione Enterprise.

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Tim chiude il primo semestre del 2025 con un risultato netto ancora in negativo per 132 milioni di euro, ma in netto miglioramento rispetto ai -646 milioni registrati nello stesso periodo dell’anno precedente. Il secondo trimestre, in particolare, segna un sostanziale pareggio con -8 milioni, contro i -124 milioni dello stesso periodo del 2024.

Ricavi e margini in salita a parità di perimetro

I ricavi complessivi del gruppo si attestano a 6,597 miliardi di euro, in aumento del 2,7% a parità di perimetro (ma in calo dello 0,9% a livello assoluto). Positivi anche i ricavi da servizi, in crescita del 3,3% a 6,2 miliardi, di cui 4,2 miliardi nella componente domestica (+4,2%).

Il margine operativo lordo (Ebitda) migliora del 5,5% a 2,064 miliardi, con un Ebitda after lease a 1,735 miliardi (+5%).

Il flusso di cassa operativo resta positivo a 482 milioni, seppur in calo rispetto al 2024 (1,347 miliardi). In aumento l’indebitamento finanziario netto rettificato after lease, salito a 7,498 miliardi, +232 milioni rispetto al 31 dicembre 2024.

Tim conferma la guidance e annuncia il ritorno di Piergiorgio Peluso

Nel commentare i risultati, Tim ha confermato la guidance prevista dal Piano industriale 2025-2027. Contestualmente, il gruppo ha annunciato il ritorno di Piergiorgio Peluso (foto Imagoeconomica in evidenza), che dal prossimo 1° ottobre assumerà il ruolo di Chief Financial Officer, subentrando ad Adrian Calaza, in uscita entro fine anno.

Nuovo ingresso anche per Leonardo de Carvalho Capdeville, nominato Chief Technology Officer con effetto immediato e definito come key manager. Le dimissioni di Eugenio Santagata (Public affairs, security & international business officer) saranno effettive dal 31 agosto. Contestualmente, è stato licenziato Simone De Rose, coinvolto nell’inchiesta Sogei.

Tim Consumer e Enterprise in miglioramento, bene il Cloud

Il segmento Tim Consumer ha registrato ricavi in leggero aumento (+0,1%) a 3 miliardi, con Arpu in crescita nel fisso (31,5 euro da 30,5) e stabile nel mobile (10,6 euro), anche grazie a campagne di repricing che hanno coinvolto circa 4 milioni di linee fisse e 1,7 milioni di linee mobili. In calo anche il churn mobile, sceso al 9,1% (dal 9,4%).

Il comparto Tim Enterprise ha visto un incremento dei ricavi del 4,7% su base annua, toccando 1,573 miliardi di euro. Ottima la performance del Cloud, cresciuto del 25%, spinto anche dal Polo Strategico Nazionale, il cui contributo è raddoppiato. Nessuna novità, al momento, sull’ingresso di Poste Italiane in attesa del via libera dell’Antitrust, atteso per fine agosto.

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Economia

Tesla e Musk accusati di frode: class action sugli incidenti dei Robotaxi

Gli azionisti di Tesla denunciano Elon Musk per frode azionaria, accusandolo di aver occultato i rischi dei veicoli a guida autonoma. Sotto indagine anche i Robotaxi.

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Una class action è stata presentata contro Elon Musk e Tesla da parte degli azionisti della casa automobilistica, con l’accusa di frode azionaria. Al centro della causa ci sono i presunti rischi occultati legati ai veicoli a guida autonoma, oggetto di sperimentazione da parte dell’azienda.

I test dei Robotaxi sotto indagine

La denuncia arriva pochi giorni dopo il primo test pubblico dei Robotaxi Tesla, condotto a fine giugno nei pressi della sede centrale ad Austin, in Texas. Secondo quanto riportato dal Guardian, i veicoli autonomi avrebbero evidenziato comportamenti pericolosi: superamento dei limiti di velocità, frenate improvvise, urti contro marciapiedi, invasione di corsie sbagliate e discesa dei passeggeri in mezzo a strade a più corsie.

Questi gravi malfunzionamenti avrebbero messo a rischio la sicurezza pubblica, ma soprattutto sarebbero stati taciuti o minimizzati da Musk e dai vertici dell’azienda, alimentando false aspettative tra gli investitori.

L’intervento delle autorità americane

A seguito del test pilota, la National Highway Transit Safety Administration (NHTSA), principale ente federale per la sicurezza dei trasporti negli Stati Uniti, ha avviato un’indagine formale sul progetto dei Robotaxi. L’azione legale degli azionisti fa leva proprio su questa inchiesta per sostenere che Tesla ha ingannato il mercato e i propri investitori, violando obblighi di trasparenza.

La causa, depositata lunedì, potrebbe avere importanti ripercussioni finanziarie e regolatorie per l’azienda di Elon Musk, che punta da tempo a una transizione verso un futuro dominato dalla guida completamente autonoma.

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Economia

Anima spinge l’utile Bpm. Mps? Dopo l’ops Mediobanca

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Banco Bpm chiude il primo semestre dell’anno con un utile record di 1,21 miliardi di euro, alla cui realizzazione inizia a dare il suo contributo Anima, consolidata per la prima volta nel secondo trimestre, mentre attende la conclusione dell’offerta di Mps su Mediobanca prima di valutare nuove mosse nel risiko, con gli occhi del mercato tutti rivolti a Siena. La banca guidata da Giuseppe Castagna (nella foto) ha visto l’utile balzare del 61% sul 2024 (+31% a perimetro costante), macinando il 62% dei profitti attesi per il 2025, oggetto di una “piena conferma” a 1,95 miliardi di euro nonostante la previsione di “un ulteriore taglio dei tassi di interesse” da parte della Bce prima della fine dell’anno.

Confermata anche la promessa di pagare oltre 6 miliardi di dividendi tra il 2024 e il 2027, con la previsione di un acconto di circa 700 milioni a novembre, che si aggiunge agli 1,5 miliardi di cedole del 2024 e fanno dire alla banca di procedere “con il giusto passo” verso il target del piano quadriennale. Per il 2025 l’attesa è di staccare un dividendo complessivo, incluso l’accordo di 0,46 euro ad azione, pari all’8% del valore di Borsa del titolo allo scorso 4 agosto (11,1 euro), che equivale a poco meno di 0,9 euro ad azione. Castagna sottolinea come il lavoro per trasformare Banco Bpm in una banca “capital light e meno rischiosa” stia procedendo bene. “Siamo molto orgogliosi di quello che abbiamo fatto in solo sei mesi per creare questo modello forte di banca per il futuro”, un modello di banca di cui, a suo dire, beneficeranno anche gli azionisti in Borsa, grazie all’attesa riconsiderazione dei suoi “multipli”.

Nei primi sei mesi dell’anno il 47% dei ricavi, pari complessivamente a 3,02 miliardi di euro, non è arrivato dal margine di interesse (49% su base proforma) mentre il 35% dell’utile netto è derivato dalle fabbriche prodotto (assicurazioni, monetica, wealth e asset management), la cui contribuzione ai risultati della banca entrerà “a pieno regime” nel 2026 dando un ulteriore spinta ai risultati. Una trasformazione a cui sta contribuendo Anima, che ha apportato commissioni nette pari al 23% di quelle del Banco e l’11% dell’utile netto. Castagna non si è sbilanciato sull’acquisto del 10,1% del capitale ancora quotato in Borsa: “valuteremo tutte le opzioni”, ha detto agli analisti, a cui ha promesso di “dire di più” in occasione dei conti del terzo trimestre. Quanto al risiko conferma di essere in attesa di “vedere” quale sarà la situazione “dopo il primo round” ma indica in Mps, di cui il Banco ha il 9%, e nel Credit Agricole, divenuto primo azionista della banca con il 20% del capitale, “qualcosa che può mostrarci la via”.

“Vedremo che cosa accadrà a Mps dopo l’operazione con Mediobanca” mentre per quanto riguarda i francesi “vedremo come che cosa chiederanno e che cosa vorranno fare. Lo esamineremo con indipendenza nel miglior interesse dei nostri azionisti”. Parole che confermano come l’opzione di un terzo polo sull’asse Milano-Siena resti una pista calda. Castagna nega anche che il golden power, che ha costretto Unicredit a ritirare la sua ops su Piazza Meda, abbia danneggiato i soci della banca. “Non ho mai considerato il golden power come un limite per i nostri azionisti” afferma ricordando che la capitalizzazione del Banco è salita dai 10 miliardi offerti inizialmente da Andrea Orcel a 17 miliardi, senza subire “nessun limite standalone” né “per un ulteriore consolidamento.

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