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Ambiente

Parla Pellegrino, presidente del primo parco plastic free: il Cilento è natura, arte, cultura, bellezza, economia

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Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni è area protetta dallinestimabile valore culturale e paesaggistico. Ha un grande potenziale inespresso e non riceve probabilmente le attenzioni che meriterebbe. Il presidente dellente Parco Tommaso Pellegrino ha raccontato a Juorno il grande lavoro svolto in questi anni di valorizzazione e promozione del territorio nel rispetto della biodiversità. Lobiettivo ambizioso è quello di dare vita ad un modello di turismo di qualità, che valorizzi il territorio e generi indotto per la popolazione. Insieme a lui abbiamo riscoperto il valore di questa terra che ha vista nascere la dieta mediterranea, rinomata in tutto il mondo.

Presidente, tracciamo un bilancio di questo 2019 per il Parco. Eun bilancio positivo?

Assolutamente sì, abbiamo ridato centralità allazione del Parco. Abbiamo messo in campo un processo di sburocratizzazione; il Parco non è una riserva ma unarea protetta fortemente antropizzata e non deve passare il messaggio che chi vive qui è penalizzato. Inoltre abbiamo investito molto sulla territorialità, ad oggi abbiamo circa 120 aziende e 400 prodotti a marchio Parco. Stiamo lavorando alla Rete del Gusto della dieta mediterranea: chi viene qui deve poter vivere a 360 gradi lo stile di vita e lenogastronomia della dieta; la rete valorizza quei ristoratori che scelgono di puntare sulla territorialità. Stiamo infine proseguendo lazione che riguarda lemergenza cinghiali, con più di 2000 abbattimenti selettivi, un importante risultato che sarà integrato nel 2020 dalla filiera delle carni del cinghiale; con la commercializzazione della carne, trasformiamo lemergenza in opportunità. Col ministro Costa abbiamo poi introdotto le ZEA, zone economiche ambientali per favorire gli investimenti sul territorio.

Che cosa prevedono le ZEA?

Le ZEA introducono una fiscalità di vantaggio per le aziende operanti allinterno dei parchi e per coloro che vogliono investire allinterno dei parchi. In questo modo il nostro patrimonio può diventare unopportunità di lavoro. Col ministro Costa andiamo in questa direzione, per far comprendere che il territorio delle aree protette non rappresenta più un vincolo, ma una grande opportunità.

Dai siti archeologici ai paesaggi naturali, il Cilento è un posto sorprendente. Cosa consiglia per un tour nel Parco?

Andrebbe visitato ogni singolo paese: in ciascuno degli ottanta comuni vi sono paesaggi ed elementi artistici e culturali di grande pregio. Spesso fra due comuni limitrofi cambia completamente anche il dialetto. Il nostro territorio ha poi ben quattro riconoscimenti Unesco, è la terra di Velia, Paestum, della Certosa di Padula, della dieta mediterranea, della biodiversità, è il territorio della vetta più alta della Campania, il monte Cervati. Abbiamo importanti percorsi religiosi, come il Gelbison, abbiamo due aree marine protette, con i mari più premiati e riconosciuti di Italia.

Eppure il Parco ha probabilmente meno notorietà di quella che meriterebbe. Come se lo spiega?

Ha molta meno notorietà di quella che meriterebbe. Ha un potenziale enorme, noi oggi stiamo mettendo in campo anche una strategia di promozione; intanto il nostro è un territorio che non può essere rivolto ad un turismo di massa, deve essere un turismo esperienziale, un popiù ricercato. Poi c’è un problema di organizzazione, bisogna mettere a punto unofferta turistica che metta sempre di più al centro il territorio e le sue peculiarità. In questi ultimi anni di passi avanti ne abbiamo fatti: fino a qualche anno fa, si continuava a confondere il Cilento col Salento, oggi questo succede meno, il Cilento sta assumendo una sua identità. Indicatori positivi di crescita ci sono certamente, ma c’è ancora tanto potenziale inespresso.

 

Crede che turismo di massa e sostenibilità ambientale possano convivere?

Per le caratteristiche che possiede, il nostro territorio non si può aprire ad un turismo di massa. Deve essere un turismo di qualità. Va anche detto che si deve lavorare molto sullofferta di servizi, altrimenti chi viene e trova disorganizzazione e disservizi non ritorna. Einconcepibile, ad esempio, che chi viene qui, nella comunità emblematica della dieta mediterranea, possa andare in un ristorante e magari non trovare i piatti tipici del territorio.

