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Sanità, il Ministero blocca l’uscita della Campania dal Piano di rientro: De Luca fa ricorso

Scontro tra Regione Campania e Ministero della Salute. No all’uscita dal Piano di rientro: De Luca annuncia ricorso al Tar e accusa i funzionari di concussione.

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È ancora alta la tensione tra il governatore Vincenzo De Luca e il Ministero della Salute, dopo il nuovo stop all’uscita della Campania dal Piano di rientro dal deficit sanitario. Nonostante 12 anni di conti in equilibrio e il pareggio di bilancio raggiunto già dal 2013, il dicastero guidato da Orazio Schillaci ha bloccato, per ora, la possibilità di rientrare in un regime sanitario ordinario, suscitando polemiche politiche e reazioni tecniche.

Conti in ordine, ma restano le criticità

Il 4 agosto, al tavolo interministeriale di monitoraggio, il Ministero dell’Economia ha dato il suo via libera, come già fatto nei mesi scorsi. Tuttavia, il Ministero della Salute ha posto eccezioni legate all’erogazione dei servizi assistenziali, in particolare su due fronti:

  • la rete delle Rsa, giudicata ancora insufficiente rispetto al fabbisogno per la popolazione anziana (5,1 posti ogni mille abitanti, contro una soglia sufficiente di 24,6);

  • e i programmi di screening oncologici per seno e colon-retto, ancora sotto la media nazionale.

Nonostante la promozione sui Livelli essenziali di assistenza (Lea) e la sufficienza nei tre ambiti principali (ospedaliera, distrettuale e prevenzione), per il Ministero non ci sono le condizioni per uscire dal Piano.

De Luca annuncia ricorso al Tar: “Vergogna nazionale”

Durissima la replica del presidente De Luca, che ha annunciato ricorso al Tar del Lazio e preannunciato addirittura una denuncia per concussione contro alcuni funzionari ministeriali.

“Non sono deluso, me lo aspettavo. Ma sono indignato: è una vergogna, un atto irresponsabile di delinquenza politica. Avevano già deciso tutto: un muro di gomma”, ha detto a margine dell’inaugurazione del nuovo sistema robotizzato per i farmaci all’ospedale Moscati di Avellino.

De Luca ha rivendicato che Campania, Lombardia e Veneto sono le uniche Regioni in Italia a mantenere da oltre dieci anni l’equilibrio di bilancio sanitario.

Il Ministero: “Percorso in corso, ma servono altri obiettivi”

Con una nota ufficiale, il Ministero della Salute ha respinto le accuse, ribadendo che il percorso di uscita è ancora aperto, ma subordinato al raggiungimento di tutti gli obiettivi sanitari e organizzativi.

“La Campania ha raggiunto traguardi importanti, come i punti nascita, la rete senologica e le cure palliative – si legge – ma è in grave ritardo su Rsa e screening. Non è una questione politica ma tecnica”.

Il Ministero ha anche aperto alla possibilità di rimodulare gli obiettivi e proseguire il confronto “con spirito costruttivo”.

Le reazioni politiche e degli operatori sanitari

Sul piano politico, il coordinatore regionale di Forza Italia, Fulvio Martusciello, ha annunciato la mobilitazione dei parlamentari campani, chiedendo al Ministero “una revisione della valutazione”.

“Non si può accettare una disparità del genere. La Campania ha diritto a uscire dal Piano e tornare a una gestione ordinaria della sanità”.

Anche il mondo della sanità privata esprime forte preoccupazione. Sergio Crispino, presidente Aiop Campania, ha parlato di “crisi grave per le case di cura” e di una gestione vincolata e rigida che impedisce di coprire i costi delle prestazioni, spostare risorse tra capitoli di spesa e garantire servizi adeguati.

“Dopo 18 anni, il Piano tiene sotto scacco la Campania. È una forma di rivalsa politica, mentre il Mef ha già espresso più volte parere favorevole all’uscita”, ha sottolineato.

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Esteri

Cena di gala alla Casa Bianca: Musk e Ronaldo tra gli ospiti di Trump e del principe saudita Mohammed bin Salman

Elon Musk e Cristiano Ronaldo tra i cento ospiti della cena di gala organizzata da Donald Trump alla Casa Bianca in onore del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Presenti anche Infantino, Tim Cook e David Ellison.

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Elon Musk e Cristiano Ronaldo figurano nella lista dei cento ospiti selezionati per la cena di gala organizzata alla Casa Bianca dal presidente statunitense Donald Trump in onore del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Un evento di grande visibilità politica e mediatica che ha riunito alcune delle figure più influenti del mondo dello sport, della tecnologia e dell’economia globale.

La presenza dei big della tecnologia e dell’economia

Tra gli invitati anche David Ellison, nuovo presidente della Paramount, e Tim Cook, amministratore delegato di Apple. La loro partecipazione testimonia l’interesse delle grandi corporation statunitensi nei rapporti tra Washington e Riyad, soprattutto sul fronte tecnologico e delle produzioni industriali.

