Collegati con noi

Corona Virus

Pass, scuola e vaccino: le tappe delle nuove misure

Pubblicato

del

Con l’ultimo decreto anti-Covid approvato in Cdm, il primo del 2022 e il quinto provvedimento da fine novembre, arriva l’ennesimo aggiornamento delle misure per far fronte alla quarta ondata del virus e al dilagare di Omicron. Ecco il calendario delle novita’ introdotte a partire dall’inizio dell’anno, alcune delle quali indicate ancora dalla bozza del decreto, in attesa di pubblicazione.

7-10 GENNAIO, LA SCUOLA RICOMINCIA CON NUOVE REGOLE – Si torna a scuola in gran parte d’Italia. Nella scuola dell’infanzia i prof dovranno indossare le mascherine Ffp2, cosi’ come nelle classi delle primarie e secondarie dove ci sono alunni che non hanno la mascherina perche’ esentati per specifici motivi. L’ultimo decreto introduce poi nuove regole per la gestione delle quarantene: alla materna, in presenza di un positivo in classe, scatta la sospensione delle attivita’ per 10 giorni mentre alle elementari con un solo caso si applica la sorveglianza, che prevede un tampone al primo e al quinto giorno dalla scoperta del caso, e con due si va in dad per 10 giorni. Per medie e superiori la norma prevede invece tre diversi step: con un caso di positivita’ si continua ad andare a scuola in presenza e si applica l’autosorveglianza e l’obbligo di mascherine Ffp2; con due casi chi e’ vaccinato con il booster o guarito da meno di 4 mesi resta in classe, i non vaccinati e i vaccinati e guariti da piu’ di 120 giorni vanno invece in dad; con 3 positivi, tutta la classe resta a casa e segue le lezioni da remoto per un tempo massimo di 10 giorni.

8 GENNAIO, OBBLIGO VACCINO PER OVER 50 – Entra in vigore l’ultimo decreto (se verra’ pubblicato nella Gazzetta Ufficiale di domani) e scatta l’obbligo di vaccino per tutti gli over 50 residenti in Italia, italiani e stranieri, ad eccezione di coloro che sono esentati per motivi di salute. Per chi e’ guarito dal Covid, l’obbligo scatta entro massimo sei mesi dalla data di guarigione. L’obbligo vale fino al 15 giugno e riguarda anche tutti coloro che entro quella data compiranno 50 anni.

10 GENNAIO, E’ QUASI LOCKDOWN PER I NON VACCINATI – Il certificato verde rafforzato sara’ obbligatorio ovunque, tranne che nei negozi e per i servizi essenziali. Parte dunque la stretta sui non vaccinati: sara’ obbligatorio il Super Green pass per salire su treni, bus, metro e tutti gli altri mezzi di trasporto, mangiare nei locali all’aperto (oltre che in quelli al chiuso, come gia’ previsto), per entrare in alberghi, andare a fiere, impianti sci e tanti altri luoghi di socialita’ e svago.

10 GENNAIO, IL BOOSTER SI PUO’ FARE ANCHE DOPO 4 MESI – I tempi per la somministrazione del booster diventano piu’ brevi: sara’ possibile riceverlo gia’ dopo 4 mesi, anziche’ 5. Ma non si tratta di tempi obbligatori.

20 GENNAIO, DAL PARRUCCHIERE COL CERTIFICATO VERDE – Scatta l’obbligo di aver il pass ‘base’, dunque quello ottenibile anche con un tampone, per accedere ai servizi alla persona: barbieri, parrucchieri, estetisti.

1 FEBBRAIO, IL SUPER GREEN PASS DURA SEI MESI – Si accorcia la durata del certificato verde ottenuto con il vaccino, quindi quello in versione ‘rafforzata’. Chi ha ricevuto l’ultima dose per immunizzarsi (ovvero la fine del primo ciclo) o il booster da oltre 6 mesi vedra’ scadere il proprio lasciapassare se non fara’ una ulteriore dose di vaccino.

1 FEBBRAIO, PASS BASE PER POSTE, BANCHE E NEGOZI – Per accedere ad un qualunque ufficio pubblico o a servizi postali, bancari e finanziari, e alle attivita’ commerciali, bisognera’ avere il pass base. Si potra’ accedere senza (secondo quanto indicato dalla bozza del decreto) solo ai servizi per il soddisfacimento “di esigenze essenziali e primai della persona”.

15 FEBBRAIO, OVER 50 AL LAVORO CON IL SUPER PASS – I lavoratori pubblici e privati – compresi quelli in ambito giudiziario e i magistrati – che hanno compiuto i 50 anni, dovranno esibire al lavoro il Super Green pass, che si ottiene con il vaccino o con la guarigione dal Covid. Chi non lo fara’ non ricevera’ lo stipendio ma conservera’ il posto di lavoro. L’accesso ai luoghi di lavoro senza certificato che attesti vaccino o guarigione e’ vietato e chi non rispetta il divieto subira’ una sanzione amministrativa tra 600 e 1500 euro.

FINO AL 28 FEBBRAIO TEST GRATIS A STUDENTI – Fino alla fine di febbraio nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, gli studenti che dovranno fare autosorveglianza potranno essere sottoposti a test gratuitamente. FFP2 CALMIERATE FINO A MARZO – Il commissario per l’emergenza, Francesco Figliuolo, d’intesa con il ministro della Salute, siglera’ nel mese di gennaio un protocollo con farmacie e rivenditori autorizzati per calmierare il prezzo delle mascherine Ffp2 fino al 31 marzo (come gia’ accade per le mascherine chirurgiche, che hanno un prezzo fissato a 50 centesimi). Il governo monitorera’ l’andamento dei prezzi, che potrebbero aggirarsi tra i 50 centesimi (la catena della grande distribuzione di Coop ha annunciato questo prezzo di vendita) e un euro.

31 MARZO, SCADE LO STATO DI EMERGENZA. SARA’ RINNOVATO? – Non e’ ancora possibile sapere se sara’ rinnovato lo Stato di Emergenza, a cui sono legate ad esempio le norme sul lavoro agile, ovvero lo smartworking, e quelle in materia di sorveglianza sanitaria eccezionale.

15 GIUGNO VIA L’OBBLIGO – Per gli over 50 termina l’obbligo del vaccino, secondo quanto deciso al momento dall’ultimo decreto.

Advertisement

Corona Virus

Covid-19 e genetica: uno studio italiano spiega perché il virus ha colpito più il Nord che il Sud

Pubblicato

del

Un team di scienziati italiani ha scoperto un legame tra genetica e diffusione del Covid-19, individuando alcuni geni che avrebbero reso alcune popolazioni più vulnerabili alla malattia e altre più resistenti.

Come stabilire chi ha maggiore probabilità di sviluppare il Covid-19 in forma grave? E perché la pandemia ha colpito in modo più violento alcune zone d’Italia rispetto ad altre? A queste domande ha risposto uno studio multidisciplinareguidato dal professor Antonio Giordano, direttore dell’Istituto Sbarro di Philadelphia per la Ricerca sul Cancro e la Medicina Molecolare, in collaborazione con epidemiologi, patologi, immunologi e oncologi.

Dallo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Journal of Translational Medicine, emerge che la predisposizione genetica potrebbe aver giocato un ruolo determinante nella diffusione e nella gravità del Covid-19.

Il ruolo delle molecole Hla nella risposta immunitaria

Il metodo sviluppato dai ricercatori ha permesso di individuare le molecole Hla, ovvero quei geni responsabili del rigetto nei trapianti, come indicatori della capacità di un individuo di resistere o soccombere alla malattia.

“È dalla qualità di queste molecole che dipende la capacità del nostro sistema immunitario di fornire una risposta efficace, o al contrario di soccombere alla malattia”, ha spiegato Pierpaolo Correale, capo dell’Unità di Oncologia Medica dell’ospedale Bianchi Melacrino Morelli di Reggio Calabria.

Lo studio ha dimostrato che chi possiede molecole Hla di maggiore qualità ha più possibilità di combattere il virus e sviluppare una forma più lieve della malattia. Questo metodo, inoltre, potrebbe essere applicato anche ad altre malattie infettive, oncologiche e autoimmunitarie.

Perché il Covid ha colpito più il Nord Italia? Questione di genetica

Uno dei dati più interessanti dello studio riguarda la distribuzione geografica delle molecole Hla in Italia. I ricercatori hanno scoperto che alcuni alleli (varianti genetiche) sono più diffusi in certe zone del Paese, influenzando così l’impatto della pandemia.

Secondo lo studio, la minore incidenza del Covid-19 nelle regioni del Sud rispetto a quelle del Nord potrebbe essere dovuta a una specifica eredità genetica.

Tra le ipotesi vi è quella di un virus antesignano del Covid-19 che si sarebbe diffuso migliaia di anni fa nell’area che oggi corrisponde alla Calabria, “immunizzando” in qualche modo i discendenti di quelle terre.”

Lo studio: 525 pazienti analizzati tra Calabria e Campania

La ricerca ha preso in esame tutti i casi di Covid registrati in Italia nella banca dati dell’Istituto Superiore di Sanità, oltre a 75 malati ricoverati negli ospedali di Reggio Calabria e Napoli (Cotugno), e 450 pazienti donatori sani.

I risultati hanno evidenziato che:

  • Gli Hla-C01 e Hla-B44 sono stati individuati come geni associati a maggiore rischio di infezione e malattia grave.
  • Dopo la prima ondata pandemica, questa associazione è scomparsa.
  • L’allele Hla-B*49, invece, si è rivelato un fattore protettivo.