Il biker ed inviato di Striscia Vittorio Brumotti è uno dei testimonial per la promozione del Parco del Cilento. Crede possa essere una scelta vincente? Che reazioni avete registrato?

Brumotti promuove anzitutto la mobilità sostenibile legata alla bici, e il nostro territorio si presta perfettamente ad un discorso sulla mobilità sostenibile. Estato molto bravo, col lavoro che sta facendo e che è ancora in itinere, già sui social abbiamo avuto un successo straordinario, con richieste un poda tutto il mondo. Siamo soddisfatti del lavoro che stiamo facendo con lui. Però ci tengo a ricordare anche la guida di Repubblica, altro grande risultato conseguito nel 2019, una delle più vendute in Italia.

Nel Cilento nasce la dieta mediterranea. Quali sono i prodotti tipici di questa terra?

Abbiamo circa 120 aziende e 400 prodotti a marchio Parco. Lolio è senza dubbio il capitano della dieta mediterranea e il nostro è particolarmente pregiato e ricco di antiossidanti.Abbiamo poi 13 presidi slow food, fra cui il cece di Cicerale, il Maracuoccio, legume ricco di fibre, la mozzarella nella Mortella, il carciofo bianco, le olive ammaccate, le alici di Menaica, il cacioricotta, il fico bianco, il vino, un settore in grande crescita. La nostra territorialità è qualitativa perché abbiamo fatto scelte in quella direzione, siamo stati il primo Parco italiano a dire stop al glifosato, ben prima che arrivassero le sentenze di condanna alla multinazionale che lo produce negli Stati Uniti. Abbiamo messo una serie di limitazioni sui prodotti chimici di sintesi. Siamo il primo Parco italiano ad essere plastic free. Così come abbiamo percentuali molto elevate sulla raccolta differenziata. La territorialità va perseguita mettendo in campo azioni virtuose, se diventa invece un fatto puramente campanilistico non ha molto senso.

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Istituito dal ministro Gilberto Pichetto il 25/o Parco nazionale, è quello del Matese

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Nasce il 25/o parco nazionale italiano, è quello del Matese, area protetta tra Campania e Molise per 87.897,7 ettari. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha firmato il decreto che individua “la perimetrazione, la zonizzazione e le misure di salvaguardia del Parco Nazionale del Matese”. Lo rende noto un comunicato del Mase. Il provvedimento, in ottemperanza alla pronuncia del Tar del Lazio dell’ottobre 2024, spiega la nota, “è il frutto del lavoro e della concertazione che ha coinvolto, oltre il Mase, l’Ispra e numerosi enti territoriali interessati: 52 amministrazioni comunali, quattro province e due Regioni. Viene così ampliato il vecchio Parco Regionale, entrato in funzione solamente nel 2002, a causa della mancata approvazione delle norme attuative della legge regionale, e che si estendeva su una superficie di oltre 33mila ettari”.
“La firma di oggi, nella Giornata della Terra – ha dichiarato il ministro Gilberto Pichetto – afferma in concreto il valore della biodiversità del nostro Paese: il Matese è uno scrigno di natura e cultura, che entra formalmente nella lista dei Parchi nazionali, aprendosi a una visione di sviluppo nuova che vogliamo costruire con la forte condivisione di istituzioni e comunità locali”. “Da oggi il territorio acquisirà – ha aggiunto il sottosegretario Claudio Barbaro a cui il Mase ha attribuito la delega alle aree protette – una visibilità nazionale e il trasferimento di notevoli risorse, al fine di rendere il Parco anche un’occasione, tra le altre cose, di rilancio turistico.
Il Mase, con il nuovo Governo, ha costituito l’Area marina protetta di Capospartivento, il Parco Ambientale di Orbetello e adesso il Parco Nazionale del Matese, a dimostrazione che esiste una strategia e una visione precisa sullo sviluppo delle aree da tutelare, pur nel convincimento che fra l’uomo e il territorio occorra consolidare un equilibrio che sappia preservare sia la natura che lo sviluppo” ha rilevato Barbaro. L’ultimo Parco nazionale istituito in Italia è stato quello dell’Isola di Pantelleria, nel 2016.

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Efficienza energetica e valore degli immobili: in Italia cresce la consapevolezza, ma resta indietro il 75% del patrimonio edilizio

Ristrutturare conviene: +43% di valore per gli immobili efficienti. Risparmi per le famiglie fino a 19 miliardi l’anno.

