Collegati con noi

Cronache

Ragazzine inglesi violentate nel Materano, presto l’incidente probatorio per gli arrestati

Pubblicato

del

“Scusa”, in una semplice parola scritta su uno striscione e’ racchiuso il sentimento di una comunita’, quella di Pisticci (Matera), ancora sconvolta dal rumore provocato dalla notizia della violenza sessuale subita da due ragazzine inglesi, in vacanza in Italia, stuprate da un branco di giovani durante una festa in una villa, la notte tra il 7 e l’8 settembre scorso. “Perdono” alle vittime e alle loro famiglie hanno chiesto la sindaca, Viviana Verri, la Giunta e il Consiglio comunale, annunciando la costituzione come parte civile nel processo. Per la violenza sessuale di gruppo e le lesioni personali continuate e aggravate, quattro giovani, tra i 19 e i 23 anni, sono in carcere, tre sono indagati a piede libero e per un ottavo devono essere ancora definiti ruolo ed eventuali responsabilita’. In queste ore, gli avvocati sono al lavoro per decidere la strategia difensiva da seguire negli interrogatori di garanzia, in programma all’inizio della prossima settimana, con la possibilita’ che alcuni si avvalgano della facolta’ di non rispondere. Anche un altro momento, forse decisivo nella storia giudiziaria di questa vicenda, dovrebbe essere fissato per i prossimi giorni: con l’incidente probatorio, gli investigatori pensano di poter cristalizzare la testimonianza delle due ragazzine che, comunque, hanno gia’ fornito dettagli determinanti per l’arresto dei quattro giovani, Michele Masiello, di 23 anni, Alberto Lopatriello (22), Alessandro Zuccaro (21) e Giuseppe Gargano (19). Le due minorenni, di 16 e 15 anni, una delle quali con origini lucane, non potranno lasciare l’Italia proprio fino all’incidente probatorio. Attorniate dall’affetto dei famigliari, alcuni giunti pure dall’Inghilterra, stanno cercando di mettersi alle spalle questa terribile esperienza, ma i momenti di panico e angoscia sono ovviamente ancora tanti. Con il passare delle ore, tuttavia, i ricordi si stanno facendo piu’ nitidi, pure su quello che hanno fatto i tre giovani che per ora sono solo indagati. Come successo per almeno due dei quattro arrestati, le foto pubblicate sui profili social potrebbero essere fondamentali per riconoscere quelli che hanno partecipato direttamente alla violenza sessuale di gruppo. Non sono quindi da escludere ulteriori provvedimenti cautelari. Proprio in questo senso vanno inseriti gli accertamenti in corso da parte della Polizia, che non ha mai interrotto le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Matera. Le verifiche sul materiale sequestrato durante l’esecuzione degli arresti, ad esempio sui telefoni cellulari, potrebbero far luce su altri particolari, quasi sicuramente decisivi per la questione giudiziaria. In particolare, c’e’ da accertare la circostanza che le due ragazzine, prima di essere stuprate, siano state anche drogate. Un messaggio di vicinanza alle due minorenni e’ stato espresso anche dal presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, il quale non ha potuto non sottolineare “il senso di amarezza per un fattaccio che umilia un’intera comunita’, ma che non appartiene – ha ribadito con forza il governatore lucano – alla nostra cultura e alla nostra terra”.

Advertisement

Cronache

Auto in fiamme, muore una donna

Pubblicato

del

Tragico pomeriggio a Vado Ligure, in provincia di Savona, dove una donna è morta in circostanze misteriose a causa dell’incendio di un’auto vicino a un distributore di benzina lungo la via Aurelia. Gli eventi hanno destato preoccupazione e confusione nella comunità locale, poiché la dinamica di quanto accaduto rimane ancora avvolta nell’ombra.

Al momento, non è stata fornita alcuna chiarezza sulla natura dell’incidente. Le autorità locali stanno conducendo un’indagine approfondita per determinare se si sia trattato di un gesto deliberato o di un tragico incidente. Ciò che è certo è che la donna è stata trovata senza vita al di fuori del veicolo incendiato, a pochi passi dal distributore di benzina. La sua identità non è stata resa nota pubblicamente, in attesa di informare i familiari più stretti.

L’incidente ha richiamato prontamente l’intervento di diverse squadre di soccorso. I vigili del fuoco hanno lavorato incessantemente per domare le fiamme, mentre l’automedica del 118 ha tentato di prestare soccorso alla vittima. I carabinieri e i membri della Croce Rossa di Savona si sono mobilitati per garantire il controllo della situazione e fornire supporto alle indagini in corso.

 

Continua a leggere

Cronache

Last Banner, aumentano le condanne per gli ultrà della Juventus

Pubblicato

del

Sugli ultrà della Juventus la giustizia mette il carico da undici. Resta confermata l’ipotesi di associazione per delinquere, l’estorsione diventa ‘consumata’ e non solo più ‘tentata’, le condanne aumentano. Il processo d’appello per il caso Last Banner si chiude, a Torino, con una sentenza che vede Dino Mocciola, leader storico dei Drughi, passare da 4 anni e 10 mesi a 8 anni di carcere; per Salvatore Ceva, Sergio Genre, Umberto Toia e Giuseppe Franzo la pena raggiunge i 4 anni e 7 mesi, 4 anni e 6 mesi, 4 anni e 3 mesi, 3 anni e 11 mesi. A Franzo viene anche revocata la condizionale.

La Corte subalpina, secondo quanto si ricava dal dispositivo, ha accettato l’impostazione del pg Chiara Maina, che aveva chiesto più severità rispetto al giudizio di primo grado. Secondo le accuse, le intemperanze da stadio e gli scioperi del tifo furono, nel corso della stagione 2018-19, gli strumenti con cui le frange più estreme della curva fecero pressione sulla Juventusper non perdere agevolazioni e privilegi in materia di biglietti. Fino a quando la società non presentò la denuncia che innescò una lunga e articolata indagine della Digos. Già la sentenza del tribunale, pronunciata nell’ottobre del 2021, era stata definita di portata storica perché non era mai successo che a un gruppo ultras venisse incollata l’etichetta di associazione per delinquere. Quella di appello si è spinta anche oltre.

Alcune settimane fa le tesi degli inquirenti avevano superato un primo vaglio della Cassazione: i supremi giudici, al termine di uno dei filoni secondari di Last Banner, avevano confermato la condanna (due mesi e 20 giorni poi ridotti in appello) inflitta a 57enne militante dei Drughi chiamato a rispondere di violenza privata: in occasione di un paio di partite casalinghe della Juve, il tifoso delimitò con il nastro adesivo le zone degli spalti che gli ultrà volevano per loro e allontanò in malo modo gli spettatori ‘ordinari’ che cercavano un posto. Oggi il commento a caldo di Luigi Chiappero, l’avvocato che insieme alla collega Maria Turco ha patrocinato la Juventus come legale di parte civile, è che “il risultato, cui si è giunti con una azione congiunta della questura e della società, è anche il frutto dell’impegno profuso per aumentare la funzionalità degli stadi”. “Senza la complessa macchina organizzativa allestita in materia di sicurezza – spiega il penalista – non si sarebbe mai potuto conoscere nei dettagli ciò che accadeva nella curva”. Fra le parti civili c’era anche Alberto Pairetto, l’uomo della Juventus incaricato di tenere i rapporti con gli ultrà.

Continua a leggere

Cronache

Malore in caserma, muore vigile del fuoco

Pubblicato

del

Ha accusato un malore nella notte tra domenica e lunedì nella caserma dei vigili del fuoco del Lingotto a Torino ed è morto dopo circa un’ora all’ospedale delle Molinette, dove era stato ricoverato. L’uomo, Samuele Del Ministro, aveva 50 anni ed era originario di Pescia (Pistoia). In una nota i colleghi del comando vigili del fuoco di Pistoia ricordano come Del Ministro avesse iniziato il suo percorso nel corpo nazionale dei vigili del fuoco con il servizio di leva, per poi entrare in servizio permanente nel 2001, proprio al comando provinciale di Torino, da cui fu poi trasferito al comando di Pistoia.

Per circa vent’anni ha prestato servizio nella sede distaccata di Montecatini Terme (Pistoia), specializzandosi in tecniche speleo alpino fluviali e tecniche di primo soccorso sanitario. Ha partecipato a tante fasi emergenziali sul territorio nazionale: dal terremoto a L’Aquila, all’incidente della Costa Concordia all’Isola del Giglio, fino al terremoto nel centro Italia. “Un vigile sempre in prima linea – si legge ancora -, poi il passaggio di qualifica al ruolo di capo squadra con assegnazione al comando vigilfuoco di Torino e a breve sarebbe rientrato al comando provinciale di Pistoia. Del Ministro lascia la moglie e due figli”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto