Era arrivato in Spagna, dopo essere passato anche da Parigi. La latitanza di Nomanhulaq Nomanhulaq, pachistano di 35 anni e cugino di Saman Abbas, si e’ conclusa dopo nove mesi, in un appartamento della periferia di Barcellona. In Catalogna e’ stato trovato e arrestato all’alba dagli agenti della Policia Nacional che hanno seguito le informazioni dei carabinieri del nucleo investigativo di Reggio Emilia. Era l’ultimo, dei familiari indagati, ricercato in Europa. Prima di lui erano stati presi, in momenti diversi, gli altri due uomini filmati il 29 aprile, mentre uscivano dal casolare di Novellara (Reggio Emilia) con attrezzi da lavoro, pala e piede di porco: per gli investigatori i tre stavano andando a scavare la tomba della loro giovane parente, uccisa il giorno successivo e mai piu’ ritrovata, nonostante ricerche in lungo e in largo, nella campagna circostante. La fuga di Nomanhulaq era iniziata il 10 maggio, insieme all’altro cugino di Saman, Ikram Ijaz e a Danish Hasnain, zio della 18enne. Con loro c’era anche il fratello minorenne della ragazza, ma in un controllo al confine tra l’Italia e la Francia quest’ultimo era stato bloccato e mandato in una comunita’ protetta. Proprio le dichiarazioni del ragazzo, sentito poi anche in incidente probatorio, accusano gli altri familiari del delitto. Omicidio commesso, secondo l’accusa, con il concorso anche dei genitori, poi fuggiti in Pakistan, per punire Saman di essersi ribellata: prima si era opposta a un matrimonio combinato in patria e poi, compiuti i 18 anni, cercava di vivere la propria vita. Ijaz era stato rintracciato a bordo di un pullman a Nimes, in Francia, il 28 maggio: stava tentando di raggiungere la Spagna. Hasnain, considerato il leader del gruppo, e’ stato trovato il 23 settembre a nord di Parigi. Entrambi sono stati consegnati all’Italia e ora sono in carcere nella stessa cella a Reggio Emilia. Nessuno dei due ha mai ammesso nulla, anzi. La loro linea negli interrogatori e’ stata quella di dichiararsi totalmente estranei al delitto, con versioni dei fatti che pero’ non hanno convinto gli inquirenti. Nomanhulaq, che si sospettava fosse nella zona di Barcellona e che probabilmente in precedenza e’ transitato anche da Parigi, e’ stato individuato grazie al fatto che il suo numero spagnolo era nel telefono di Hasnain. E’ stata quindi chiesta un’intercettazione, che ha portato a localizzarlo. Adesso e’ in carcere, a disposizione dell’autorita’ giudiziaria spagnola per la convalida e successivamente per l’estradizione. Per carabinieri e procura di Reggio Emilia il 35enne avrebbe aiutato Hasnain a uccidere materialmente Saman, probabilmente strangolata. Da lui, una volta che sara’ consegnato all’autorita’ giudiziaria italiana, si spera di ottenere quello che finora manca: informazioni sul luogo dove e’ stato nascosto il cadavere, forse fatto a pezzi. E la conferma del quadro accusatorio ricostruito fin qui e cioe’ le azioni commesse dai suoi stessi familiari per eliminare la 18enne Saman, cancellandone per sempre ogni traccia.