Collegati con noi

Guerra Ucraina

Orban prepara la ‘sua’ pace, presto altri viaggi

Pubblicato

del

Ormai è diventato il tormentone-Orban, ogni giorno porta uno sgambetto. L’ultima viene dal direttore dell’ufficio politico del premier ungherese, Balazs Orban (stesso cognome, nulla più). Secondo il suo braccio destro, infatti, il leader magiaro avrebbe “informato per iscritto i leader del Consiglio Europeo sui negoziati, sulle esperienze della prima fase della missione di pace e sulle proposte ungheresi” per mettere fine alla guerra in Ucraina. “Ora si tratta di convincere i Paesi dell’Ue del nostro piano di pace”, ha aggiunto senza mezzi termini. E pazienza se nessuno gliel’ha chiesto. C’è dunque un piano-Orban per la pace? E chi lo sa. A domanda precisa, la Commissione afferma di “non avere traccia” delle lettere di Orban e il Servizio per l’Azione Esterna, ovvero il ministero degli Esteri dell’Ue, si tira fuori dalla mischia (siamo “al livello dei leader”).

Ma da Budapest insistono. La missiva c’è, è stata inviata a Charles Michel “per la sua considerazione” e si tratta – dice un portavoce del ministero degli Affari Europei – di “un rapporto finale” sulle missioni di pace. Al Consiglio Europeo, dopo un primo “no comment”, alla fine confermano: “Abbiamo il rapporto”, dice la portavoce di Michel all’ANSA, ma nessuna dichiarazione sui “dettagli”. Insomma, mistero per non dire giallo. E si capisce perché. Le relazioni tra Bruxelles e Budapest sono ai ferri corti. La Commissione Europea ha ufficialmente annunciato che “non invierà” commissari ai Consigli informali in Ungheria e che sarà rappresentata “a livello di alti funzionari”. “La visita del Collegio alla Presidenza non avrà luogo”, scrive inoltre su X il portavoce di Ursula von der Leyen Eric Mamer. E’ la strategia del boicottaggio, una delle opzioni studiate per reagire all’Orban scatenato. Ma qui si parla di Commissione. Cosa faranno invece i Paesi? Manderanno o no i loro ministri? Su questo la situazione non è ancora chiara. Prosegue invece il lavoro sotto traccia per sfilare il Consiglio informale Esteri-Difesa (Gymnich) a Budapest.

La decisione è nelle mani dell’alto rappresentante, Josep Borrell, e sono in corso in queste ore sondaggi con le varie capitali per quella che viene descritta come una mossa “simbolica” ma allo stesso tempo “senza precedenti”. Orban (Balazs) sereno rincara la dose. “Siamo convinti che l’intero periodo di presidenza dell’Ue del nostro Paese debba essere utilizzato, in termini politici, per creare le condizioni per i negoziati di pace”, ha affermato nel corso di un’intervista testata Magyar Nemzet.

“Se l’Ue non agisce ora, potrebbe non essere in grado di farlo in seguito: ci sono diversi attori della politica internazionale con i quali vale la pena negoziare e incoraggiarli ad agire insieme, quindi ci sono ancora viaggi e negoziati da fare, siamo nel mezzo di un periodo molto intenso”. In arrivo, infatti, c’è ad esempio il vertice della Comunità Politica Europea, previsto in settimana nel Regno Unito. Orban (Viktor) lo userà per promuovere il ‘suo’ piano di pace? “Possibile”, nota una fonte Ue. “Forse ci saranno dei bilaterali sul tema o forse prenderà la parola nella plenaria per presentare un piano alternativo a quello a cui si è lavorato finora”, aggiunge il funzionario. Il format della Cpe è d’altra parte volutamente lasco, per permettere ai leader confronti in libertà sulle più disparate questioni. Lo dimostra il fatto che, al momento, non siano giunte richieste per modificare la location del prossimo vertice, ovvero l’Ungheria, presidente di turno del Consiglio Ue. “La Comunità Politica Europea non è l’Ue”, nota ancora il funzionario riferendosi ai vari piani di boicottaggio allo studio tra i 26 contro Orban.

Advertisement

Esteri

Figlio del vicedirettore della Cia ucciso in Ucraina, era inquadrato nell’esercito russo

Pubblicato

del

Un 21enne americano, Michael Alexander Gloss, figlio di un’alta dirigente della Cia e di un veterano della guerra in Iraq, è stato ucciso a Donetsk lo scorso aprile mentre combatteva con l’esercito russo contro gli ucraini. Lo scrive il Washington Post, riferendo che la morte è stata resa nota da iStories, un sito web indipendente di giornalismo investigativo russo con sede all’estero. La madre è Juliane Gallina, vicedirettrice Cia per l’innovazione digitale, il padre è Larry Gloss, capo di un’azienda di tecnologie per la sicurezza fisica. Michael ha lottato per gran parte della sua vita con la malattia mentale, ha detto Gloss.

Il padre ha raccontato al giornale della capitale Usa che il figlio era un pacifista amante di Bob Dylan che voleva salvare l’ambiente, un giovane che “non avrebbe fatto male a una pulce”. Un anno fa, nell’aprile 2024, Michael Gloss è stato ucciso a Donetsk: è stato uno dei pochi americani ad aver combattuto con le forze di Mosca nella guerra contro l’Ucraina. Insolito per il figlio di un alto funzionario della Cia e di un veterano della guerra in Iraq, cresciuto in una confortevole periferia di Washington. “Se aveste conosciuto nostro figlio, era il giovane anti-establishment e anti-autorità per eccellenza fin dal momento in cui è venuto al mondo”, ha assicurato al Wp il padre, secondo cui intorno ai 17 anni Michael ha iniziato a ribellarsi ai “valori condivisi” dei suoi genitori, professionisti della sicurezza nazionale.

È stato con “incredulità e devastazione” che il padre e la madre hanno ricevuto la tragica notizia lo scorso giugno, consegnata personalmente da un funzionario del dipartimento di Stato per gli affari consolari. Fino a quel momento non avevano avuto la minima idea che si trovasse in Ucraina, tanto meno che stesse combattendo con l’esercito russo. “Per noi è stata una novità assoluta che fosse coinvolto in relazioni militari con la Russia”, ha dichiarato il padre. Michael è morto il 4 aprile 2024 per “enorme perdita di sangue” in un bombardamento di artiglieria, ha spiegato, citando il certificato di morte russo. “È morto correndo in aiuto di un compagno ferito, cercando di proteggerlo. Questo era il classico Michael”.

L’agenzia di Langley ha rilasciato una breve dichiarazione oggi. “La Cia considera la scomparsa di Michael una questione privata e familiare, non una questione di sicurezza nazionale. L’intera famiglia della Cia è addolorata per la loro perdita”. Sebbene la famiglia abbia celebrato il funerale di Michael a dicembre, la sua morte in Ucraina durante un combattimento con l’esercito russo non è stata resa pubblica fino a venerdì, in un articolo pubblicato su iStories.

Continua a leggere

Esteri

Trump: la Crimea resterà alla Russia, Zelensky lo sa

Pubblicato

del

Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lo fa con dichiarazioni destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a Time, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che “la Crimea resterà con la Russia”, aggiungendo che anche il presidente ucraino Zelensky ne sarebbe consapevole.

“La Crimea è andata ai russi, fu colpa di Obama”

«La Crimea è stata consegnata alla Russia da Barack Hussein Obama, non da me», ha ribadito Trump, sottolineando come la penisola fosse “con i russi” ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. «Lì ci sono sempre stati i russi, ci sono stati i loro sottomarini per molti anni, la popolazione parla in gran parte russo», ha aggiunto. Secondo l’ex presidente, se lui fosse stato alla guida del Paese, “la Crimea non sarebbe mai stata presa”.

“Questa guerra non doveva accadere”

Trump ha definito il conflitto in Ucraina “la guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”, lanciando un messaggio implicito al presidente Joe Biden e alla gestione democratica della politica estera. A suo avviso, con lui alla presidenza, la situazione in Ucraina si sarebbe sviluppata in modo del tutto diverso, senza l’invasione da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto internazionale già molto teso, mentre si continua a discutere del futuro della Crimea e dei territori occupati.

Continua a leggere

Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

Pubblicato

del

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto