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Nel mirino Ue-Gb accordo segreto Google-Fb su pubblicità

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Non c’entra niente con Star Wars, ma potrebbe essere a tutti gli effetti il titolo del nuovo episodio della saga antitrust tra l’Ue e le Big Tech. Questa volta in stretto coordinamento con il Regno Unito. Gia’ al centro delle cronache statunitensi nelle settimane scorse, l’accordo segreto ‘Jedi Blue’ stretto tra Google e Facebook nel 2018 per i servizi di pubblicita’ display online e’ finito ora nel mirino di Bruxelles e Londra. Che hanno avviato due indagini parallele per capire se le societa’ sospettate di essere in combutta tra loro abbiano abusato del loro predominio a danno di editori e inserzionisti. Accuse che, dal canto suo, Mountain View ha subito bollato come “false”, dicendosi pronta a collaborare con le autorita’. L’oggetto del contenzioso e’ la partecipazione di Meta al programma per le aste pubblicitarie in tempo reale Open Bidding di Google che, secondo la responsabile Ue della Concorrenza, Margrethe Vestager, potrebbe aver soffocato i rivali nella compravendita automatizzata degli spazi pubblicitari e svantaggiato editori e, in ultima battuta, consumatori. Tramite l’intesa sottobanco – oggetto negli Usa di una denuncia federale partita dal Texas e allargatasi ad altri 15 Stati – “una tecnologia concorrente all’Open Bidding di Google potrebbe essere stata presa di mira con l’obiettivo di indebolirla ed escluderla dal mercato per la visualizzazione di annunci sui siti web e sulle app degli editori”, ha precisato Vestager. Sulla stessa linea anche il numero uno dell’autorita’ antitrust britannica (Cma), Andrea Coscelli, che confermando l’avvio dell’indagine ha messo in guardia sulla volonta’ di Londra di “scrutinare il comportamento delle grandi aziende” senza “farsi intimidire”. Google pero’ non ci sta e ha prontamente difeso il suo programma. Respingendo innanzitutto la tesi sulla segretezza del patto con Meta. Il coinvolgimento di Facebook, ha precisato Mountain View “non e’ esclusivo e non riguarda vantaggi che possano aiutare a vincere le aste” pubblicitarie. Al contrario, “l’obiettivo e’ collaborare con una gamma di reti pubblicitarie e di exchange per aumentare la domanda di spazi pubblicitari degli editori, cosi’ da aiutare gli editori ad aumentare i ricavi”. Per capire come stiano effettivamente le cose, Bruxelles ha deciso di portare avanti la sua indagine in “via prioritaria” assicurando che vi sara’ coordinamento con Londra. In attesa di conoscere il verdetto, con il nuovo pacchetto di norme Ue per i mercati digitali (Dma) che potrebbe essere adottato in via definitiva nei prossimi mesi, la saga antitrust sulle Big Tech e’ destinata a continuare.

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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Esteri

‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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