Qual è il segreto degli oroscopi? Che vanno sempre bene e, naturalmente, se vanno male tu non te ne accorgi. Del resto a te gli esiti non importano. A te basta il momento in cui li leggi, la sensazione positiva che ti danno, le porte che ti aprono perché tu possa ficcarti dentro…o le scappatoie che ti suggeriscono per uscirne. Prendete la Knight Frank, un’agenzia immobiliare “global” (un’espressione oroscopica, va bene sempre) sulle residenze secondarie di lusso. Basata a Londra, con più di 500 filiali nel mondo, l’agenzia in gennaio aveva previsto che ci sarebbe stato un boom a Parigi, Miami, Berlino e Ginevra. Ora, -coronavirus oblige-rettifica e dice che in realtà il boom ci sarà ma a Vienna, Lisbona, Monaco e Shanghai. Rivelando che un importante criterio d’individuazione è la capacità di gestione efficiente dell’epidemia. Farebbe parte del gruppetto vincente per le case da tre milioni di euro in su, anche Londra dove ha agito nel modo più disastroso uno dei più improbabili uomini politici in circolazione oggi nel mondo. Ma allora, scusate …: perché no Palermo? O Napoli? Nessun problema, sembra dire l’agenzia, presto toccherà anche a loro.
Avrete notato che in queste autentiche fiere promozionali che muovono capitali enormi e sono un lubrificante essenziale dell’immaginazione global c’è sempre un “boom” che si profila da qualche parte: e questo ci mette sulla buona strada. L’abbiamo chiamata “geografia dell’anticipazione” studiando qualche Paese africano: il Mozambico, la Guinea. A sua volta, questa geografia dell’anticipazione appartiene a una categoria ancora più ampia e comprensiva indicata come “profezia autorealizzatrice”. Un meccanismo semplice ed efficace: consiste nel fare un annuncio (uno qualunque) perché la gente (gli operatori, le istituzioni, le aziende, i singoli individui) comincino a pensare che “forse sarà così” fino a convincersi che “sarà veramente così”. Non c’è bisogno di prove, né di ragionamenti per avviare e sostenere la dinamica: basta qualche asserzione, qualche allegoria, qualche ammiccamento. I soggetti in campo allineano i loro comportamenti su questa convinzione e fanno in modo che le cose funzionino “veramente” così: in certa misura almeno.
Le profezie autorealizzatrici di impianto economico sono soltanto le più rozze, e si appoggiano su modesti espedienti come “l’immaginazione globalitaria” per “markettare” qualcosa: quale che sia. Né riguarda solo queste Agenzie (dette a volte anche “Centri studi” indipendenti) che proliferano nel mondo -non solo anglosassone- e sfornano report quotidiani. Report doviziosamente illustrati, di facilissima lettura, a cui attingono i media che hanno da tempo abbandonato le Università come fonti di saperi attendibili e verificabili. Molto più raffinati sono i raccontini profetici che riguardano la politica, col sostrato manipolativo dell’opinione pubblica che riesce a mettere in campo. Ha fatto scalpore, qualche giorno fa, il sondaggio Gallup secondo il quale nelle ultime due settimane di aprile gli americani che approvano l’operato del Presidente siano saliti del 7%, sopravanzando coloro che disapprovano, scesi a loro volta del 6%. Siamo ormai a 49% contro 47%: Donald Trump ha delle chances serie di essere rieletto.
