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Omicidio Prigozhin, ora Mosca non esclude “crimine pianificato”

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All’inizio Mosca aveva parlato di un incidente, poi erano circolate congetture su una presunta responsabilità ucraina nell’abbattimento dell’aereo Embraer Legacy 600 sul quale viaggiava Yevgeny Prigozhin. Il giorno dopo il suo funerale, il Cremlino apre alla possibilità che si sia trattato di un “crimine pianificato”, mentre i gruppi Telegram vicini alla Wagner condividono un audio del fondatore della milizia che li invita a ricordarsi del passato, vivendo però il futuro. Impossibile stabilire la data dalla registrazione. Intanto il Cremlino continua l’indagine sulla sua morte. Dal momento che non ha ancora prodotto alcun risultato, “sono state prese in considerazione diverse ragioni”, ha spiegato il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov.

Nessuna ipotesi, invece, sulla mano dietro tutto questo, ma c’è da giurare che il dito non verrà puntato verso i vertici di Mosca, che già nelle ore successive alla decapitazione del Gruppo Wagner avevano negato ogni coinvolgimento. Difficile che risposte veritiere all’enigma possano arrivare dalla capitale russa. Di certo c’è che sono stati in tanti a rendere omaggio all’ex chef di Putin e alla sua milizia che, nonostante il colpo subito, sembra non aver interrotto la propria campagna di reclutamento. Sui propri canali la Wagner ha invitato gli aspiranti combattenti a contattare il call center, mettendo nero su bianco che questi devono essere in una buona forma. Non basterà dichiararlo, servirà anche dimostrarlo sul campo.

Non quello di battaglia, ma di atletica: “Il fattore più importante è il superamento del test di idoneità fisica. Corsa di un chilometro in 4 minuti e 30 secondi. Trazioni alla sbarra per 13 volte”. Oltre a ciò bisognerà avere con sé passaporto, fedina penale pulita ed elettrocardiogramma. Su altri canali, però, circolano messaggi diversi. Come riportato da IStories, media investigativo russo, i rappresentanti della Wagner avrebbero consigliato ai combattenti di trovarsi – almeno momentaneamente – un nuovo lavoro a causa dell’espulsione della milizia dall’Ucraina e della concorrenza con il ministero della Difesa e con la Rosgvardiya in Africa e Medio Oriente. Lo scorso 24 agosto, all’indomani della morte di Prigozhin, i mercenari si erano impegnati a “portare a termine tutti i compiti” che erano stati loro assegnati.

Dai canali Telegram della milizia sembrano volerlo rievocare anche a coloro che hanno ventilato la possibilità di ribellarsi. “Ricordatevi del passato ma vivete del futuro”, dice la voce registrata da Prigozhin non si sa quando. Subito dopo, un altro audio delle parole del fondatore della Wagner, datato 24 giugno e diretto a Putin: “Il presidente si sbaglia, noi non siamo traditori, siamo patrioti”.

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Blinken in visita a sorpresa in Ucraina

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Il segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato in visita a sorpresa in Ucraina. Il capo della diplomazia Usa è giunto stamattina a Kiev con un treno notturno dalla Polonia. E’ previsto un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo i giornalisti al seguito di Blinken. Si tratta del quarto viaggio in Ucraina del segretario di stato americano dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022. La visita è intesa a rassicurare Kiev sul continuo sostegno degli Stati Uniti e a promettere un flusso di armi in un momento in cui Mosca sta conducendo una pesante offensiva nella regione nordorientale ucraina di Kharkiv.

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‘Chora è una moschea’, scintille Erdogan-Mitsotakis

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La moschea di Kariye a Istanbul, un tempo chiesa ortodossa di San Salvatore in Chora e tesoro del patrimonio bizantino, diventa tempio della discordia tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il premier greco Kyriakos Mitsotakis, nel giorno della visita del leader ellenico ad Ankara proprio per confermare la stagione di buon vicinato tra i due Paesi dopo decenni di tensioni. Le divergenze sulla moschea si sono riaccese nei giorni scorsi, dopo che il 6 maggio scorso San Salvatore in Chora, chiesa risalente al V secolo e tra i più importanti esempi dell’architettura bizantina di Istanbul, è stata riaperta dopo lavori di restauro durati quattro anni.

Convertita in moschea mezzo secolo dopo la conquista di Costantinopoli da parte dei turchi ottomani del 1453, Chora è stata trasformata in un museo dopo la Seconda guerra mondiale, quando la Turchia cercò di creare una repubblica laica dalle ceneri dell’Impero Ottomano. Ma nel 2020 è nuovamente diventata una moschea su impulso di Erdogan, poco dopo la decisione del presidente di riconvertire in moschea anche Santa Sofia, che come Chora era stata trasformata in un museo. La riapertura aveva suscitato malcontento ad Atene, con Mitsotakis che aveva definito la conversione della chiesa come “un messaggio negativo” e promesso alla vigilia del suo viaggio ad Ankara di chiedere a Erdogan di tornare sui suoi passi in merito. Una richiesta respinta al mittente: “La moschea Kariye nella sua nuova identità resta aperta a tutti”, ha confermato Erdogan in conferenza stampa accanto a Mitsotakis.

“Come ho detto al premier greco, abbiamo aperto al culto e alle visite la nostra moschea dopo un attento lavoro di restauro in conformità con la decisione che abbiamo preso nel 2020”, ha sottolineato. “Ho discusso con Erdogan della conversione della chiesa di San Salvatore in Chora e gli ho espresso la mia insoddisfazione”, ha indicato in risposta il leader greco, aggiungendo che questo “tesoro culturale” deve “rimanere accessibile a tutti i visitatori”. Nulla di fatto dunque sul tentativo di Atene di riscrivere il destino del luogo di culto. Ma nonostante le divergenze in merito, la visita di Mitsotakis ad Ankara segna un nuovo passo nel cammino di normalizzazione intrapreso dai due Paesi, contrapposti sulla questione cipriota e rivali nel Mediterraneo orientale. A dicembre i due leader hanno firmato una dichiarazione di “buon vicinato” per sancire una fase di calma nei rapporti iniziata dopo il terremoto che ha ucciso più di 50.000 persone nel sud-est della Turchia, all’inizio del 2023. “Oggi abbiamo dimostrato che accanto ai nostri disaccordi possiamo scrivere una pagina parallela su ciò che ci trova d’accordo”, ha sottolineato Mitsotakis accanto a Erdogan, confermando la volontà di “intensificare i contatti bilaterali”. Perché “l’oggi non deve rimanere prigioniero del passato”.

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Kiev, più di 30 località sotto il fuoco russo nel Kharkiv

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Sono ancora in corso i combattimenti nella regione di Kharkiv, nel nord-est dell’Ucraina, dove più di 30 località sono sotto il fuoco russo e quasi 6.000 residenti sono stati evacuati, secondo il governatore regionale. “Più di 30 località nella regione di Kharkiv sono state colpite dall’artiglieria nemica e dai colpi di mortaio”, ha scritto Oleg Synegoubov sui social network.

Il governatore ha aggiunto che dall’inizio dei combattimenti sono stati evacuati da queste zone un totale di 5.762 residenti. Le forze russe hanno attraversato il confine da venerdì per condurre un’offensiva in direzione di Lyptsi e Vovchansk, due città situate rispettivamente a circa venti e cinquanta chilometri a nord-est di Kharkiv, la seconda città del Paese.

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