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Esteri

Putin: pronto a trattare con Kiev ma solo dopo rielezione Zelensky. E ricorda Berlusconi

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Nel tradizionale appuntamento di fine anno, il presidente russo Vladimir Putin ha risposto a ben 76 domande in una conferenza stampa durata quattro ore e mezza. Un evento in cui ha affrontato temi che spaziano dalle questioni interne della Russia alle tensioni geopolitiche, con particolare attenzione ai conflitti in Ucraina e Medio Oriente.

Ucraina: “Pronti a negoziati, ma solo con un’autorità legittima”

Putin ha ribadito la volontà di dialogo con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma a una condizione: che Zelensky venga rieletto, consolidando così la sua legittimità. “Siamo pronti a negoziati e compromessi”, ha dichiarato Putin, sottolineando tuttavia i progressi russi nella cosiddetta “operazione militare speciale”. Ha aggiunto che la Russia sta avanzando su tutto il fronte e ha promesso la riconquista della porzione della regione di Kursk occupata dalle truppe ucraine.

Mentre Putin esprimeva fiducia nell’esito del conflitto, Zelensky, da Bruxelles, continuava a invocare l’ingresso di Kiev nella NATO e definiva il leader del Cremlino “pazzo”.

Sfida all’Occidente: i missili Oreshnik

Il presidente russo ha lanciato una provocazione all’Occidente, sfidandolo a intercettare i missili di produzione russa Oreshnik. Ha poi criticato i servizi di sicurezza russi per i “gravi errori” che hanno portato all’assassinio del generale Igor Kirillov, definendolo un “atto terroristico”.

Medio Oriente e Siria: un appello alla pace

In merito alla Siria, Putin ha auspicato il ritiro delle truppe israeliane dal territorio siriano e ha condannato ogni tentativo di conquista. Ha dichiarato che la Russia intende mantenere le sue basi militari in Siria, ma spera in una rapida stabilizzazione. Ha inoltre annunciato l’evacuazione di 4.000 combattenti iraniani come gesto di amicizia verso Teheran.

Riguardo a Bashar Assad, Putin ha affermato di non aver ancora avuto contatti recenti con il leader siriano, ma di prevedere un incontro futuro, occasione in cui intende discutere anche della sorte del reporter statunitense Austin Tice, scomparso in Siria 12 anni fa.

Un ricordo per Berlusconi

In chiusura, Putin ha ricordato con affetto Silvio Berlusconi, citandolo tra le personalità con cui vorrebbe prendere una tazza di tè, accanto a Helmut Kohl e Jacques Chirac. “Berlusconi ha fatto molto per lo sviluppo delle relazioni tra Italia e Russia”, ha dichiarato il presidente russo, lodando il calore umano e l’intelligenza dell’ex premier italiano.

In un periodo segnato da conflitti e tensioni internazionali, Putin si è mostrato fiducioso nelle capacità della Russia, ma anche aperto a dialoghi futuri. Le sue dichiarazioni, dalla situazione in Ucraina alla Siria, evidenziano la complessità della politica estera russa e il ruolo chiave che il Cremlino intende giocare sullo scacchiere globale.

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Trump: la Crimea resterà alla Russia, Zelensky lo sa

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Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lo fa con dichiarazioni destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a Time, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che “la Crimea resterà con la Russia”, aggiungendo che anche il presidente ucraino Zelensky ne sarebbe consapevole.

“La Crimea è andata ai russi, fu colpa di Obama”

«La Crimea è stata consegnata alla Russia da Barack Hussein Obama, non da me», ha ribadito Trump, sottolineando come la penisola fosse “con i russi” ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. «Lì ci sono sempre stati i russi, ci sono stati i loro sottomarini per molti anni, la popolazione parla in gran parte russo», ha aggiunto. Secondo l’ex presidente, se lui fosse stato alla guida del Paese, “la Crimea non sarebbe mai stata presa”.

“Questa guerra non doveva accadere”

Trump ha definito il conflitto in Ucraina “la guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”, lanciando un messaggio implicito al presidente Joe Biden e alla gestione democratica della politica estera. A suo avviso, con lui alla presidenza, la situazione in Ucraina si sarebbe sviluppata in modo del tutto diverso, senza l’invasione da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto internazionale già molto teso, mentre si continua a discutere del futuro della Crimea e dei territori occupati.

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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Esteri

‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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