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Corona Virus

Covid, allarme Campania: aumentano ricoveri ordinari e in terapia intensiva

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Nel giorno in cui l’Ordine dei Medici di Napoli lancia l’allarme sulla drammatica situazione degli ospedali, segnali preoccupanti arrivano dall’ultimo bollettino ufficiale della Regione Campania. Anche oggi si registra un aumento dei ricoveri in Campania visto che in terapia intensiva i posti occupati sono 73, rispetto ai 65 di ieri e nei reparti di degenza ordinaria ci sono invece 868 malati a fronte degli 813 di ieri. Oggi altri 16.512 positivi su un totale di 116.411 tamponi con la quota del 14,18% e altre 7 vittime. Tra i positivi al covid anche il presidente della Provincia di Caserta e sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca. Positivo con lui anche suo figlio: “Dopo mio figlio – annuncia Magliocca – il Covid ha beccato anche me. Sto bene. Ho solo un po’ di mal di gola”. Nel Casertano ormai da giorni il Covid corre velocemente: ieri c’e’ stato un nuovo record, con 2200 nuovi casi di positivita’, che portano il totale di persone attualmente contagiate dal virus in provincia a quasi 20mila (19141). Intanto a Napoli proseguono i controlli della polizia municipale che nelle aree della movida ha identificato 92 persone, sanzionandone tre per mancato utilizzo dei dispositivi di protezione individuali e due denunciate per rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identita’ personale. L’ondata di contagi a Pozzuoli non si arresta. Per il sesto giorno consecutivo la curva dei contagi e’ in crescita con 281 positivi nelle ultime 24 ore su 1752 tamponi analizzati. Al momento sono 2243 le persone positive per un totale di contagiati dall’inizio dell’epidemia di 9420. Si registra anche un’altra vittima per il coronavirus, la terza in due giorni che fa salire il totale a 109 decessi, come ha informato dalla sua pagina Facebook il sindaco, Vincenzo Figliolia. “La situazione – e’ il monito di Bruno Zuccarelli, presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli – e’ critica, molto peggiore di quanto possa apparire, abbiamo bisogno di aiuto e ne abbiamo bisogno ora. Roma decida per una misura drastica. Ne’ all’indomani del primo lockdown ne’ nel corso della seconda e terza ondata, la nostra situazione e’ stata tanto grave,. Se vogliamo evitare il peggio e’ bene che si intervenga subito, non metteteci in condizione di dover applicare il codice nero”. Questo l’allarme che lancia da Napoli il presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli, Bruno Zuccarelli che parla di quel codice che non esiste ma si riferisce alle situazioni estreme in cui i medici decidono in corsia chi curare e chi no. “Il dilagare – spiega Zuccarelli – della variante Omicron ha messo in ginocchio ospedali, ambulatori studi medici e rete dell’emergenza, e cio’ che emerge oggi e’ solo la punta dell’iceberg. Entro una settimana o due al massimo, se non si interviene adesso, rischiamo di vedere a Napoli cio’ che purtroppo abbiamo visto in Lombardia due anni fa”. L’ordine dei medici a Napoli sottolinea che l’ASL e le Aziende Ospedaliere hanno gia’ avviato la riconversione di reparti e hanno interrotto molte attivita’ ambulatoriali e chirurgiche di elezione.

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In Brasile raggiunte 700 mila vittime a causa del Covid-19

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Il governo del Brasile ha informato di aver oltrepassato questa settimana la quota di 700 mila vittime per il Covid-19 dopo la comparsa del virus per la prima volta nel Paese a febbraio del 2020 e il primo decesso avvenuto a marzo dello stesso anno. Il gigante sudamericano è attualmente il secondo Paese al mondo per numero di vittime dopo gli Stati Uniti (1,1 milioni). Nell’ultima settimana le autorità sanitarie hanno riferito di 322 decessi che hanno portato la cifra complessiva di morti a 700.239. Il peggior anno della pandemia in Brasile è stato il 2021, con 423.349 decessi attribuiti al virus Covid-19. Secondo una commissione d’inchiesta del Senato, oltre 200 mila persone sono morte in Brasile a causa del ritardo con cui è stato messo in atto il programma di vaccinazione della popolazione da parte dell’ex presidente Jair Bolsonaro, il quale a sua volta non si è mai vaccinato.

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Covid: in Italia 188.750 vittime in tre anni

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Curve Covid stabili. Verso l'estate senza mascherine

Sono 188.750 le vittime del Covid registrate in Italia al 16 marzo, a poco più di tre anni dall’inizio della pandemia, mentre i contagi sono stati 25.651.205. Nel mondo, invece, secondo l’Oms, ci sono quasi sette milioni di decessi segnalati per Covid-19, “anche se sappiamo – ha affermato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus – che il numero effettivo di decessi è molto più alto”. Questi i dati che fanno da sfondo alla Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid, proclamata per il 18 marzo. Per l’Oms la fine della pandemia appare finalmente prossima, e si è detta “fiduciosa che l’emergenza internazionale possa terminare entro l’anno, ed il virus Sars-CoV-2 diventerà paragonabile a quelli dell’influenza stagionale”. Tornando ai dati italiani, colpiscono anche quelli sugli operatori sanitari, a cui è stata dedicata la Giornata nazionale lo scorso 20 febbraio. Hanno perso la vita, come ha ricordato in quell’occasione il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, 379 medici e, secondo il sindacato Nursing Up, 90 infermieri. “Nei primi mesi di pandemia – aveva sottolineato Anelli – circa 60-80 medici morivano ogni mese. Metà dei decessi sono stati sul territorio, dove erano soli senza dispositivi di protezione e con mille difficoltà”. La situazione allora era ben diversa da quella attuale, dove, secondo i dati del ministero della Salute, continua a diminuire in Italia il numero dei nuovi casi e dei decessi per Covid-19. Nella settimana 10-16 marzo 2023 sono infatti 23.730 i nuovi casi positivi, con una variazione di -1,1% rispetto alla settimana precedente, mentre i deceduti sono 212 con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente. L’impatto clinico appare essere molto basso.

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Vaccini: studio, risposta più debole se si dorme poco

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Covid vaccino

Le persone che dormono meno di sei ore a notte hanno una peggiore risposta alle vaccinazioni, con una minore produzione di anticorpi e una protezione più breve. È quanto emerge da una ricerca coordinata dall’University of Chicago e pubblicata su Current Biology. La ricerca ha analizzato congiuntamente quattro studi che avevano indagato la relazione tra sonno ed efficacia della vaccinazione contro epatite B o influenza. Dall’analisi dei dati è emerso che chi aveva una durata del sonno inferiore alle 6 ore aveva una risposta alla vaccinazione più debole di circa il 20% rispetto a chi dormiva di più. “Un buon sonno non solo amplifica, ma può anche prolungare la durata della protezione del vaccino”, ha affermato in una nota Eve Van Cauter, coordinatrice della ricerca. L’effetto del sonno, tuttavia, è stato osservato soprattutto nei maschi, mentre nelle donne era più sfumato. La ragione di questa differenza di genere, spiegano i ricercatori, potrebbe essere legata agli ormoni. “Sappiamo dagli studi di immunologia che gli ormoni sessuali influenzano il sistema immunitario – ha aggiunto Van Cauter – Nelle donne, l’immunità è influenzata dallo stato del ciclo mestruale, dall’uso di contraccettivi, dalla menopausa e dallo stato post-menopausa, ma sfortunatamente nessuno degli studi che abbiamo riassunto aveva dati sui livelli di ormoni sessuali”.

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