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Offensiva russa a est, Kiev ammette la fase difficile

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Dall’alto piovono le bombe, da terra insiste l’artiglieria pesante. E’ ormai il quinto giorno consecutivo di attacchi russi su Avdiivka, città del Donetsk diventata obiettivo di quella che il portavoce del Consiglio di sicurezza statunitense, John Kirby, ha definito una “nuova offensiva”. Una mossa che confermerebbe la volontà di Mosca di non rinunciare alla sua operazione su vasta scala, limitandosi a difendere le posizioni acquisite dalla controffensiva ucraina. Per l’ambasciatore russo all’Onu, Vassily Nebenzia “la cosiddetta controffensiva ucraina può considerarsi conclusa”. Sul fronte orientale la situazione è difficile, per stessa ammissione dei vertici militari di Kiev.

I combattimenti nel nord-est dell’Ucraina sono “peggiorati in modo significativo”, soprattutto nella zona di Lyman e Kupyansk, e “continuano pesanti combattimenti” con decine di assalti quotidiani, come ha riferito il comandante delle forze di terra, il generale Oleksandr Syrskyi. Nonostante gli ostacoli, le forze ucraine “sono preparate” e “stanno dando al nemico una degna risposta”, rivendica Syrskyi, ma è innegabile che la spinta della controffensiva ucraina stia andando a scemare. E tra poco arriveranno le piogge e l’inverno a rendere più complicate le strategie di Kiev.

Anche Mosca, però, fatica a ottenere grandi conquiste nonostante gli sforzi profusi. Per i russi Avdiivka sarebbe un trofeo da esibire in patria per migliorare il morale delle truppe e per tenere sotto controllo l’insofferenza crescente della società civile. Si tratterebbe di una conquista simbolica, visto che la città è stata protagonista della resistenza ucraina fin dalle prime fasi dell’avanzata russa a oriente, ma anche militare.

Le forze di Mosca stanno cercando di catturare la roccaforte per impedire all’esercito di Kiev di “controllare una sezione molto seria del fronte vicino a Donetsk” e perché “capiscono che se conquistano le alture di Avdiivka, sarà più facile per loro raggiungere Pokrovsk” e gli altri insediamenti, come spiega il capo dell’amministrazione militare Vitaly Barabash. Al momento, però, “non sono riusciti a prendere nessuna altura strategica”. Nonostante negli scorsi giorni le forze russe siano “avanzate a sud di Krasnohorivka (5 km a nord di Avdiivka) e a sud-est di Pervomaiske (11 km a sud-ovest di Avdiivka)” per un totale di 4,5 chilometri quadrati, l’Institute for the study of war sostiene che ieri l’offensiva in quella direzione abbia subito “battute d’arresto” significative.

La città però resta circondata e gli aiuti umanitari per le 1.620 persone rimaste nell’insediamento sono stati bloccati. Prima della guerra lì vivevano in più di 32 mila. Molti sono scappati, tanti sono rimasti uccisi. Una mattanza di civili che continua e che colpisce anche i più piccoli. Nel Donetsk un bambino di 11 anni è morto e suo fratello di sei anni è rimasto ferito in un attacco missilistico lanciato dai russi. Altri morti sono stati registrati nel Kherson e a Beryslav.

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Trump: la Crimea resterà alla Russia, Zelensky lo sa

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Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lo fa con dichiarazioni destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a Time, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che “la Crimea resterà con la Russia”, aggiungendo che anche il presidente ucraino Zelensky ne sarebbe consapevole.

“La Crimea è andata ai russi, fu colpa di Obama”

«La Crimea è stata consegnata alla Russia da Barack Hussein Obama, non da me», ha ribadito Trump, sottolineando come la penisola fosse “con i russi” ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. «Lì ci sono sempre stati i russi, ci sono stati i loro sottomarini per molti anni, la popolazione parla in gran parte russo», ha aggiunto. Secondo l’ex presidente, se lui fosse stato alla guida del Paese, “la Crimea non sarebbe mai stata presa”.

“Questa guerra non doveva accadere”

Trump ha definito il conflitto in Ucraina “la guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”, lanciando un messaggio implicito al presidente Joe Biden e alla gestione democratica della politica estera. A suo avviso, con lui alla presidenza, la situazione in Ucraina si sarebbe sviluppata in modo del tutto diverso, senza l’invasione da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto internazionale già molto teso, mentre si continua a discutere del futuro della Crimea e dei territori occupati.

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Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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