Con i nuovi raid sugli aeroporti siriani di Damasco e Aleppo, i secondi in pochi giorni, Israele intende rispondere all’Iran e agli Hezbollah, intenti a infuocare il fronte nord israeliano dal Libano, e tenta di impedire l’afflusso di missili e altre armi ai combattenti libanesi filo-iraniani. E’ l’analisi condivisa da diversi commentatori mediorientali nel giorno in cui Israele ha intensificato la sua rappresaglia militare sugli obiettivi dell’Iran e dei suoi alleati arabi in Medio Oriente, replicando nell’arco di 10 giorni un attacco missilistico simultaneo contro gli aeroporti siriani.
Questi sono da anni usati dall’Iran e dai gruppi armati filo-iraniani come snodi cruciali del cosiddetto Asse della Resistenza anti-israeliana. L’aeroporto di Aleppo, nel nord della Siria, dista circa 700 km da Israele. Non ci sono conferme che questi due attacchi, compiuti poco prima dell’alba, abbiano preso di mira depositi di missili iraniani o acquartieramenti di combattenti filo-iraniani. I media governativi siriani riferiscono dell’uccisione di un civile e del ferimento di un altro negli attacchi di Israele. Secondo Rami Abderrahman dell’Osservatorio per i diritti umani in Siria, Israele è tornata a colpire con forza i due aeroporti siriani per “inviare un messaggio” alla dirigenza siriana, dissuadendola dall’allargare la guerra in corso anche al fronte del Golan siriano.
Altri analisti affermano che gli attacchi erano per rendere più complicato l’approvvigionamento logistico dell’Iran al suo alleato libanese, presente sia in Libano che sulle Alture del Golan. Mentre il fronte libanese è stato quasi subito acceso dopo il 7 ottobre dagli Hezbollah filo-iraniani, dalle Alture la situazione è rimasta grosso modo sotto controllo. Finora, dal lato israeliano si sono riportati alcuni tentativi di infiltrazione, ma dopo due settimane dallo scoppio del nuovo round di guerra l’Iran e i suoi alleati non hanno, almeno per il momento, deciso di dare fuoco alle polveri sul fronte nord-orientale di Israele. Intanto i voli civili su Damasco e Aleppo sono stati nuovamente dirottati sull’aeroporto di Latakia, a pochi chilometri dalla base di Hmeimim, che ospita il quartiere generale delle forze russe in Siria. Queste sono presenti nella guerra siriana dall’ottobre del 2015.
Mosca è alleata di Damasco da quasi mezzo secolo. Ma da anni coordina le sue attività con Israele, stretto alleato degli Stati Uniti. In questa equazione dalle geometrie variabili, i vertici militari russi non hanno finora mai intralciato le operazioni aeree israeliane contro obiettivi iraniani in Siria. Dallo scoppio della guerra in Siria nel 2011, l’Iran e gli Hezbollah hanno rafforzato la loro presenza nei vari quadranti del Paese, consolidando le postazioni nella zona del Golan e lungo tutto l’asse che va da Damasco ad Aleppo. In risposta, Israele da anni conduce regolarmente attacchi aerei contro installazioni iraniane e di combattenti filo-iraniani in Siria con una frequenza di almeno un raid a settimana.