Donald Trump
Sì, sì, avete capito bene. Sono le settimane dell’idroclorochina, dei raggi ultravioletti e delle iniezioni di disinfettante per combattere il coronavirus. Il periodo nel quale gli USA uccidono l’Organizzazione Mondiale della Sanità, tagliando i fondi con l’accusa alquanto inverosimile di aver taciuto informazioni sulla diffusione dell’epidemia in Cina, non si sa se deliberatamente –in combutta con Xi Jinping- o per insipienza. E allora? Il fatto è che i briefings di Trump rappresentano per il 27% degli americani la fonte primaria dell’informazione sul COVID-19. Non c’è nessun’altra centrale nel mondo occidentale che sull’epidemia ha la potenza informativa di Trump. Aggiungete i milioni di followers che sono sensibili ai suoi twitter, e quindi al suo “modo” di comunicare piuttosto che alla qualità della sua informazione, shakerate ed ottenete il risultato. E’ su questo zoccolo di consistenza meramente comunicativa che il Presidente fa leva per condurre le sue strategie elettorali. Le quali si basano appunto sulle tecniche delle profezie autorealizzatrici. Come potrebbe reggersi la fabula della fabbricazione del COVID-19 in un laboratorio cinese? Gli scienziati dicono che un virus artificiale “mostra” la sua identità attraverso iscrizioni genetiche nel suo codice. Ora, nel coronavirus non c’è traccia di pezzi “fabbricati” dall’uomo. E’ semplice: ed è la posizione, tra l’altro, di A. Fauci, l’ormai celebre quanto rassegnato capo degli esperti virologi che –loro malgrado- consigliano Trump sulla gestione dell’epidemia. E nondimeno, Mike Pompeo, il Segretario di Stato, afferma nelle sue interviste che ci sono “prove schiaccianti” che il virus è stato fabbricato in un laboratorio di Wuhan twittando, a ulteriore indimostrata prova, che “il Partito Comunista Cinese” blocca l‘accesso agli scienziati occidentali per capire quel che è successo. Il Partito Comunista, capite? Non è più la Cina come Stato, ma come Partito. Una componente ideologica non guasta certo agli armamentari populisti. Considerando oltretutto che, sempre secondo Pompeo e sempre twittando, “la Cina ha una storia nel provocare infezioni nel mondo”. Chi adduce queste prove e chi scrive queste storie, l’abbiamo visto al tempo dell’invasione dell’Iraq, una delle più catastrofiche iniziative del nuovo millennio, che valse nondimeno la rielezione al boccheggiante George Bush. Insomma, siamo avvisati…
Angelo Turco, africanista, è uno studioso di teoria ed epistemologia della Geografia, professore emerito all’Università IULM di Milano, dove è stato Preside di Facoltà, Prorettore vicario e Presidente della Fondazione IULM.
Stop all’automatismo che impone la sospensione della responsabilità genitoriale per i genitori condannati per maltrattamenti in famiglia. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza n. 55 del 2025, dichiarando illegittimo l’articolo 34, secondo comma, del Codice penale nella parte in cui non consente al giudice di valutare in concreto l’interesse del minore.
Una norma rigida che non tutela sempre i figli
L’automatismo previsto dalla norma, secondo cui alla condanna per maltrattamenti in famiglia (articolo 572 c.p.) segue obbligatoriamente la sospensione della responsabilità genitoriale per il doppio della pena, è stato giudicato irragionevole e incostituzionale. Secondo la Consulta, la previsione esclude qualsiasi valutazione caso per caso e impedisce al giudice di verificare se la sospensione sia effettivamente nell’interesse del minore, come invece richiedono gli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione.
Il caso sollevato dal Tribunale di Siena
A sollevare la questione è stato il Tribunale di Siena, che aveva riconosciuto la responsabilità penale di due genitori per maltrattamenti nei confronti dei figli minori, ma riteneva inadeguato applicare in automatico la sospensione della responsabilità genitoriale. Il giudice toscano ha evidenziato la possibilità concreta che, in presenza di una riconciliazione familiare e di un miglioramento del contesto domestico, la sospensione potesse arrecare un danno ulteriore ai minori.
Il principio: al centro l’interesse del minore
La Corte ha ribadito che la tutela dell’interesse del minore non può essere affidata a presunzioni assolute, bensì deve derivare da una valutazione specifica del contesto familiare e della reale efficacia protettiva della misura. Il giudice penale deve dunque essere libero di stabilire, caso per caso, se la sospensione della responsabilità genitoriale sia davvero la scelta più idonea alla protezione del figlio.
La continuità con la giurisprudenza
La decisione si inserisce nel solco della sentenza n. 102 del 2020, con cui la Consulta aveva già bocciato l’automatismo previsto per i genitori condannati per sottrazione internazionale di minore. In entrambi i casi, si riafferma il principio secondo cui le misure che incidono sulla genitorialità devono essere coerenti con i valori costituzionali e orientate alla tutela concreta del minore.
Il mondo della cultura piange la scomparsa di Mario Vargas Llosa (foto in evidenza di Imagoeconomica), uno dei più grandi romanzieri del Novecento e premio Nobel per la Letteratura nel 2010. Lo scrittore peruviano si è spento oggi, domenica, a Lima all’età di 89 anni, circondato dalla sua famiglia, come ha comunicato suo figlio Álvaro attraverso un messaggio pubblicato sul suo account ufficiale di X.
«Con profondo dolore, rendiamo pubblico che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace».
Una vita tra letteratura e impegno
Nato ad Arequipa il 28 marzo del 1936, Vargas Llosa è stato tra i più influenti autori della narrativa ispanoamericana contemporanea. Oltre ai riconoscimenti letterari internazionali, ha vissuto una vita profondamente segnata anche dall’impegno civile e politico.
Con la sua scrittura tagliente e lucida, ha raccontato le contraddizioni della società peruviana e latinoamericana, esplorando con coraggio e passione temi di potere, ingiustizia e libertà.
I capolavori che hanno segnato la sua carriera
Autore di romanzi fondamentali come “La città e i cani” (1963), durissima denuncia del sistema militare peruviano, e “La casa verde” (1966), Vargas Llosa ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura del Novecento. La sua vasta produzione comprende anche saggi, articoli e testi teatrali.
Un addio in forma privata
Come reso noto dalla famiglia, i funerali saranno celebrati in forma privata e, nel rispetto della volontà dell’autore, le sue spoglie saranno cremate. Un addio sobrio, coerente con la riservatezza che ha spesso contraddistinto l’uomo dietro lo scrittore.
Cinque giovani talenti campani delle scuole superiori rappresenteranno l’Italia all’International Young Physicists’ Tournament (IYPT) 2025, la più prestigiosa competizione mondiale di fisica per studenti delle scuole superiori, che si svolgerà dal 29 giugno al 6 luglio a Lund, in Svezia.
Dopo una severa selezione nazionale, articolata in prove pratiche e orali, sono stati scelti cinque studenti, tutti provenienti da istituti superiori della Campania: il Liceo Mercalli di Napoli e il Liceo Buchner di Ischia. Una vittoria che premia la qualità della formazione scientifica nelle scuole del Sud e conferma il livello di eccellenza raggiunto dalla regione in campo scientifico.
Tra i protagonisti Pierluigi Trani, talento di Ischia
Tra i cinque campioni c’è Pierluigi Trani, studente del terzo anno del Liceo Scientifico Buchner di Ischia, attualmente a Salonicco, in Grecia, per partecipare a un torneo amichevole di preparazione con altri cinque Paesi del sud Europa. Trani si è classificato tra i primi quattro nella fase provinciale dei Campionati di Fisica 2025 a Napoli, risultando l’unico studente ischitano tra i primi dieci. Inoltre, si è distinto a livello nazionale arrivando terzo alle Olimpiadi di Statistica nella sua fascia d’età.
Il giovane fisico non ha intenzione di fermarsi qui: dopo l’esperienza mondiale in Svezia, proseguirà i suoi studi in un prestigioso college londinese, pronto ad accoglierlo per coltivare il suo brillante futuro accademico.
Un team guidato da due docenti campani
A guidare la squadra italiana saranno Gianmarco Sasso e Raffaele Campanile, entrambi docenti del Liceo Buchner di Ischia. I due insegnanti hanno seguito tutte le fasi della selezione e accompagnano i ragazzi nella preparazione per la competizione internazionale. L’IYPT è un torneo con una lunga storia: esiste da 38 anni, ma l’Italia partecipa ufficialmente solo dal 2024, grazie al sostegno dell’associazione “Scienza e Scuola”, con sede nel Meridione. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ancora non riconosce formalmente la competizione, ma l’entusiasmo e la determinazione di studenti e docenti colmano ogni lacuna istituzionale.
La fisica come passione e riscatto territoriale
L’affermazione della Campania all’IYPT è un segnale forte: il talento scientifico non conosce confini geografici, e può emergere anche in territori spesso penalizzati da scarse risorse e riconoscimenti. I cinque ragazzi selezionati, con il sostegno dei loro docenti e di una rete associativa motivata, porteranno in alto il nome dell’Italia e del Sud Europa, confrontandosi con delegazioni di ben 39 nazioni.
Dal cuore del Sud, un segnale di speranza, competenza e futuro.