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Oltre 200mila morti nel mondo, Bill Gates: finanzierò il vaccino

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Continua a salire il numero delle vittime del coronavirus in tutto il mondo, mentre la comunita’ scientifica spinge sull’acceleratore per trovare un vaccino e l’uomo piu’ ricco del mondo, Bill Gates, promette di finanziarlo. Sono 200.000 le persone morte a causa del Covid-19 e quasi 3 milioni quelle contagiate, secondo l’ultimo bollettino della Johns Hopkins University. Numeri impressionanti che ancora una volta vedono l’Europa epicentro della pandemia con oltre 120.000 vittime. Nel Vecchio Continente alcuni Paesi si preparano ad allentare le misure restrittive per l’inizio o la meta’ di maggio, mentre in altri la situazione si aggrava. In Gran Bretagna e’ stata superata la soglia dei 20.000 morti, una “tragedia” per la ministra dell’Interno Priti Patel che ha avvertito che l’isola “non e’ ancora fuori pericolo” nonostante l’appiattimento della curva dei contagi. Per questo, il governo di Boris Johnson ha fatto sapere che il lockdown e’ destinato a proseguire fino a quando non si determineranno cinque condizioni chiave, incluso la certezza di un numero sostenibile di ricoveri per il servizio sanitario (Nhs), un calo significativo e costante del numero di morti giornalieri e un progresso sul fronte dei test e del tracciamento. In Gran Bretagna si trova lo Jenner Institute dell’Universita’ di Oxford, uno dei centri in cui si sta lavorando al vaccino contro il Covid-19.

Il team di ricercatori guidati da Sarah Gilbert ha incassato il sostegno dell’uomo piu’ ricco del mondo, Bill Gates, gia’ impegnato con la sua Fondazione a sostenere il progetto Onu-Oms. Il co-fondatore di Microsoft ha assicurato che se l’antidoto di Oxford si rivelera’ efficace comincera’ a finanziarlo e garantira’ che sia realizzata una produzione di massa. Il loro lavoro “e’ uno dei maggiori in corso”, ha detto il filantropo sottolineando di essere gia’ in contatto con diverse case farmaceutiche per la produzione di un eventuale vaccino. Il Regno Unito e’ il quarto Paese europeo a superare i 20.000 morti ufficiali dietro Spagna, dove nelle ultime 24 ore si e’ registrato un lieve aumento delle vittime con 378 decessi nelle ultime ore, Italia e Francia. Alla Spagna spetta anche il triste primato del paese con il maggior numero di professionisti della salute infettati da coronavirus. Intanto, con oltre 4 miliardi di persone in tutto il mondo ancora in lockdown, in alcuni Paesi cresce il dibattito sull’allentamento della misure. Spagna e Francia, ad esempio, cominceranno a togliere qualche restrizione dal 9 e dall’11 maggio. In Belgio da meta’ mese. L’Italia dal 4. La Danimarca ha riaperto da qualche giorno diverse attivita’, come parrucchieri e centri estetici, e le scuole materne ed elementari. La Svezia continua a non imporre nessun tipo di lockdown nonostante negli ultimi due giorni abbia registrato un record di contagi con 812 nuovi casi. In Germania la scorsa settimana hanno riaperto botteghe, negozi di biciclette e librerie ma l’Istituto Robert Koch chiede alla popolazione di non abbassare la guardia. Nel Paese guidato da Angela Merkel il numero di casi di coronavirus e’ alto, 155.418, ma quello delle vittime relativamente basso, 5.805. La Polonia ha annunciato la chiusura delle scuole per un altro mese, fino al 24 maggio, ma il governo non vuole decidersi a rinviare le elezioni presidenziali previste per il 10, nonostante gli appelli del ministro per la Salute, Lukasz Szumowski, che e’ anche un medico, degli operatori della sanita’ e di gran parte dell’opinione pubblica.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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