Collegati con noi

Ambiente

Passo decisivo per salvare gli ultimi rinoceronti bianchi

Pubblicato

del

Compiuto un passo decisivo per salvare il rinoceronte bianco del Nord dall’estinzione: sono stati prelevati con successo gli ovociti dalle due femmine che sono gli ultimi esemplari viventi della specie. Lo rende noto il gruppo internazionale di ricerca che lavora a questo progetto di salvaguardia della fauna senza precedenti. L’Italia ne fa parte, con il laboratorio Avantea guidato da Cesare Galli, che lo scorso anno aveva ottenuto i primi embrioni di rinoceronte in provetta e in precedenza il primo clone di un toro, Galileo, e il primo di un cavallo, Prometea. Al progetto partecipano anche l’Istituto Leibniz per lo zoo e la ricerca sulla fauna selvatica (Izw) a Berlino, lo zoo di Dvur Kralove’ nella Repubblica Ceca, la riserva Ol Pejeta Conservancy e la societa’ Kenya Wildlife Service (Kws) che gestisce la fauna selvatica del Kenya. “E’ la prima volta che la procedura viene fatta sul rinoceronte bianco del Nord, e’ andato tutto bene e siamo soddisfatti, ma per poter avere risultati ci vorra’ tempo, almeno cinque anni per i primi cuccioli”, ha detto Galli. Il prelievo degli ovociti e’ stato fatto il 22 agosto: i veterinari, guidati da Thomas Hildebrandt dell’Izw e da David Ndeereh del Kws, hanno raccolto 10 ovociti dalle due femmine, Najin e Fatu, che vivono nella riserva Ol Pejeta Conservancy in Kenya, con una sonda, mentre gli animali erano in anestesia generale.

Il laboratorio cremonese di tecnologie avanzate per la riproduzione animale adesso si occupera’ di fecondarli con gli spermatozoi congelati degli ultimi maschi della specie, deceduti per cause naturali. La fecondazione artificiale “e’ in programma domenica 25 agosto – ha detto Galli -. Puntiamo a ottenere almeno due embrioni e considerando che ci vogliono otto giorni per il loro sviluppo, questa fase si concludera’ il 3-4 di settembre”. Gli embrioni saranno poi congelati, e in futuro saranno trasferiti in una madre surrogata della specie di rinoceronte meridionale. “Abbiamo gia’ usato il seme e sappiamo che funziona” ha detto Galli. Lo scorso anno infatti fra gli embrioni di rinoceronte in provetta ottenuti dal gruppo di Galli, a partire da ovociti di rinoceronte bianco meridionale, ve ne erano alcuni fecondati con spermatozoi di maschi settentrionali. Gli embrioni erano stati poi congelati in attesa dell’impianto. “L’aspetto della gravidanza e’ un’altra fase complessa – ha rilevato l’esperto -. Abbiamo provato a impiantare due di questi embrioni nel maggio scorso, ma senza risultati”. Per ottenere i primi embrioni di rinoceronte bianco del Nord, si procedera’ con la stessa tecnica usata lo scorso anno, che consiste nell’iniettare gli spermatozoi nella cellula uovo, la cosiddetta Icsi, simile a quella impiegata nell’uomo, ma modificata per i cavalli, e poi riadattata per i rinoceronti. La procedura e’ stata condotta all’interno di un quadro etico sviluppato, per “preparare il gruppo a tutti i possibili scenari di una procedura cosi’ ambiziosa e assicurarsi il rispetto del benessere dei due animali”, ha rilevato Barbara de Mori, esperto di etica dell’universita’ di Padova. Il progetto ha anche un altro obiettivo, ma piu’ a lungo termine: sviluppare tecniche per creare gameti artificiali di rinoceronte bianco del Nord a partire da cellule staminali.

Advertisement

Ambiente

Istituito dal ministro Gilberto Pichetto il 25/o Parco nazionale, è quello del Matese

Pubblicato

del

Nasce il 25/o parco nazionale italiano, è quello del Matese, area protetta tra Campania e Molise per 87.897,7 ettari. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha firmato il decreto che individua “la perimetrazione, la zonizzazione e le misure di salvaguardia del Parco Nazionale del Matese”. Lo rende noto un comunicato del Mase. Il provvedimento, in ottemperanza alla pronuncia del Tar del Lazio dell’ottobre 2024, spiega la nota, “è il frutto del lavoro e della concertazione che ha coinvolto, oltre il Mase, l’Ispra e numerosi enti territoriali interessati: 52 amministrazioni comunali, quattro province e due Regioni. Viene così ampliato il vecchio Parco Regionale, entrato in funzione solamente nel 2002, a causa della mancata approvazione delle norme attuative della legge regionale, e che si estendeva su una superficie di oltre 33mila ettari”.
“La firma di oggi, nella Giornata della Terra – ha dichiarato il ministro Gilberto Pichetto – afferma in concreto il valore della biodiversità del nostro Paese: il Matese è uno scrigno di natura e cultura, che entra formalmente nella lista dei Parchi nazionali, aprendosi a una visione di sviluppo nuova che vogliamo costruire con la forte condivisione di istituzioni e comunità locali”. “Da oggi il territorio acquisirà – ha aggiunto il sottosegretario Claudio Barbaro a cui il Mase ha attribuito la delega alle aree protette – una visibilità nazionale e il trasferimento di notevoli risorse, al fine di rendere il Parco anche un’occasione, tra le altre cose, di rilancio turistico.
Il Mase, con il nuovo Governo, ha costituito l’Area marina protetta di Capospartivento, il Parco Ambientale di Orbetello e adesso il Parco Nazionale del Matese, a dimostrazione che esiste una strategia e una visione precisa sullo sviluppo delle aree da tutelare, pur nel convincimento che fra l’uomo e il territorio occorra consolidare un equilibrio che sappia preservare sia la natura che lo sviluppo” ha rilevato Barbaro. L’ultimo Parco nazionale istituito in Italia è stato quello dell’Isola di Pantelleria, nel 2016.

Continua a leggere

Ambiente

Efficienza energetica e valore degli immobili: in Italia cresce la consapevolezza, ma resta indietro il 75% del patrimonio edilizio

Ristrutturare conviene: +43% di valore per gli immobili efficienti. Risparmi per le famiglie fino a 19 miliardi l’anno.

Pubblicato

del

In Italia, tre edifici su quattro restano in classi energetiche basse, nonostante il miglioramento registrato tra il 2018 e il 2023, con un aumento degli immobili in classe A dal 8% al 15%. Lo rivela l’ultima analisi della Community Smart Building di Teha Group, che mette in luce le gravi conseguenze in termini economici, ambientali e sociali legate al ritardo del Paese nell’efficientamento del parco immobiliare.

Gli immobili efficienti conquistano il mercato

Il mercato immobiliare premia sempre di più l’efficienza energetica. Le compravendite di edifici nuovi in classe A o B sono passate dal 49% al 70% in dieci anni, mentre quelle di immobili ristrutturati ad alta efficienza sono salite dal 7% al 38%. Di conseguenza, anche il valore medio di mercato cresce:

  • 2.316 euro/m² per edifici ristrutturati

  • 1.615 euro/m² per edifici abitabili

  • 1.290 euro/m² per edifici da ristrutturare

Un divario che evidenzia la valorizzazione degli immobili smart e sostenibili, capaci di coniugare risparmio energetico e riduzione dell’impatto ambientale.

Povertà energetica: 5,3 milioni di italiani in difficoltà

Nonostante gli sforzi, l’Italia resta tra i Paesi UE più colpiti dalla povertà energetica, con l’8,8% delle famiglie che non riesce a riscaldare adeguatamente la propria abitazione. Un dato preoccupante, legato all’elevata percentuale di edifici inefficienti e ai costi energetici crescenti, aggravati da redditi insufficienti.

L’efficienza come opportunità economica

Secondo l’analisi del Teha Group, l’efficientamento energetico degli edifici può ridurre i consumi energetici fino al 29% e quelli idrici fino al 5%, generando un risparmio netto stimato tra i 17 e i 19 miliardi di euro annui per famiglie e sistema economico.

Benedetta Brioschi, responsabile della Community Smart Building, sottolinea:
“Il rinnovamento green e smart degli edifici è una necessità, ma anche una grande opportunità. Il Real Estate si sta già muovendo, ma servono ulteriori investimenti pubblici e privati per accelerare il cambiamento”.

Serve un’azione condivisa tra istituzioni, imprese e cittadini

Il report invita a superare il modello del solo pensiero (“think tank”) e diventare un “act tank”, in grado di influenzare concretamente le scelte dei policy maker. La collaborazione tra governo, aziende e cittadini è essenziale per trasformare il patrimonio immobiliare italiano in una leva di sostenibilità e benessere diffuso.

(La foto in evidenza è stata realizzata con sistemi di intelligenza artificiale)

Continua a leggere

Ambiente

Primo filmato di un calamaro colossale negli abissi, è cucciolo

Pubblicato

del

Filmato per la prima volta uno dei più elusivi e misteriosi abitanti degli abissi: si tratta del calamaro colossale Mesonychoteuthis hamiltoni, l’invertebrato più pesante al mondo, che può raggiungere i 7 metri di lunghezza e i 500 chili di peso. La sua esistenza era nota da un secolo, ma finora nessun esemplare vivo era mai stato visto nuotare nel suo habitat naturale. La svolta è arrivata lo scorso 9 marzo, quando un cucciolo lungo appena 30 centimetri è stato ripreso a 600 metri di profondità nell’Oceano Atlantico meridionale dal robot subacqueo SuBastian dello Schmidt Ocean Institute.

L’inaspettato incontro è avvenuto mentre i ricercatori a bordo della nave ‘Falkor (too)’ stavano conducendo una spedizione di 35 giorni vicino alle Isole Sandwich Australi per censire nuove forme di vita marina. Il video ottenuto grazie al robot sottomarino rappresenta la prima testimonianza dell’esistenza in vita di questo animale (più grosso del celebre calamaro gigante), che fino a oggi era stato documentato solo attraverso esemplari morti o osservazioni indirette.

“È emozionante vedere il primo filmato in situ di un giovane esemplare di calamaro colossale: per cento anni li abbiamo incontrati principalmente come prede rimaste negli stomaci di balene e uccelli marini e come predatori di merluzzi catturati”, spiega la biologa marina Kat Bolstad dell’Università di Tecnologia di Auckland, una degli esperti indipendenti consultati dal team della spedizione scientifica per verificare il filmato. Una delle caratteristiche distintive del calamaro colossale è la presenza di uncini al centro delle sue otto braccia. I cuccioli hanno corpi trasparenti e uncini affilati all’estremità dei due tentacoli più lunghi, ma crescendo perdono il loro aspetto trasparente. Nel video si può notare l’iridescenza dei bulbi oculari che spiccano nel buio dell’oceano.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto