La creatività britannica si ribella. Con lo slogan “Make it fair” stampato a caratteri cubitali su molte prime pagine dei giornali del Regno Unito e un’inedita mobilitazione di artisti, musicisti e scrittori, l’industria creativa lancia un grido d’allarme contro il piano del governo di Keir Starmer.
L’esecutivo sta valutando una modifica alle regole sul diritto d’autore, che potrebbe concedere alle aziende di intelligenza artificiale l’accesso alle opere di artisti, scrittori e musicisti per l’addestramento dei loro modelli, a meno che gli autori non vietino esplicitamente l’utilizzo. Un principio ribaltato rispetto all’attuale normativa, in cui è l’azienda tecnologica a dover ottenere il consenso.
Secondo il governo, la nuova normativa servirebbe a regolamentare un settore in forte espansione, colmando un vuoto giuridico e contrastando il fenomeno per cui molte società IA operano dall’estero, aggirando il copyright britannico. “La situazione attuale non può continuare”, ha dichiarato un portavoce, spiegando che la normativa sarà discussa con i rappresentanti dell’industria creativa.
L’appello degli artisti: “Non ci derubate del nostro futuro”
Nonostante le rassicurazioni governative, il mondo della cultura britannica non ci sta. Un collettivo di artisti, musicisti e scrittori di fama internazionale ha pubblicato una lettera aperta sul Times, firmata da Kate Bush, Paul McCartney, Elton John, Dua Lipa, Sting, Helen Fielding, Kazuo Ishiguro, Andrew Lloyd Webber e molti altri.
“Non c’è ragione morale o economica che possa giustificare il furto del diritto d’autore”, si legge nella lettera. “Rimuoverlo devasterà il settore e ruberà il futuro della prossima generazione”.
Lo scrittore Kazuo Ishiguro, premio Nobel per la letteratura, ha criticato duramente la proposta di legge:
“Se qualcuno vuole utilizzare i miei libri per farne un film, deve chiedermi il permesso e pagarmi. Perché il governo vuole creare un’eccezione per le aziende tecnologiche più ricche e dominanti? Nessuno di noi crede nel successo dei singoli divieti. È un bivio storico, il governo deve cambiare rotta”.
Anche Kate Bush, con un raro intervento pubblico, ha sottolineato i rischi della nuova normativa: “Nella musica del futuro, le nostre voci non verranno più sentite?”.
Una protesta senza precedenti: l’album di “rumori” contro l’IA
Oltre alla campagna stampa, circa mille musicisti britannici hanno aderito a un’originale protesta sonora: un album di dodici tracce senza musica, intitolato “Is this what we want?”.
Nel disco, disponibile da ieri, si sentono solo rumori di sottofondo, come passi, porte che si aprono e chiudono, fogli che svolazzano e cinguettii di uccelli. Il messaggio è chiaro: senza tutele per i creatori, l’arte potrebbe ridursi al silenzio. Tra i partecipanti, nomi di spicco come Damon Albarn (Blur), Annie Lennox, The Clash, Hans Zimmer, Jamiroquai e Yusuf-Cat Stevens.
Il governo farà marcia indietro?
Il ministro per la tecnologia Peter Kyle ha dichiarato che non è stata ancora presa una decisione definitiva e che la proposta sarà sviluppata in collaborazione con il settore creativo. Tuttavia, la recente modifica alla legge sull’accesso ai dati – che avrebbe dovuto rafforzare i diritti degli autori – è stata annullata dalla Camera dei Comuni su pressione del governo.
Intanto, gli artisti invitano i cittadini a scrivere ai parlamentari e a protestare contro quella che definiscono una minaccia esistenziale per la creatività britannica. Con un settore che genera 125 miliardi di sterline l’anno, la battaglia tra cultura e tecnologia è solo all’inizio.