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I Sentieri del Bello

Non solo “Negroni”, a Ischia c’è l’”Enzoni” che fa concorrenza al cocktail più bevuto al mondo

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È una notizia degli ultimi giorni che il Negroni è diventato il cocktail più bevuto al Mondo. Una ricetta nata a Firenze nel 1919, che ha conquistato baristi ma soprattutto clienti ed oggi, specialmente grazie alla riscoperta di prodotti di grande qualità come gin d’autore e vermouth prestigiosi, il drink del conte Camillo e di Fosco Scarselli, ha abbandonato lo stile anni ‘80 del drink richiesto da bevitori “poco raffinati”, divenendo invece baluardo di una scelta di stile, di qualità, da parte di una clientela consapevole e attenta non solo alle mode, ma all’aspetto più gourmet tipico dei veri intenditori. 

In effetti la canonizzazione di ricette standard al bar, da parte delle associazioni di barmen, è quasi una benedizione. Basti pensare a quanto possa essere deludente ordinare un drink e non ottenere la stessa bevanda ricevuta quella sera indimenticabile, mentre eravamo in ottima compagnia e tutto procedeva per il meglio. È un dato di fatto, che la vita frenetica e un mondo in continuo cambiamento, fanno nascere l’esigenza di punti fermi, come per esempio quel “Negroni” proprio così come lo vogliamo noi, quella comfort zone lunga 9 cl di puro aperitivo all’italiana che dura poco più di tre sorsi e ci da ristoro dopo una giornata di lavoro impegnativa o che ci introduce ad un weekend di vacanza.

Ma è anche vero che è diventato un trend comune da Sydney a New York cercare la diversità che fa della nostra ricetta un nuovo standard, non a caso è divenuto di moda dire, tra i bartender di questo decennio, un “Twist on Classic”.

Vincenzo Errico. Barman napoletano apprezzato a livello internazionale

 
Tanto ai barman quanto ai clienti piace differenziarsi trovando quel kick in più che rende unico il momento, quel bar in particolare o ancor più specificamente, quel barman! “Unum ex pluribus” riporta una incisione sull’anello metallico di un tappo molto amato dai baristi e – più o meno – questa è l’idea, che ricerca un bartender, quando si pone alla ricerca del proprio twist relativamente ad particolare ricetta.

 A tutti piace l’idea di creare qualcosa di diverso seguendo le linee guida di una formula già ben rodata, come per esempio il Negroni. A dirla tutta, però, solo in pochi sono riusciti a fare di un twist una ricetta così innovativa e diversa pur restando fedele ad un concetto, al punto tale da creare quello che si chiama un Modern Classic, cioè un cocktail che ha una nuova declinazione, seppur con una storia già radicata.

Nell’ultimo decennio sono nati innumerevoli classici come riff sul Negroni, ma con orgoglio campano mi piace raccontare la storia e la ricetta dell’Enzoni di Vincenzo Errico, un barman napoletano che ha avuto modo di lavorare con due leggende della miscelazione dei nostri tempi e che ha fatto dell’Isola di Ischia la sua casa con il locale l’ArteFatto.

L’umiltà è la caratteristica che più contraddistingue chi è capace di lasciare il segno ed Errico – d’umiltà e bravura – ne ha da vendere. Un barman sui generis, che ha fatto dell’anticonformismo uno stile di vita. Cresciuto tra Londra e New York al bancone prima di Bradsel e poi di Petraske. Vincenzo è noto ai professionisti del settore per aver creato due grandi classici moderni, riuscendo a trovare lo spunto geniale che ha regalato novità ad una formula classica ben nota.

L’”Enzoni” è una idea geniale nella sua semplicità, nata nel 2001 al Match di Londra, dove il vermouth dolce venne sostituito da zucchero ed uva per cambiare l’equilibrio del drink e bilanciare il bitter del Campari per i palati inglesi.

Un drink che già nel nome richiama l’essenza del famoso drink fiorentino, ma che in realtà ha un ricco spunto di diversità ed eleva la ricetta ad altro piano:

  • ENZONI (Vincenzo Errico, Match 2001)
    4 chicci di uva senza semi
  • 45 ml dry gin
  • 15 ml Campari Bitter
    15 ml sciroppo di zucchero
  • 15 ml succo fresco di limone

 

  • Preparazione:
    mettere dai 4 ai sei acini di uva bianca (a seconda della grandezza) sul fondo dello shaker e con un pestello, schiacciare i chicchi d’uva delicatamente, per permettere al succo ed al sapore della frutta di venire fuori senza trasformare l’uva in poltiglia. Versare i restanti ingredienti e shakerare per 12 secondi. Filtrare in un bicchiere old fashioned con ghiaccio e decorare con una fetta d’arancia e uno spiedino di chicchi d’uva.

Foto e ricetta concessi da Cocktailreporter.com

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Brand Ischia e sana comunicazione, le sfide del sindaco di Serrara Fontana Irene Iacono per l’isola

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Scenari diversi denotano caratteristiche differenti con le proprie sfide e le proprie peculiarità. Il comune di Serrara Fontana è viva espressione di questa territorialità eterogenea e il suo Sindaco ne coordina le vicende con intenzioni unitarie. “Occorre un brand Ischia”, una sana comunicazione ed un tavolo di intenti. Sono queste alcune delle ricette nella visione di rilancio della prima cittadina, Irene Iacono. Ascoltiamola.

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Programmazione turistica e rilancio dell’isola: le idee del sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale

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“La vicinanza del Governo la si sente al di là dei numeri” questa la dichiarazione del Sindaco Pascale al netto degli interventi post alluvione. “Era mio desiderio la creazione di una Ctl (Consulta turistica locale) con intervento di enti sovracomunali”: questo l’organismo che il Sindaco auspica e che potrebbe favorire una nuova organizzazione del comparto turistico e della sua riqualificazione su scenari più ampi. 

Dall’inverno difficile alla riprogrammazione turistica toccando l’occupazione giovani e la necessita’ di fare impresa cosciente: ascoltiamo le lucide parole di Pascale nell’intervista che segue.

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Le sfide che aspettano Ischia: l’analisi del commercialista Antonio Tuccillo

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L’Italia, la Campania e Ischia devono dimostrarsi al passo con i tempi per esserne protagonisti. Le sfide sono ardue e le possibilità da cogliere tante. Ma le si devono affrontare con dignità e cognizione di causa. I giovani devono essere consapevoli dell’impegno richiesto e messi in condizione di poterlo espletare. Ce ne parla il Dottor Antonio Tuccillo, Presidente della Fondazione nazionale di ricerca dei commercialisti italiani.

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