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Cronache

Muore Riello, simbolo delle family business venete

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Colto da un infarto sul posto di lavoro, e’ morto oggi Andrea Riello, figlio di Pilade, e prosecutore della grande tradizione industriale di questa famiglia veneta. Amministratore delegato di Riello Sistemi, era stato presidente di Confindustria del Veneto dal 2005 al 2009. Carattere deciso, da presidente degli industriali veneti si era battuto per uno snellimento in quello che lui chiamava ‘ministero Confindustria’ e non aveva mancato di esprimere posizioni polemiche talvolta verso i ministri veneti, ad esclusione di Luca Zaia, quando questi guido’ il dicastero dell’Agricoltura, con premier Berlusconi, tra il 2008 e i 2010. Uomo di grande standing non solo a Nordest, il suo nome era uscito nel 2008 anche come possibile candidato alla presidenza del Veneto. Opportunita’ che lo stesso Riello aveva poi declinato. Provocatorio, ma sempre rispettoso dei ruoli, in piena crisi economica nel 2008 aveva fatto rumore la proposta con cui chiedeva ai dipendenti pubblici di “rinunciare ad una piccola percentuale delle loro retribuzioni destinandola a un prestito temporaneo per rimpinguare il ‘fondo di solidarieta’”, e che sarebbe stato restituito. Il ritratto dell’imprenditore Andrea Riello, e’ quello dell’uomo che negli anni aveva preso la testa di un’azienda che ha creato sviluppo in quel quadrilatero della bassa veronese racchiuso tra Minerbe, Legnago e Bevilacqua, nel distretto termomeccanico. Un patrimonio industriale costruito rilevando nel corso degli anni dai fratelli le quote della societa’, fino ad acquisirne la maggioranza (70%). Secondo il modello di family business, ha sviluppato l’azienda dai 10 milioni di euro di fatturato (fine anni 80) ai 120 milioni di euro di oggi. Nato a Paderno del Grappa nel luglio del 1962, era figlio del cavalier Pilade Riello, un simbolo dell’industria italiana, a lungo a capo del gruppo Rbl di Legnago nel veronese. Laureatosi a 23 anni in Economia aziendale all’Universita’ Ca’ Foscari di Venezia, nel 1986 si era trasferito a Bruxelles e poi a Londra, dove ha frequentato il Polytechnic of Central London per un corso in Scienze Finanziarie. Ceo e direttore generale dal 1991, nel 2001 e’ presidente di Gruppo RielloSistemi, inizia il percorso in Confindustria, nel 2000 e’ presidente di Confidi Verona, da giugno 2002 e’ membro del Consiglio Direttivo di Confindustria, prima con la presidenza D’Amato, per tutto il periodo della presidenza Montezemolo e dal 2008 con la presidenza Marcegaglia. Numerosi altri incarichi fino alla guida di Confindustria Veneto, carica che ha ricoperto fino a gennaio 2009. Nello stesso periodo e’ stato anche presidente della Fondazione Campiello. Per4 anni ha fatto parte anche del Cda di Save. Grande il cordoglio tributatogli dal mondo politico ed industriale. “Apprendo con tristezza la notizia della scomparsa improvvisa di Andrea Riello. Sono vicino ai suoi cari. Un grande dispiacere” ha scritto su Twitter il segretario del Pd, Enrico Letta. Cosi’ anche Luca Zaia si e’ detto “colpito e addolorato profondamente” dalla scomparsa di Riello, “un uomo e un imprenditore di grande valore e visione”. “Se ne va un amico caro, profondamente legato al suo territorio” hanno commentato Emma e Antonio Marcegaglia. “Ci sono notizie che non avresti mai voluto sentire. Con Andrea mi legava un sentimento di stima e di amicizia, e il fatto che sia venuto a mancare cosi’ all’improvviso, mi lascia totalmente sgomento e pieno di dolore” ha detto il presidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro.

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Elezioni comunali con 23 liste a Bisegna: il trucco della vacanza retribuita dietro una farsa elettorale

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Incredibile ma vero: 23 liste si sono presentate per le elezioni amministrative di Bisegna, minuscolo comune abruzzese in provincia dell’Aquila, con appena 212 abitanti. Un numero spropositato che nasconde una realtà scandalosa: 21 liste su 23 sono composte da agenti della polizia penitenziaria che si sono candidati non per partecipare davvero al processo democratico, ma per usufruire di un mese di aspettativa retribuita, garantita dalla legge, con la scusa della campagna elettorale.

Il vero scopo: un mese di ferie pagate

Delle 23 liste, solo due rappresentano candidati locali che hanno a cuore il futuro del paese. Le altre sono state messe in piedi esclusivamente per consentire ai candidati di prendere ferie retribuite: un abuso normativo che trasforma le elezioni, fondamento della democrazia, in una comoda vacanza a spese dei contribuenti. Una beffa clamorosa, soprattutto se si pensa che alle ultime elezioni hanno votato solo 150 persone.

Un meccanismo che tradisce la fiducia nelle istituzioni

Questa vicenda getta un’ombra pesante sulla credibilità del sistema elettorale locale. Organizzare liste fittizie per ottenere privilegi economici senza alcuna intenzione di governare o migliorare la vita di una comunità tradisce lo spirito delle elezioni, nate per consentire ai cittadini di scegliere chi li rappresenterà davvero.