Sport e diplomazia nella stessa sala

Accanto ai magnati della Silicon Valley e ai vertici dell’industria americana erano presenti anche personalità di primo piano dello sport mondiale. Oltre a Cristiano Ronaldo, ha preso parte alla cena Gianni Infantino, presidente della FIFA, in un momento di intensi rapporti tra Arabia Saudita e mondo del calcio internazionale.

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Esteri

Trump annuncia: “L’Arabia Saudita sarà maggior alleato non-Nato degli Stati Uniti”

Durante una cena di gala alla Casa Bianca, Donald Trump annuncia che gli Stati Uniti designeranno l’Arabia Saudita come “maggior alleato non-Nato”, un titolo concesso finora a soli 19 Paesi.

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Durante una cena di gala alla Casa Bianca organizzata per il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che Washington designerà l’Arabia Saudita come “maggior alleato non appartenente alla Nato”, uno status particolare previsto dalla legislazione americana e concesso finora solo a 19 Paesi.

Un titolo che rafforza la cooperazione tra Washington e Riad

Trump ha spiegato che la decisione punta a portare “la cooperazione militare a livelli ancora più elevati”, riconoscendo all’Arabia Saudita un ruolo strategico nei rapporti di sicurezza regionali e nel quadro della politica estera statunitense.
La designazione garantisce al Paese benefici specifici in termini di cooperazione militare, accesso a tecnologie e programmi di difesa, pur non implicando alcun obbligo di difesa automatica come previsto invece per gli alleati Nato.

Le parole del presidente americano

“Stasera sono lieto di annunciare che porteremo la nostra cooperazione militare a livelli ancora più elevati designando formalmente l’Arabia Saudita come maggior alleato non appartenente alla Nato”, ha dichiarato Trump.
Il presidente ha inoltre sottolineato che l’annuncio era stato mantenuto “segreto” fino alla serata: “Ve lo dico solo ora per la prima volta, perché volevano mantenere un piccolo segreto per stasera”.

Il contesto diplomatico

La scelta arriva in un momento di consolidamento dei rapporti tra Stati Uniti e Arabia Saudita, con focus su sicurezza regionale, cooperazione energetica e gestione dei dossier mediorientali.
La presenza di Mohammed bin Salman alla Casa Bianca conferma il ruolo centrale della monarchia del Golfo nelle strategie statunitensi.

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Esteri

Argentina, confermati i capi d’accusa per l’ex presidente Alberto Fernández

La Corte federale d’appello argentina conferma i capi d’accusa per Alberto Fernández, accusato di negoziazioni incompatibili con la funzione pubblica nella gestione delle polizze del settore pubblico. Embargo da 10 milioni di dollari e divieto di espatrio.

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La Corte federale di appello argentina ha confermato i capi d’accusa nei confronti dell’ex presidente Alberto Fernández, lasciandolo di fatto a un passo dal processo. Il provvedimento riguarda il presunto sistema di gestione irregolare dei contratti assicurativi del settore pubblico durante il suo mandato, tra il 2019 e il 2023.
La Corte ha convalidato il rinvio a giudizio senza detenzione preventiva per il reato di negoziazioni incompatibili con la funzione pubblica, fattispecie che prevede pene da uno a sei anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

L’embargo sui beni e le misure restrittive

I giudici hanno disposto un embargo fino a 10 milioni di dollari sui beni dell’ex capo di Stato e il divieto di lasciare il Paese senza autorizzazione. Misure che rispondono ai ricorsi presentati dalla difesa di Fernández e di oltre venti tra ex funzionari e imprenditori coinvolti nella stessa vicenda giudiziaria.

Il meccanismo contestato nella gestione delle polizze pubbliche

L’indagine riguarda un decreto firmato da Fernández nel dicembre 2021, che obbligava tutte le amministrazioni pubbliche a stipulare polizze assicurative esclusivamente tramite la compagnia statale Nación Seguros. La norma permetteva però anche l’intervento di assicurazioni private in regime di coassicurazione, con la possibilità di assegnare quote dei contratti a intermediari scelti senza gare pubbliche.
Secondo i magistrati, questo sistema avrebbe favorito un circuito di assegnazioni arbitrarie e commissioni elevate, al quale avrebbero preso parte intermediari indicati come vicini al vertice della struttura presidenziale.

Il ruolo di Héctor Martínez Sosa e le accuse sui flussi economici

Tra i principali beneficiari individuati dagli inquirenti figura Héctor Martínez Sosa, marito della segretaria privata dell’ex presidente. È accusato di aver ricevuto circa il 60% delle commissioni generate dal sistema di intermediazione.
Per la Corte, vi sono elementi che indicano una “partecipazione diretta” di Fernández nel meccanismo, motivo per cui autorizza il giudice federale Sebastián Casanello a proseguire verso il dibattimento, con ulteriori approfondimenti richiesti sui flussi di denaro.

Gli sviluppi giudiziari e le altre accuse pendenti

L’ex presidente, che finora non ha commentato la decisione, è imputato anche in un altro procedimento riguardante minacce e lesioni nei confronti dell’ex compagna Fabiola Yáñez. Con la conferma dei capi d’accusa nel caso Nación Seguros, il quadro giudiziario che coinvolge Fernández si fa ora più complesso e potrebbe sfociare in un processo nei prossimi mesi.

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