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Nuova tegola sui Windsor, indagata fondazione di Carlo

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Ancora una tegola sulla reputazione di casa Windsor nell’anno dedicato a celebrare i 7 decenni di regno della quasi 96enne Elisabetta II, dopo un 2021 orribile segnato dal Covid, dallo strappo definitivo del nipote Harry con Meghan e soprattutto dalla morte dell’inossidabile principe consorte Filippo. Non bastasse la macchia nerissima dello scandalo sessuale Epstein che ha investito Andrea, prediletto terzogenito di Sua Maesta’, sulle prime pagine tornano oggi anche i sospetti sulla fondazione benefica che fa capo al principe di Galles ed eterno erede al trono Carlo, ormai coreggente de facto della monarchia britannica. Scotland Yard ha infatti annunciato l’apertura di un’indagine di polizia sulla Prince’s Foundation. La vicenda in se’ era gia’ nota e riguarda Michael Fawcett, dimessosi l’anno scorso dallo scranno di amministratore delegato dell’organizzazione sull’onda dell’accusa d’aver agevolato cospicue donazioni in denaro da un nababbo saudita, Mahfouz Marei Mubarak bin Mahfouz, in cambio di una spintarella alla sua domanda di cittadinanza britannica e all’attribuzione di un’importante onorificenza reale concessa nel 2016. Il contesto e’ quello di una sorta di compravendita di decorazioni, fra intrecci opachi d’intermediazioni, favori e interessi di business che per ora non toccano direttamente il 73enne Carlo; ma rischiano di rivelarsi “molto problematici” per la sua immagine, secondo Peter Hunt, ex royal correspondent della Bbc, tenuto conto che Fawcett e’ stato per lunghi anni assistente personale e consigliere fra i piu’ influenti del futuro re: destinato a questo punto a essere verosimilmente interrogato come testimone dai detective della Met Police. Un brutto colpo per la pace della regina Elisabetta, ricomparsa giusto oggi in un incontro pubblico di persona dopo le preoccupazioni innescate dai contatti avuti con il medesimo Carlo la settimana scorsa un paio di giorni prima che questi risultasse positivo al Covid per la seconda volta dall’inizio della pandemia. Ma nulla di paragonabile, per gravita’ dei fatti, allo scandalo che coinvolge Andrea – 62 anni sabato prossimo – salvatosi dalla causa civile intentata contro di lui negli Usa da Virginia Giuffre, una delle vittime del giro di ‘prede’ sessuali minorenni messe a suo tempo a disposizione di amici vip dal defunto faccendiere-pedofilo Jeffrey Epstein, solo grazie all’annuncio di un accordo extragiudiziale milionario. Un accordo che sottrae lui e la dinastia alla vergogna del processo, oltre al rischio di veder certificato in tribunale il riconoscimento di colpe specifiche; senza tuttavia cancellare tutte le polemiche. La previsione dei commentatori di corte e’ che Andrea non abbia in effetti alcuna speranza di redenzione o di recupero dei ruoli ufficiali di rappresentanza perduti (ufficialmente “sospesi”) in seno al casato. Mentre la deputata laburista Rachael Maskell chiede semmai che venga adesso privato pure del titolo residuo di duca di York. A far discutere e’ del resto in primis la questione di chi paghera’ l’indennizzo tombale. Sulla cifra concordata in gran segreto fra avvocati per chiudere il caso, i pareri non sono unanimi: il Daily Telegraph spara fino a 12 milioni di sterline; il Mail si ferma a 7,5; alcuni periti americani ipotizzano “10 milioni di dollari”; mentre David McClure, esperto di Royal Finances, liquida tutte queste stime come “alquanto eccessive” e le ridimensiona “attorno a quota 5 milioni di sterline”. Ma si mostra d’accordo col Telegraph sul fatto che il principe – pur avendo messo in vendita uno chalet di lusso tra le montagne della Svizzera – non sia al momento in grado di farvi fronte da solo, disponendo ad oggi d’una pensione della Royal Navy nonche’ di un limitato appannaggio versatogli da Buckingham Palace tramite il fondo del Ducato di Lancaster (il cui bilancio complessivo annuo ammonta a 21,7 milioni). Il che equivale a dire che dovra’ essere ancora una volta sua madre a coprire – o anticipare – l’esborso: almeno in parte e con denaro di fatto pubblico.

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Uccide il figlio al termine di una lite e si costituisce

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Dramma familiare a Lamezia Terme. Un trentenne, Bruno di Cello, è stato ucciso dal padre, forse al termine di una lite. L’uomo si è poi costituito alle forze dell’ordine. L’omicidio è stato commesso nel quartiere Marinella, nella zona sud della città. Sul posto sono intervenuti gli agenti del Commissariato di Polizia ed è stato informato il magistrato di turno.

L’omicidio è avvenuto lungo una strada che costeggia una villetta. La vittima, secondo una prima sommaria ricostruzione fatta dagli investigatori, Bruno Di Cello  percorreva la strada a bordo della sua auto quando è stato raggiunto dal padre, Francesco. I due avrebbero avuto quindi una discussione al termine della quale Francesco ha sparato un colpo di pistola contro il figlio, uccidendolo. Quindi si è costituito. Sul posto sono giunti i sanitari del 112 ma per Bruno Di Cello non c’era più niente da fare.

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Scorsese: ultima intervista del Papa per il cinema

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Papa Francesco ha dato a Martin Scorsese la sua “ultima intervista approfondita davanti a una telecamera”: le conversazioni dell’82enne regista di Silenzio, un film sui gesuiti in Giappone, con il primo papa gesuita della storia sono state filmate in Vaticano lo scorso dicembre e incluse nel documentario Aldeas – A New Story, il racconto di Scholas Occurrentes, una organizzazione no-profit fondata dallo stesso pontefice nel 2013, anno dell’elezione, per promuovere la “cultura dell’incontro” tra i giovani attraverso il cinema. Il film mostrerà giovani in Indonesia, Gambia e Italia che partecipano al programma e realizzano corti. E’ “radicato nella convinzione del papa sulla natura sacra della creativita’”, si legge in un comunicato diffuso dalla produzione.

Brani di colloqui tra Francesco e Scorsese saranno inseriti nella narrazione del film che non ha ancora una data di distribuzione. “Era importante per Francesco che gente di tutto il mondo scambiasse idee con rispetto pur preservando la loro identita’ culturale, e il cinema e’ il mezzo migliore a questo scopo”, ha detto Scorsese. Prima di morire il Papa aveva definito Aldeas “un progetto poetico perche’ va alle radici di cosa e’ la vita umana”. Scorsese, che e’ cattolico e molto vicino alla chiesa di Papa Francesco, e’ stato tra i primi a esprimere cordoglio lo scorso 21 aprile per la morte del pontefice. “E’ stata una perdita immensa per il mondo. Sono stato fortunato di conoscerlo e mi mancherà il suo calore e il suo affetto”, ha detto il regista, secondo cui il Papa si è lasciato alle spalle “una luce inestinguibile”.

Autore di molti film a tema cattolico tra cui L’Ultima Tentazione di Cristo che, all’uscita nel 1998, provoco’ le proteste di gruppi religiosi, Scorsese aveva incontrato Francesco varie volte nel corso del mandato pontificale: la prima nel 2016, per discutere del suo film Silenzio sui “cristiani nascosti” del Giappone del diciassettesimo secolo, e poi nel 2023 quando il regista annuncio’ di aver aderito all’appello del Papa agli artisti iniziando a lavorare a un nuovo film su Gesù, la cui sceneggiatura e’ finita ma ancora nel cassetto. L’anno scorso il regista aveva partecipato all’udienza generale del mercoledì nell’Aula Paolo VI e aveva avuto un incontro personale con il Pontefice nello studio adiacente. In questa occasione, aveva donato al Papa un libro fotografico dedicato al suo film Killers of the Flower Moon.

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Vucic ribadisce, ‘andrò a Mosca il 9 maggio, pronto a sanzioni’

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Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha ribadito che si recherà a Mosca il 9 maggio per partecipare, unitamente a Vladimir Putin, Xi Jinping e altri leader internazionali, alle celebrazioni per l’80/mo anniversario della vittoria sul nazifascismo. Parlando ai giornalisti al seguito in Florida, dove si trova da ieri in vista di un suo incontro con il presidente Usa Donald Trump, Vucic ha detto che intende mantenere la promessa fatta nei mesi scorsi al presidente russo, aggiungendo al tempo stesso di essere pronto ad affrontare per tale visita a Mosca ogni tipo di punizione e sanzione da parte di Bruxelles. E’ interessante vedere, ha osservato, come negli ultimi giorni ai briefing a Bruxelles l’unico problema riguardi Vucic e la Serbia. Confermando tuttavia che la Serbia è sulla strada verso l’integrazione europea, che non abbandonerà, e che lui personalmente è pronto ad accettare ogni tipo di sanzione.

“La Serbia, anche dopo tutto ciò, con questo o con un altro presidente visto che per me tra non molto scadrà il mandato, resterà sulla strada verso l’Europa”. Vucic ha detto che l’8 maggio, il giorno prima delle celebrazioni sulla Piazza Rossa, consegnerà al patriarca di Mosca Kirill una onorificenza conferitagli nei mesi scorsi, e ha espresso la speranza di poter aver un colloquio seppur breve anche con il presidente cinese Xi Jinping. “Potete immaginare quale importanza avrebbe ciò per la Serbia? Avere un bilaterale con il presidente americano, e avere successivamente incontri anche con i presidenti russo e cinese. Chi lo può fare oggi nel mondo?”.

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