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Nordio attacca i pm antimafia, Parlamento non sia supino

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Lunghi applausi dalla maggioranza e dal Terzo Polo e qualche brusio e contestazione da parte del resto dell’opposizione. Con in testa il leader del M5S Giuseppe Conte che lo accusa di depotenziare gli strumenti contro la mafia e la corruzione e di proporre una giustizia che distorce i principi costituzionali. Alla Camera va in scena la relazione del ministro Carlo Nordio sullo stato della giustizia e il clima si accende.

Accade quando il Guardasigilli torna sul tema delle intercettazioni e va all’attacco dei pm antimafia , invitando il Parlamento a non farsi dettare la linea da loro. E quando richiama alla memoria gli “errori giudiziari” di cui sono stati vittima due comandanti dei Ros, i generali Mori e Ganzer. “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire” premette, assicurando che non saranno toccate dalla riforma le intercettazioni di mafia e terrorismo ma anche quelle dei reati satelliti. E poi torna su quello che considera il cuore del problema: gli “abusi e gli errori delle intercettazioni” su cui bisogna intervenire “radicalmente”. Altrimenti “cadremo veramente in una sorta di democrazia dimezzata”, perché “la segretezza delle informazioni è l’altra faccia della nostra libertà”. L’indice è puntato sulle intercettazioni giudiziarie, che per i vari passaggi previsti dalla legge “finiscono per essere a conoscenza di decine di persone. L’abuso è in questo mare magnum”, che fa finire sui giornali “notizie che diffamano e vulnerano l’onore di privati cittadini”.

Il ministro ricorda che “l’articolo 15 della nostra Costituzione dice chiaro e tondo che la segretezza delle comunicazioni è inviolabile e può essere eccezionalmente limitata”. Una regola però ribaltata dalla prassi di “lasciare pubblicare tutto”, anche attraverso i brogliacci della polizia giudiziaria, “molto spesso inaffidabili” anche se “non per cattiveria e malafede di chi li trascrive”. Poi l’affondo ai pm, con l’invito al Parlamento a reagire: Nordio afferma di non stupirsi delle posizioni “ferocemente negative” espresse dai procuratori ,” perché ognuno di noi vede la realtà attraverso la lente dei propri pregiudizi”. L’Italia però, avverte, “non è fatta di pubblici ministeri e questo Parlamento non deve essere supino e acquiescente a quelle che sono le associazioni dei pm”.

Ce n’è anche per l’ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, ora deputato con M5s, che giudica “gravissima” la stretta sulle intercettazioni perchè finirà con il ripercuotersi negativamente sul contrasto ai clan. Nordio risponde a lui, ma anche al procuratore di Palermo, che ha parlato di “borghesia mafiosa”, quando dice: “sentendo voi sembra che la mafia sia annidata nello Stato in tutte le sue articolazioni. Ma allora dov’era l’Antimafia, se siamo arrivati a questo risultato?”

Il clima si fa teso di nuovo quando il ministro ricorda il giusto omaggio reso ai Ros per la cattura del boss Messina Denaro, ma anche i casi del generale Mori, “padre” di quel reparto, la cui carriera è stata “rovinata” da un processo durato 17 anni e da cui è stato assolto con formula piena e la vicenda di Ganzer, pure lui prosciolto dopo una condanna a 17 anni. Stavolta la sfida è diretta all’ex Pg di Palermo Roberto Scarpinato: “qualcuno ieri ha detto che Nordio è un po’ dottor Jekyll e mister Hyde, ma io vorrei che quando si devono tributare questi ossequi a questo benemerito organismo ci si ricordasse di tutte le vittime”. Mentre al Pd che con i 5s lo accusa di stendere il tappeto rosso ai colletti bianchi che delinquono, Nordio replica parlando della “processione” in via Arenula dei loro sindaci per “implorarlo” di cancellare il reato di abuso d’ufficio.

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Fratelli d’Italia risale nei sondaggi: cala il Pd, stabile il M5S

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Ad aprile, la politica internazionale ha fortemente influenzato l’opinione pubblica italiana. Gli avvenimenti chiave sono stati l’avvio dei dazi da parte degli Stati Uniti, gli incontri della premier Giorgia Meloni con Donald Trump e il vicepresidente americano Vance, la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, oltre alla scomparsa di papa Francesco. Questi eventi hanno oscurato le vicende della politica interna, come il congresso della Lega, il decreto Sicurezza e il dibattito sul terzo mandato per i governatori.

Ripresa di Fratelli d’Italia e consolidamento del centrodestra

Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Fratelli d’Italia torna a crescere, attestandosi al 27,7%, oltre un punto in più rispetto al mese precedente. Il recupero è legato all’eco positiva degli incontri internazionali della premier e alla riduzione delle tensioni interne alla maggioranza. Forza Italia si mantiene stabile all’8,2%, mentre la Lega scende all’8,2% (-0,8%).

Nel complesso, il centrodestra si rafforza leggermente, mentre le coalizioni di centrosinistra e il Campo largo registrano piccoli cali.

Opposizione in difficoltà: Pd in calo, M5S stabile

Il Partito Democratico cala ancora, arrivando al 21,1%, il punto più basso dell’ultimo anno, penalizzato da divisioni interne soprattutto sulla politica estera. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta stabile al 13,9%, grazie al chiaro posizionamento pacifista.

Le altre forze di opposizione non mostrano variazioni rilevanti rispetto al mese precedente.

Governo e premier in lieve ripresa

Anche il gradimento per l’esecutivo cresce di un punto, raggiungendo il 41%, mentre Giorgia Meloni si attesta al 42%. Sono segnali deboli ma indicativi di un possibile arresto dell’erosione di consensi degli ultimi mesi.

I leader politici: lieve crescita per Conte e Renzi

Tra i leader, Antonio Tajani registra il peggior risultato di sempre (indice di 28), mentre Giuseppe Conte cresce di un punto, raggiungendolo. Piccoli cali si registrano anche per Elly Schlein e Riccardo Magi. In lieve risalita di un punto anche Matteo Renzi, che resta comunque in fondo alla classifica.

Più partecipazione elettorale

Un dato interessante riguarda la crescita della partecipazione: l’area grigia degli astensionisti e indecisi si riduce di tre punti. Resta da vedere se sarà un fenomeno duraturo o temporaneo.

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Trump, giudice arrestata per aiuto a membro gang Tren de Aragua

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“È una cosa terribile, la giudice è stata arrestata perché ospitava un membro di Tren de Aragua, giusto? È quello di cui sta parlando? È piuttosto sorprendente. È terribile”: lo ha detto Donald Trump ai reporter ai bordo dell’Air Force One commentando l’arresto di una giudice in Wisconsin con l’accusa di aver aiutato un clandestino ad eludere la cattura nascondendolo nella stanza della giuria. Non ci sono tuttavia per ora indicazioni che appartenesse alla gang venezuelana (foto di un esponente della gang).

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Trump, Mosca e Kiev si incontrino per concludere accordo

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“Appena atterrato a Roma. Una buona giornata di colloqui e incontri con Russia e Ucraina. Sono molto vicini a un accordo e le due parti dovrebbero ora incontrarsi, ad altissimo livello, per ‘concluderlo’. La maggior parte dei punti principali è stata concordata. Fermate lo spargimento di sangue, ora. Saremo ovunque sia necessario per contribuire a porre fine a questa guerra crudele e insensata!”: lo scrive Donald Trump su Truth dopo essere arrivato a Roma per i funerali del Papa.

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