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In Italia, tre edifici su quattro restano in classi energetiche basse, nonostante il miglioramento registrato tra il 2018 e il 2023, con un aumento degli immobili in classe A dal 8% al 15%. Lo rivela l’ultima analisi della Community Smart Building di Teha Group, che mette in luce le gravi conseguenze in termini economici, ambientali e sociali legate al ritardo del Paese nell’efficientamento del parco immobiliare.

Gli immobili efficienti conquistano il mercato

Il mercato immobiliare premia sempre di più l’efficienza energetica. Le compravendite di edifici nuovi in classe A o B sono passate dal 49% al 70% in dieci anni, mentre quelle di immobili ristrutturati ad alta efficienza sono salite dal 7% al 38%. Di conseguenza, anche il valore medio di mercato cresce:

  • 2.316 euro/m² per edifici ristrutturati

  • 1.615 euro/m² per edifici abitabili

  • 1.290 euro/m² per edifici da ristrutturare

Un divario che evidenzia la valorizzazione degli immobili smart e sostenibili, capaci di coniugare risparmio energetico e riduzione dell’impatto ambientale.

Povertà energetica: 5,3 milioni di italiani in difficoltà

Nonostante gli sforzi, l’Italia resta tra i Paesi UE più colpiti dalla povertà energetica, con l’8,8% delle famiglie che non riesce a riscaldare adeguatamente la propria abitazione. Un dato preoccupante, legato all’elevata percentuale di edifici inefficienti e ai costi energetici crescenti, aggravati da redditi insufficienti.

L’efficienza come opportunità economica

Secondo l’analisi del Teha Group, l’efficientamento energetico degli edifici può ridurre i consumi energetici fino al 29% e quelli idrici fino al 5%, generando un risparmio netto stimato tra i 17 e i 19 miliardi di euro annui per famiglie e sistema economico.

Benedetta Brioschi, responsabile della Community Smart Building, sottolinea:
“Il rinnovamento green e smart degli edifici è una necessità, ma anche una grande opportunità. Il Real Estate si sta già muovendo, ma servono ulteriori investimenti pubblici e privati per accelerare il cambiamento”.

Serve un’azione condivisa tra istituzioni, imprese e cittadini

Il report invita a superare il modello del solo pensiero (“think tank”) e diventare un “act tank”, in grado di influenzare concretamente le scelte dei policy maker. La collaborazione tra governo, aziende e cittadini è essenziale per trasformare il patrimonio immobiliare italiano in una leva di sostenibilità e benessere diffuso.

(La foto in evidenza è stata realizzata con sistemi di intelligenza artificiale)

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Primo filmato di un calamaro colossale negli abissi, è cucciolo

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Filmato per la prima volta uno dei più elusivi e misteriosi abitanti degli abissi: si tratta del calamaro colossale Mesonychoteuthis hamiltoni, l’invertebrato più pesante al mondo, che può raggiungere i 7 metri di lunghezza e i 500 chili di peso. La sua esistenza era nota da un secolo, ma finora nessun esemplare vivo era mai stato visto nuotare nel suo habitat naturale. La svolta è arrivata lo scorso 9 marzo, quando un cucciolo lungo appena 30 centimetri è stato ripreso a 600 metri di profondità nell’Oceano Atlantico meridionale dal robot subacqueo SuBastian dello Schmidt Ocean Institute.

L’inaspettato incontro è avvenuto mentre i ricercatori a bordo della nave ‘Falkor (too)’ stavano conducendo una spedizione di 35 giorni vicino alle Isole Sandwich Australi per censire nuove forme di vita marina. Il video ottenuto grazie al robot sottomarino rappresenta la prima testimonianza dell’esistenza in vita di questo animale (più grosso del celebre calamaro gigante), che fino a oggi era stato documentato solo attraverso esemplari morti o osservazioni indirette.

“È emozionante vedere il primo filmato in situ di un giovane esemplare di calamaro colossale: per cento anni li abbiamo incontrati principalmente come prede rimaste negli stomaci di balene e uccelli marini e come predatori di merluzzi catturati”, spiega la biologa marina Kat Bolstad dell’Università di Tecnologia di Auckland, una degli esperti indipendenti consultati dal team della spedizione scientifica per verificare il filmato. Una delle caratteristiche distintive del calamaro colossale è la presenza di uncini al centro delle sue otto braccia. I cuccioli hanno corpi trasparenti e uncini affilati all’estremità dei due tentacoli più lunghi, ma crescendo perdono il loro aspetto trasparente. Nel video si può notare l’iridescenza dei bulbi oculari che spiccano nel buio dell’oceano.

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