La riforma informatica nel sistema giudiziario italiano sta affrontando alcune sfide, con il procuratore di Napoli Nicola Gratteri che sottolinea come le innovazioni digitali abbiano portato ad un rallentamento nelle operazioni quotidiane. Durante un intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario, Gratteri ha evidenziato un aumento significativo nei tempi impiegati per archiviare un fascicolo, passando da pochi minuti a almeno due ore di lavoro.
La piattaforma “App”, progettata per gestire in modo rapido i fascicoli in formato digitale, ha subito un blocco che ha interessato soprattutto gli uffici del distretto di Corte di appello di Napoli. Questo ha causato ritardi, in particolare nelle archiviazioni dei fascicoli, lasciando virtualmente aperti numerosi casi in attesa di essere affidati agli archivi giudiziari.
Il presidente di Corte di Appello Eugenio Forgillo ha fornito numeri incoraggianti in merito allo smaltimento del disavanzo di fascicoli accumulati. Tuttavia, la sfida principale sembra essere la piena implementazione della piattaforma “App” e del deposito telematico obbligatorio per gli atti relativi alle archiviazioni.
Secondo rappresentanti della corrente giudiziaria di sinistra “Area”, l’applicativo ministeriale “App” presenta gravi carenze strutturali e di sistema, creando un accumulo di arretrato sia dal lato della Procura che dal lato GIP (Giudice per le Indagini Preliminari). Il decreto ministeriale del 2017 ha reso obbligatorio il deposito telematico di alcuni atti, ma la piena operatività del sistema è ancora in fase di rodaggio.
Nonostante queste sfide, il processo di digitalizzazione è essenziale per rendere più efficiente l’intero sistema giudiziario. I finanziamenti del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) investiti in questa direzione riflettono la pressione da parte degli organi centrali dell’Unione Europea per modernizzare il sistema giudiziario italiano.
Un aspetto critico sollevato da Gratteri riguarda anche le intercettazioni telefoniche e ambientali, che sono in aumento con 29.329 autorizzazioni lo scorso anno. Tuttavia, il costo totale di 5 milioni e 895mila euro è commisurato ai risultati ottenuti: il sequestro di circa 200 milioni di euro legati a attività criminali.
Nonostante le attuali sfide, si prevede che con il tempo e l’affinamento del sistema, l’intero sistema giudiziario italiano, partendo dal distretto di Corte di Appello di Napoli, diventi più efficiente e operativo. Il completamento della fase di rodaggio è essenziale per sbloccare il pieno potenziale di questa trasformazione digitale e garantire tempi di archiviazione più rapidi ed efficaci.