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Nessun offerta accettabile per la Salernitana di Lotito, il rischio è l’esclusione dalla serie A

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 “Ad oggi, alcuna delle offerte ricevute per l’acquisto della Salernitana 2021 è accettabile ai sensi dell’atto ‘Trust Salernitana 2021’ perchè carente dei requisiti e/o delle condizioni imposte per l’atto stesso o perchè, come in ultimo, il soggetto offerente non ha dimostrato la sussistenza dei requisiti economici, patrimoniali e finanziari congrui per completare l’operazione”. Così in una nota diffusa dai trustee, Melior Trust e Wildar Trust. I trustee annunciano di aver informato i disponenti e la Figc dello stato della progettata cessione, invitandoli “a valutare un differimento dei termini delle operazioni di vendita con l’obiettivo di assicurare alla Salernitana 2019 la conclusione del campionato in corso al contempo assicurandone l’indipendenza con i disponenti stessi ed i soggetti ad essi correlati”.

 

La Salernitana rischia l’esclusione dal campionato di Serie A se entro il 31 dicembre, il termine previsto anche nell’atto di costituzione del Trust granata, non dovesse arrivare una proposta d’acquisto vincolante. Il 21 dicembre prossimo, il Consiglio Federale della Figc affrontera’ tra i punti all’ordine del giorno la situazione del club campano e le “determinazioni conseguenti”. Di seguito, il testo completo del comunicato diffuso dai Trustee, in cui si sottolinea, infine, che assicureranno la prosecuzione dell’incarico fino al termine del 31 dicembre e la continuita’ nel mandato fino al nuovo termine che verra’ eventualmente concordato tra Disponenti e Figc: “Come noto, con l’atto “Trust Salernitana 2021” i Disponenti hanno affidato agli scriventi Trustee l’incarico di alienare le partecipazioni sociali rappresentanti il 100% della U.S. Salernitana 1919 S.r.l. a precise condizioni, entro il termine del 31 dicembre 2021. L’atto di Trust ha consentito l’ammissione della “Salernitana” alla partecipazione al campionato di Serie A, stagione sportiva 2021/2022. I Trustee hanno svolto l’incarico affidato osservando esattamente le condizioni contenute nell’Atto di Trust e in particolare – perche’ obbligo imposto dall’atto di Trust – informando costantemente e tempestivamente la F.I.G.C., delle manifestazioni di interesse e/o delle offerte ricevute, nonche’ trasmettendo alla stessa la relativa documentazione. In osservanza dei doveri di riservatezza imposti dall’Atto di Trust, oltre che di natura commerciale, i Trustee non hanno reso noto ad alcuno, all’infuori della F.I.G.C., le manifestazioni e/o le offerte ricevute, ne’ i termini economici e/o l’identita’ dei potenziali acquirenti. All’uopo, occorre precisare che le notizie rilasciate da alcuni organi di stampa, diffusori dei termini economici e dell’identita’ ei potenziali acquirenti, sono prive di fondamento. Ad oggi, alcuna delle offerte ricevute per l’acquisto della U.S. Salernitana 2021 e’ accettabile ai sensi dell’atto “Trust Salernitana 2021”, poiche’ carente dei requisiti e/o delle condizioni imposte dall’atto stesso (es: forma dell’offerta; congruita’ del prezzo; documentazione idonea a verificare l’indipendenza dell’offerente; presenza delle garanzie di solvibilita’ dell’offerente etc.) o perche’, come in ultimo, il soggetto offerente non ha dimostrato la sussistenza dei requisiti economici, patrimoniali e finanziari congrui per perfezionare l’operazione. I Trustee hanno informato i Disponenti e la F.I.G.C dell’attuale stato della progettata cessione, rappresentando le criticita’ conseguenti all’eventuale fallimento delle operazioni di vendita entro il 31 dicembre 2021, e dunque, invitando gli stessi a valutare un differimento del termine delle operazioni di vendita, con l’obbiettivo di permettere alla U.S. Salernitana 1919 S.r.l. la conclusione del campionato in corso, al contempo assicurandone l’indipendenza con i Disponenti medesimi ed i soggetti ad essi correlati. Assicurando comunque la prosecuzione dell’incarico ricevuto fino al termine del 31 dicembre 2021, i Trustee potranno, se richiesto e previo accordo con i Disponenti, assicurare continuità nel loro mandato fino al nuovo termine che verra’ eventualmente concordato tra Disponenti e F.I.G.C.

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Esteri

‘Chora è una moschea’, scintille Erdogan-Mitsotakis

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La moschea di Kariye a Istanbul, un tempo chiesa ortodossa di San Salvatore in Chora e tesoro del patrimonio bizantino, diventa tempio della discordia tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il premier greco Kyriakos Mitsotakis, nel giorno della visita del leader ellenico ad Ankara proprio per confermare la stagione di buon vicinato tra i due Paesi dopo decenni di tensioni. Le divergenze sulla moschea si sono riaccese nei giorni scorsi, dopo che il 6 maggio scorso San Salvatore in Chora, chiesa risalente al V secolo e tra i più importanti esempi dell’architettura bizantina di Istanbul, è stata riaperta dopo lavori di restauro durati quattro anni.

Convertita in moschea mezzo secolo dopo la conquista di Costantinopoli da parte dei turchi ottomani del 1453, Chora è stata trasformata in un museo dopo la Seconda guerra mondiale, quando la Turchia cercò di creare una repubblica laica dalle ceneri dell’Impero Ottomano. Ma nel 2020 è nuovamente diventata una moschea su impulso di Erdogan, poco dopo la decisione del presidente di riconvertire in moschea anche Santa Sofia, che come Chora era stata trasformata in un museo. La riapertura aveva suscitato malcontento ad Atene, con Mitsotakis che aveva definito la conversione della chiesa come “un messaggio negativo” e promesso alla vigilia del suo viaggio ad Ankara di chiedere a Erdogan di tornare sui suoi passi in merito. Una richiesta respinta al mittente: “La moschea Kariye nella sua nuova identità resta aperta a tutti”, ha confermato Erdogan in conferenza stampa accanto a Mitsotakis.

“Come ho detto al premier greco, abbiamo aperto al culto e alle visite la nostra moschea dopo un attento lavoro di restauro in conformità con la decisione che abbiamo preso nel 2020”, ha sottolineato. “Ho discusso con Erdogan della conversione della chiesa di San Salvatore in Chora e gli ho espresso la mia insoddisfazione”, ha indicato in risposta il leader greco, aggiungendo che questo “tesoro culturale” deve “rimanere accessibile a tutti i visitatori”. Nulla di fatto dunque sul tentativo di Atene di riscrivere il destino del luogo di culto. Ma nonostante le divergenze in merito, la visita di Mitsotakis ad Ankara segna un nuovo passo nel cammino di normalizzazione intrapreso dai due Paesi, contrapposti sulla questione cipriota e rivali nel Mediterraneo orientale. A dicembre i due leader hanno firmato una dichiarazione di “buon vicinato” per sancire una fase di calma nei rapporti iniziata dopo il terremoto che ha ucciso più di 50.000 persone nel sud-est della Turchia, all’inizio del 2023. “Oggi abbiamo dimostrato che accanto ai nostri disaccordi possiamo scrivere una pagina parallela su ciò che ci trova d’accordo”, ha sottolineato Mitsotakis accanto a Erdogan, confermando la volontà di “intensificare i contatti bilaterali”. Perché “l’oggi non deve rimanere prigioniero del passato”.

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Un video per raccontare la lotta al tumore ovarico

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Le donne colpite dal tumore ovarico raccontano, condividono le loro paure, le loro speranza e allo stesso tempo chiedono maggiore attenzione verso questa grave patologia. L’iniziativa è realizzata dalle donne dell’associazione ALTo attraverso un video che da oggi, in occasione della Giornata mondiale contro il tumore ovarico, è disponibile su You Tube.

Il tumore ovarico è il settimo tumore più comune tra le donne a livello mondiale e costituisce l’ottava causa di morte per cancro femminile. Solo in Italia sono circa 6mila le donne che ogni anno ricevono una diagnosi di tumore ovarico. “Ogni donna che combatte contro il cancro ovarico ha una storia unica da raccontare e attraverso questo video vogliamo dare loro voce – spiega Maria Teresa Cafasso, presidente dell’Associazione ALTo – vogliamo mostrare al mondo intero la loro forza e determinazione e allo stesso tempo sensibilizzare sull’importanza della conoscenza precoce, dell’accesso ai trattamenti e della necessità di approvare nuovi farmaci per la cura delle frequenti recidive che spesso colpiscono le donne affette da questa malattia”.

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Nell’inchiesta su Toti l’ombra di una talpa

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Nell’inchiesta sul presunto comitato d’affari e corruzione che ha portato all’arresto (ai domiciliari) del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti spunta l’ombra di una talpa. E’ un aspetto su cui lavorano gli investigatori della guardia di finanza, coordinati dai pm Federico Manotti e Luca Monteverde, alla luce di quanto emerso dalle intercettazioni ambientali.

E’ il 30 settembre 2020. I fratelli Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa, iscritti a Forza Italia in Lombardia e da ieri sospesi dal partito, vengono a Genova per incontrarsi con alcune persone della comunità riesina. A quell’incontro si avvicina un uomo con la felpa e il cappellino.

“Viene riconosciuto in Umberto Lo Grasso (consigliere comunale totiano). Che dice a Italo Testa: “Vedi che stanno indagando, non fate nomi e non parlate al telefono …. Stanno indagando”. In tutta risposta Italo Maurizio Testa afferma: “si lo so, non ti preoccupare …. L’ho stutato (“spento” in dialetto siciliano, ndr)”. Questa condotta, scrive il giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni, “appare in tal modo integrare il delitto di favoreggiamento personale, avendo il predetto – avvisando i fratelli Testa a non parlare al telefono essendo in corso indagini (“stanno indagando”) – fornito un aiuto in favore dei predetti ad eludere le investigazioni a loro carico”.

Ma chi ha avvisato Lo Grasso? Una ipotesi è che vi sia appunto una talpa visto che Stefano Anzalone, totiano anche lui e indagato nell’inchiesta, è un ex poliziotto che ha dunque agganci tra le forze dell’ordine. L’altra ipotesi è che si possa trattare di una sorta di millanteria dello stesso Anzalone che dopo le elezioni voleva togliersi di torno i fratelli Testa e non onorare le promesse fatte in cambio dei voti.

Tutti gli indagati citati in questo articolo sono da considerare presunti innocenti.

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