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Cronache

Muore un operaio, stop di sei mesi ad imprenditore

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Sei mesi di stop a un’imprenditore edile dopo la morte di un operaio in un suo cantiere, avvenuta lo scorso aprile in provincia di Roma. L’ordinanza della misura interdittiva e’ stata notificata ieri dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Roma al titolare della ditta. E’ un provvedimento cautelare penale che colpisce l’indagato, quindi non riguarda piu’ solo la singola ditta dove avviene l’incidente, ma direttamente l’imprenditore, il quale per sei mesi non puo’ esercitare l’impresa, neanche sotto altra forma. Si tratta, come spiegano dall’Ispettorato, di un provvedimento innovativo in tema di omicidi sul lavoro, perche’ per la prima volta si associano i due provvedimenti: la misura interdittiva penale disposta dal giudice per le indagini preliminari, che agisce nei confronti dell’indagato, e la misura interdittiva dell’Ispettorato, che colpisce invece l’attivita’ imprenditoriale. Nel 2021 le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Inail sono state 1.221. Mentre se parliamo dei primi tre mesi del 2022, le morti sul lavoro sono state 189, quattro in piu’ rispetto alle 185 registrate nel primo trimestre del 2021. Nel caso di questa tragedia, gli accertamenti eseguiti subito dopo la tragedia dagli ispettori dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Roma e il contributo offerto dagli ispettori della sezione di Polizia Giudiziaria della Procura hanno permesso alla Procura della Repubblica di acquisire tutti gli elementi utili alle indagini, cui ha fatto seguito la misura cautelare. Nel provvedimento, emesso dal Gip di Roma su richiesta della Procura, si legge testualmente che “l’applicazione della misura interdittiva appare soluzione necessitata dal fatto che l’indagato potrebbe continuare a svolgere con altre societa’ quell’attivita’ lavorativa che oggi e’ preclusa alla ditta individuale omonima”. E si evidenziano la “macroscopica violazione delle norme di sicurezza da parte della ditta gestita dall’indagato”, le “gravi e reiterate violazioni della normativa antinfortunistica”, l’assenza di “qualsivoglia direttiva o modello di organizzazione del lavoro, atti a salvaguardare l’incolumita’ degli operai”. Comunque, precisa l’Ispettorato, “il soggetto gravemente indiziato del reato e’ da ritenersi presunto innocente fino all’emissione della sentenza definitiva”.

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Cronache

Ancora una forte scossa di terremoto all’alba a Pozzuoli, in centinaia in strada per paura ma nessun danno

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Questa mattina, alle 6:30, una scossa di terremoto di magnitudo 3.7 della scala Richter è stata avvertita in provincia di Napoli, precisamente nella zona dei Campi Flegrei. L’epicentro del sisma è stato localizzato a Pozzuoli, tra la zona della Solfatara e via Pisciarelli, con un ipocentro a soli 2,8 chilometri di profondità, rendendo il terremoto particolarmente avvertito dalla popolazione locale.

Nonostante la scossa sia stata sentita distintamente, fortunatamente non si registrano danni a persone o strutture. Tuttavia, l’evento ha generato numerose chiamate ai vigili del fuoco e ai servizi di emergenza, segno evidente dell’apprensione tra i cittadini.

Questa recente attività sismica solleva preoccupazioni, in quanto nei giorni scorsi la stessa area ha esperito due eventi sismici simili, entrambi di magnitudo 3.6 e 3.7. Questa sequenza di scosse potrebbe indicare una crescente instabilità geologica nella regione, notoriamente attiva dal punto di vista vulcanico.

L’area dei Campi Flegrei è infatti una delle zone vulcaniche più monitorate d’Europa, data la sua storia e la sua potenziale pericolosità. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) continua a monitorare la situazione, raccogliendo dati e fornendo aggiornamenti per garantire la sicurezza dei cittadini. La comunità scientifica è particolarmente attenta a rilevare qualsiasi variazione che potrebbe suggerire cambiamenti significativi nel sottosuolo.

La popolazione locale è incoraggiata a rimanere informata attraverso i canali ufficiali e a seguire le eventuali indicazioni delle autorità, mantenendo un approccio cauto e preparato in caso di ulteriori sviluppi.

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Cronache

Bimbo di 5 mesi ucciso dal pitbull di famiglia

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Tragedia questa sera a Palazzolo Vercellese, piccolo Comune di un migliaio di abitanti in provincia di Vercelli, dove un bimbo di cinque mesi ha perso la vita dopo essere stato azzannato da un cane di grossa taglia, sembra un pitbull, di proprieta’ dei suoi genitori, una giovane coppia da poco trasferitasi in paese. Secondo quanto si e’ appreso il bimbo si trovava in casa con la nonna. Il fatto e’ avvenuto nel tardo pomeriggio di oggi. Sul posto e’ intervenuto il 118 di Alessandria con l’elisoccorso, ma per il piccolo non c’e’ stato nulla da fare.

La tragedia è avvenuta in una zona del paese vicino all’ex asilo. A quanto si apprende il bimbo sarebbe stato in braccio alla nonna, mentre la donna passeggiava nel giardino. I genitori, invece, erano usciti a fare la spesa. Sulla vicenda indagano i carabinieri di Vercelli. Il pitbull è stato sequestrato dai militari dell’Arma forestale in attesa degli accertamenti. A quanto pare non c’erano mai stati segnalazioni di aggressività del cane. I genitori, trentenni, hanno portato il bimbo in fin di vita direttamente all’elisoccorso che era atterrato nel campo sportivo del paese.

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Tentata estorsione al consigliere regionale Giovanni Zannini, arrestato Tiberio Francesco La Torre

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“Ho fatto io mio dovere. Speravo che condotte del genere non si verificassero più. Ringrazio la DDA di Napoli e i Carabinieri per l’intervento tempestivo e dirimente”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale Giovanni Zannini, vittima di un tentativo di estorsione che oggi hanno condotto in carcere Tiberio Francesco La Torre, cugino dell’ex capoclan e collaboratore di giustizia Augusto La Torre, a cui la DDA di Napoli (sostituto procuratore Roberto Patscot, procuratore aggiunto Michele Del Prete) contesta i reati di tentata estorsione ed estorsione aggravate dal metodo mafioso.

“In quattro giorni – continua Zannini – hanno arrestato il La Torre dimostrando che lo Stato c’è ed è forte. Sono circa 6 mesi che vivo sotto minaccia. La settimana scorsa si è superato ogni limite. Invito tutti a denunciare e a vincere ogni paura”. L’arresto di La Torre – viene spiegato nella nota – si fonda sulla denuncia sporta dal consigliere regionale Giovanni Zannini (al quale La Torre voleva estorcere 50mila euro) e dall’imprenditore Alfredo Campoli (al quale il La Torre ha estorto circa 22 mila euro pretendendo che la consegna avvenisse presso una cappella del locale cimitero).

La Torre – si legge nel comunicato – si è presentato a casa di Zannini più volte senza che nessuno gli aprisse la porta. La famiglia del consigliere regionale è stata anche costretta a chiudersi in casa. Zannini si è quindi recato dai carabinieri “ottenendo l’immediato e risolutivo intervento”. Poi le denunce, poi l’intervento della DDA e poi l’arresto.

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