Uno studio rivoluzionario con implicazioni future

Questa scoperta non solo aiuta a comprendere la diffusione del Covid-19, ma potrebbe anche essere utilizzata in futuro per prevenire altre pandemie, individuando le popolazioni più a rischio e quelle più protette.

Un lavoro che apre nuove strade nel campo della medicina personalizzata, dimostrando che genetica e ambiente possono influenzare l’evoluzione di una malattia a livello globale.

Continua a leggere

Corona Virus

Covid-19, cinque anni dopo: cosa è cambiato e quali lezioni abbiamo imparato

Pubblicato

del

Cinque anni fa, l’Italia si fermava. L’8 marzo 2020, l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte annunciava il primo lockdown totale della storia repubblicana. Un provvedimento drastico, nato dall’esplosione dei contagi da Covid-19, che costrinse il Paese a chiudere in casa 60 milioni di persone, con l’unica concessione delle uscite per necessità primarie.

L’Italia è stato uno dei primi paesi occidentali ad affrontare un impatto devastante del virus. Il primo caso ufficiale venne individuato nel paziente zero di Codogno, Mattia Maestri, mentre il primo decesso fu registrato il 21 febbraio 2020 con la morte di Adriano Trevisan a Vo’ Euganeo.

Nei giorni successivi, il Paese assistette a scene che rimarranno impresse nella memoria collettiva: ospedali al collasso, città deserte, striscioni con “andrà tutto bene” esposti sui balconi, mentre nelle province più colpite, come Bergamo, i camion dell’esercito trasportavano le bare delle vittime.

Con il Vaccine Day del 27 dicembre 2020, l’arrivo dei vaccini segnò l’inizio della campagna di immunizzazione di massa, accompagnata dall’introduzione del Green Pass, che portò a feroci polemiche e alla nascita di movimenti No-Vax. Il 31 marzo 2022 venne dichiarata la fine dello stato di emergenza in Italia, mentre il 5 maggio 2023 l’OMS decretò la conclusione della pandemia a livello globale.

Il nuovo approccio alla gestione delle pandemie

Cinque anni dopo il lockdown, il governo Meloni ha rivisto il piano pandemico nazionale, con l’introduzione di nuove regole che limitano l’uso di misure restrittive. I DPCM (Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri), usati ampiamente durante il governo Conte per imporre limitazioni agli spostamenti e alle attività economiche, non saranno più utilizzati, sostituiti da una gestione più parlamentare dell’emergenza.

Inoltre, il 25 gennaio 2024 è entrato in vigore il decreto che ha abolito le multe per chi non ha rispettato l’obbligo vaccinale, un provvedimento che ha riacceso il dibattito su come è stata affrontata la pandemia e sui diritti individuali.

La commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza

Uno dei segnali più evidenti della volontà di rivalutare le scelte fatte è l’istituzione della commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione della pandemia, approvata il 14 febbraio 2024. La commissione ha già tenuto 24 audizioni, ascoltando esperti, rappresentanti istituzionali e figure chiave della crisi sanitaria, come l’ex commissario straordinario Domenico Arcuri, assolto di recente per l’inchiesta sulle mascherine importate dalla Cina.

A cinque anni di distanza: quali lezioni?

La pandemia ha lasciato un segno profondo sulla società italiana e ha messo in discussione il modello di gestione delle emergenze. Se da un lato c’è chi sostiene che le restrizioni fossero necessarie per salvare vite umane, dall’altro si solleva il dibattito su quanto fossero proporzionate e su eventuali errori di valutazione nelle misure adottate.

Oggi, il nuovo piano pandemico riconosce la necessità di una maggiore trasparenza e coinvolgimento del Parlamento, evitando misure straordinarie come quelle imposte con i DPCM. Ma l’eredità di quei mesi resta incisa nella memoria collettiva: l’Italia che si fermava, i bollettini quotidiani, i medici in prima linea e il ritorno, lento e faticoso, alla normalità.

Continua a leggere

Corona Virus

Covid: tra Natale e Capodanno scendono casi, stabili le morti (31)

Pubblicato

del

In Italia scendono i contagi mentre i decessi restano sostanzialmente stabili nella settimana tra Natale e Capodanno: dal 26 dicembre all’1 gennaio sono stati registrati 1.559 nuovi positivi, in calo rispetto ai 1.707 del periodo 19-25 dicembre, mentre le morti sono state 31 rispetto ai 29 casi nei 7 giorni precedenti. E’ quanto si legge nel bollettino settimanale sul sito del ministero della Salute. Lombardia e Lazio, seguite dalla Toscana, sono le regioni che hanno riportato più casi. Le Marche registrano il tasso di positività più alto (11,4%). Ancora una riduzione del numero di coloro che si sottopongono a tamponi: scendono da 44.125 a 34.532 e il tasso di positività cresce dal 3,9% al 4,5%.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto