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Ragazzino alla guida esce di strada e muore

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La macchina che sbanda, esce di strada e si ribalta, causando la morte del guidatore. Una tragedia, aggravata dal fatto che al volante c’era un minorenne, senza patente. Si chiamava Pietro Benfatto e abitava nel quartiere di Mortise di Padova, il ragazzo di 17 anni che ha perso la vita la notte scorsa alla guida della Opel dei suoi genitori, schiantandosi contro le recinzioni di un’abitazione lungo la statale Piovese, nel comune di Legnaro (Padova). Sabato sera il ragazzo era uscito per incontrarsi con la sua compagnia, e i genitori avevano prestato la loro macchina a uno dei suoi amici, con il patto che a guidare sarebbe sempre stato un adulto o un maggiorenne. Invece alle 4 del mattino qualcuno ha lasciato che il minorenne senza patente prendesse in mano il volante per spostarsi verso casa, ed e’ stato in quel momento che e’ accaduta la tragedia. Pietro guidava da solo in auto. Dietro di lui, con altre macchine viaggiavano gli amici, che andavano tutti nella stessa direzione e hanno assistito all’incidente: la vettura ha sbandato, ha sfondato il cancello di un’abitazione, si e’ ribaltata e ha terminato il ‘volo’ contro il muro di una casa. Sul luogo dello schianto sono arrivati, oltre agli agenti della Polizia stradale, anche i vigili del fuoco e il 118. Per il giovane, incastrato nell’abitacolo, non c’e’ stato nulla da fare fin da subito. I ragazzi si sono fermati, increduli per quanto era accaduto. Della tragedia e’ stato informato il pm di turno, Andrea Zito, che ha coordinato il lavoro degli agenti. In queste ore stanno proseguendo gli accertamenti della Polizia stradale di Piove di Sacco (Padova), per individuare chi avesse la responsabilita’ dell’auto e chi abbia dato le chiavi a Pietro. La salma e’ a disposizione dell’autorita’ giudiziaria, che valutera’ l’opportunita’ di eseguire l’autopsia sul corpo del giovane, per escludere l’assunzione di droghe. Il reato per cui s’indaga e’ “incauto affidamento”, una violazione del Codice della strada che punisce chi affida la macchina a persone minorenni o senza patente. Sono stati gli agenti, all’alba, ad andare dai genitori di Pietro per avvisarli della morte del figlio e per chieder conto di quell’auto intestata a loro. La macchina si trova ora sotto sequestro; stando ai racconti dei testimoni il giovane avrebbe fatto tutto da solo, una distrazione mentre guidava a velocita’ sostenuta potrebbe essere la spiegazione della perdita del controllo del mezzo.

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Omicidio Cerciello, difensore carabiniere: assoluzione ristabilisce giustizia

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È stato “un percorso straordinariamente sofferto dove il maresciallo Manganaro è rimasto solo durante questi lunghi 5 anni. E questa assoluzione della Corte d’Appello perché il fatto non costituisce reato ristabilisce giustizia nei confronti di un militare che per 25 anni con onore ha servito l’Arma, continua a servirla e che in quell’occasione del luglio del 2019 ha protetto l’incolumità del fermato ed è stato sottoposto nei mesi e negli anni successivi non solo a una gogna mediatica ma anche all’isolamento e all’abbandono da parte delle istituzioni”. Lo dice a LaPresse l’avvocato Roberto De Vita, difensore del carabiniere Fabio Manganaro, a processo per aver bendato dopo il fermo Gabriel Natale Hjorth, uno dei due americani arrestati per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. “Questa sentenza, sia nel dispositivo e poi nelle motivazioni, dovrà essere letta attentamente dall’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dall’ex comandante generale dell’Arma Giovanni Nistri i quali all’indomani del fatto condannarono senza processo Fabio Manganaro”, conclude.

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Trovati e sequestrati dieci telefonini nel carcere di Avellino

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Nella casa Circondariale di Avellino, durante un ordinario giro di controllo, sono stati trovati 10 cellulari smartphone con caricabatterie. I telefonini sono stati scoperti in due sacchetti di plastica che si trovavano nell’intercinta, lo spazio che separa le aree detentive dal muro di cinta. Secondo gli agenti l’obiettivo era lanciarli all’interno del muro di cinta, in corrispondenza con il campo sportivo, dove è stata trovata anche una corda ricavata da lenzuola verosimilmente destinata ad essere usata per il recupero della merce. “È sempre più impellente che l’ amministrazione penitenziaria doti la polizia Penitenziaria di strumenti tecnologicamente avanzati con schermature degli istituti per contrastare il fenomeno dell’ingresso dei telefonini in carcere”, ripetono Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, dell’ Uspp.

“Si tratta di un fenomeno particolarmente rischioso e pericoloso – sottolineano – soprattutto se a farne uso sono i detenuti con reati di associazione mafiosa dati i probabili contatti esterni con la criminalità organizzata”. L’Uspp chiede anche “adeguate strumentazioni per fronteggiare la minaccia sempre più attuale e diffusa dei droni che sorvolano illecitamente sugli istituti di pena per trasportare oggetti pericolosi per la sicurezza interna ed esterna, come é avvenuto nel passato. Grazie agli sforzi profusi dalla polizia Penitenziaria impiegata in turni massacranti e con scarse risorse, – concludono i sindacalisti – si riescono comunque ma a fatica, ad arginare i tentativi fraudolenti, con continui rinvenimenti di telefonini e droga ed inevitabili gravi ripercussioni sull’ordine e la sicurezza, dato tra l’altro, come sopra evidenziato l’elevato rischio di contaminazioni con l’esterno”.

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Lite tra ragazzi a Casoria, 16enne esplode colpi a salve

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– Lite tra giovanissimi ed esplosione di colpi a salve, la notte scorsa a Casoria, in provincia di Napoli: coinvolto anche un 16enne armato. Sono stati alcuni cittadini, verso le 22, a segnalare al 112 l’esplosione di colpi d’arma da fuoco provenire da via Achille del Giudice all’altezza del civico 72. Sul posto sono arrivati in pochissimi minuti i carabinieri della sezione radiomobile della locale compagnia che erano in zona e hanno ricostruito a vicenda. Poco prima, per motivi ancora non chiari ma verosimilmente legati a sguardi mal tollerati, due gruppi di giovanissimi stavano litigando. La discussione è stata però interrotta dal rumore di tre colpi d’arma da fuoco con il successivo fuggi fuggi generale. Durante il sopralluogo i militari hanno trovato e sequestrato tre bossoli a salve. Hanno, quindi, iniziato la ricerca di chi aveva esploso quei colpi. Nascosto tra le auto in sosta un 16enne: impugnava una pistola replica a salve priva del tappo rosso; nelle tasche del ragazzino anche qualche dose di marijuana. Per il minorenne, prima di essere affidato ai genitori, è scattata una denuncia per minaccia aggravata e porto di armi. Il 16enne è stato segnalato anche alla prefettura perché assuntore di droga.

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