Un caso che chiede risposte immediate

La situazione di Bisegna impone una riflessione urgente: è inaccettabile che le regole, pensate per garantire la partecipazione democratica, vengano piegate a interessi personali. Serve un intervento normativo che blocchi questi abusi e ristabilisca il rispetto per un diritto fondamentale come quello del voto.

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Un 19enne muore in un incidente in bicicletta

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Un giovane di 19 anni, di origine nigeriana, è morto questa sera in un incidente stradale avvenuto lungo via Roma, a Roscigno, nel Salernitano. Secondo una prima ricostruzione, il ragazzo, ospite del centro di accoglienza Sai del comune degli Alburni, stava rientrando dopo aver fatto la spesa quando ha perso il controllo della bicicletta ed è finito contro un albero sul lato opposto della carreggiata. Restano da chiarire le cause dell’impatto: al momento non si esclude alcuna ipotesi, dal coinvolgimento di altri veicoli a una manovra improvvisa per evitare un ostacolo. Possibile anche che il giovane abbia avuto difficoltà a gestire le buste della spesa durante la pedalata. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, ma per il 19enne non c’era più nulla da fare. Per risalire all’esatta dinamica dell’incidente indagano i carabinieri della compagnia di Sala Consilina.

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Identikit del nuovo Papa, chi raccoglie eredità Francesco

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Il principale, grande nodo che i cardinali che si riuniranno nella Sistina dovranno sciogliere nell’individuare la figura del nuovo Pontefice sarà su chi potrà raccogliere la grande eredità di papa Francesco. I tanti cantieri aperti lasciati dal Pontefice scomparso, i “processi avviati” come li chiamava lui, sono altrettanti capitoli di cui scrivere un futuro e su cui, se possibile, non fermarsi, né tanto meno tornare indietro. Quando dodici anni fa si dimise Benedetto XVI, la Chiesa attraversava una grave crisi, provata dagli scandali come il primo Vatileaks, le ondate di rivelazioni sugli abusi sessuali – peraltro favorite proprio da Ratzinger, il primo a promuovere la ‘tolleranza zero’ -, e la stessa rinuncia del Papa per l’età avanzata e le difficoltà nel fare fronte alle resistenze interne, che avevano fatto fortemente ondeggiare la ‘barca di Pietro’.

E il mandato dei cardinali a chi sarebbe diventato il nuovo Papa era stato di rifondare la Chiesa su una nuova base di rinascita cristiana e di rilanciata missione evangelizzatrice. Proprio quello che ha perseguito, non senza pesanti ostacoli, Jorge Mario Bergoglio in questi dodici anni di pontificato, con le riforme in primo luogo finanziarie, poi della Curia con l’inedito mandato ‘di governo’ anche ai laici e alle donne, sulla protezione dei minori, e col proprio atteggiamento personale di radicalità cristiana, di vicinanza ai più poveri, ai migranti, agli ‘scartati’, di indefessa abnegazione in favore della pace, della fratellanza umana e del dialogo con le altre religioni. Un insieme di spinte in avanti che rimettono in primo piano molti dei propositi ancora inattuati del Concilio Vaticano II, finora gravati da contrarietà e passività all’interno della Chiesa.

Senza contare l’ultimo grande cantiere aperto da Francesco, quello della Chiesa ‘sinodale’, su cui a parte i due Sinodi già svolti il Papa defunto ha indetto un ulteriore triennio per l’attuazione, con una grande e finale “assemblea ecclesiale” già programmata per l’ottobre del 2028. Un’eredità, quindi, in buona parte già scritta quella che dovrà raccogliere il prossimo, e 266/o, successore di Pietro. Che dovrà riprendere in mano tutte le riforme e portarle avanti secondo le proprie sensibilità e priorità. Oltre che con la necessaria autorevolezza e capacità di governo, qualità indispensabili per il pastore universale di un organismo della complessità e vastità della Chiesa cattolica.

Questo, insomma, sarà l’identikit del nuovo Papa, almeno per chi pensa che sulla rivoluzione imposta da Bergoglio in tanti settori ecclesiali “non si può tornare indietro”. E, a parte gli elenchi dei papabili e i possibili fronti contrapposti, nelle congregazioni generali pre-Conclave, come accadde proprio nel 2013 con la successiva elezione di Francesco, avrà la meglio chi nei propri interventi riuscirà a trasmettere carisma e a catalizzare maggiormente i convincimenti dei confratelli. Non mancherà certo l’assalto dei restauratori, di chi nel Collegio cardinalizio vorrebbe riportare indietro l’orologio della storia e fare piazza pulita di molte delle innovazioni di Francesco, in particolare in campi come la pastorale della famiglia (c’è chi non nasconde di non aver ancora digerito la comunione ai divorziati risposati) o peggio ancora le benedizioni alle coppie gay, o anche i rapporti con le altre religioni, oppure certe fughe in avanti tuttora mal sopportate.

Il fatto che ben 108 dei 135 cardinali elettori, cioè l’80 per cento, siano stati nominati da Francesco non garantisce sul risultato finale: si tratta di un gruppo molto composito, tra cui molti non si conoscono fra loro, e che comprende anche fieri oppositori della linea di Bergoglio. Un nome per tutti, l’ex prefetto per la Dottrina della fede, Gerhard Ludwig Mueller, fiero oppositore della linea bergogliana. L’esito del Conclave è dunque molto incerto. E a parte i favoriti elencati finora dai media, è possibile che alla fine prevalga un nome del tutto a sorpresa.

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