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Missili ipersonici sui nuovi sottomarini nucleari russi

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Mentre il conflitto in Ucraina si trascina senza un’apparente via d’uscita, la Russia fa sfoggio della sua potenza militare, annunciando che presto i nuovi sommergibili a propulsione atomica saranno equipaggiati con i missili ipersonici Zirkon, i gemelli dei Kinzhal che le forze di Mosca utilizzano sempre più spesso negli attacchi agli obiettivi ucraini. Un nuovo fronte della sfida con la Nato, che oggi ha visto anche ben tre incontri ravvicinati nei cieli tra aerei russi e occidentali. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è intanto recato nella regione orientale di Donetsk, uno dei teatri della faticosa controffensiva di Kiev in corso ormai da oltre due mesi.

“Ho voluto visitare singolarmente tutte le brigate per capire i problemi di ognuna di esse”, ha scritto su Telegram lo stesso Zelensky, che ha anche ringraziato il presidente americano Joe Biden per un nuovo pacchetto di aiuti militari del valore di 200 milioni di dollari. “Un altro passo verso la nostra vittoria congiunta!”, ha aggiunto Zelensky. La notte scorsa nuovi bombardamenti russi hanno colpito la città di Odessa provocando almeno tre feriti secondo fonti ucraine, che denuncia anche l’uccisione di due civili in un attacco nella regione di Zaporizhzhia con l’impiego di missili S-300 e la morte di un uomo e il ferimento di altre quattro persone nell’oblast nord-orientale di Kharkiv, dove da diversi giorni si registra un’avanzata russa verso la città di Kupyansk. Da parte sua il ministero della Difesa di Mosca ha rivendicato un attacco missilistico su un deposito di droni navali ucraini impiegati dalle forze di Kiev per gli attacchi nel Mar Nero.

Nel frattempo caccia Typhoon dell’aviazione britannica si sono alzati in volo questa mattina per monitorare due bombardieri russi di pattugliamento marittimo a lungo raggio a nord delle isole Shetland secondo quanto reso noto dalle forze armate di Londra. La stessa fonte ha precisato che si trattava di aerei da pattugliamento marittimo Tu-142 Bear-F e Tu-142 Bear-J, utilizzati per la ricognizione e la guerra antisommergibile. F-16 olandesi sono invece entrati in azione dopo che un bombardiere russo è stato avvistato nel Mare del Nord mentre volava in direzione dell’area che i Paesi Bassi monitorano in base agli accordi Nato. Il ministero della Difesa di Mosca ha invece reso noto che un caccia Mig-29 è stato fatto alzare in volo per intercettare un aereo norvegese P-8A Poseidon da ricognizione che volava sul Mare di Barents e si avvicinava ai confini della Russia. Sul fronte diplomatico, nonostante da Mosca non giungano conferme, i media turchi continuano a parlare di una possibile visita a tempi brevi di Putin.

Questa volta è toccato al quotidiano Milliyet annunciare che il leader russo sarà ad Ankara “nei prossimi giorni” per quella che sarebbe la prima visita in un Paese membro della Nato dall’inizio della guerra in Ucraina. Intanto però la Russia pone l’accento sulle sue iniziative di rafforzamento militare. E’ stato Alexei Rakhmanov, capo della United Shipbuilding Corporation, il più grande armatore russo, ad annunciare che presto i sommergibili della classe Yasen, costruiti per sostituire i vecchi sottomarini sovietici, avranno a bordo i missili Zirkon. “Il lavoro in questa direzione è già in corso”, ha sottolineato l’armatore.

Gli Zirkon, con una gittata tra i 400 e i 1.000 chilometri, sono tra i missili capaci di volare a una velocità più volte superiore a quella del suono eludendo i sistemi di difesa. Finora soltanto la Russia ha già a sua disposizione questi vettori, che negli Usa sono ancora in fase sperimentale. Lo scorso febbraio il presidente Vladimir Putin aveva detto che la Russia aveva avviato una fornitura massiccia di missili Zircon alle sue forze navali per rafforzare le loro capacità nucleari. Finora, tuttavia, questi vettori sono imbarcati solo sulla fregata Ammiraglio Gorshkov, salpata nel gennaio scorso dal porto di Severomorsk, nel nord della Russia, per una missione nell’Oceano Atlantico, nell’Oceano Indiano e nel Mediterraneo.

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Putin ringrazia i soldati nordcoreani, ‘sono eroi’

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Il presidente russo, Vladimir Putin, ha ringraziato in un messaggio i soldati nordcoreani che hanno preso parte alla “liberazione della regione di Kursk” dalle truppe d’invasione ucraine, definendoli “eroi”. Lo riferisce il servizio stampa del Cremlino.

“Il popolo russo non dimenticherà mai l’impresa delle forze speciali coreane, onoreremo sempre gli eroi coreani che hanno dato la vita per la Russia, per la nostra comune libertà, al pari dei loro compagni d’armi russi”, si legge nel messaggio di Putin. Il presidente russo sottolinea che l’intervento è avvenuto “nel pieno rispetto della legge internazionale”, in base all’articolo 4 dell’accordo di partenriato strategico firmato nel giugno dello scorso anno tra Mosca e Pyongyang, che prevede assistenza militare reciproca in caso di aggressione a uno dei due Paesi. “Gli amici coreani – ha aggiunto Putin – hanno agito in base a un senso di solidarietà, giustizia e genuina amicizia. Lo apprezziamo molto e ringraziamo con sincerità il presidente Kim Jong-un personalmente”.

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Trump: Zelensky vuole un accordo e rinuncerebbe alla Crimea. Putin smetta di sparare e firmi

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Volodymyr Zelensky è “più calmo” e “vuole un accordo”. È quanto ha riferito Donald Trump, secondo quanto riportato dai media americani, dopo il loro incontro avvenuto nella suggestiva cornice di San Pietro, a margine dei funerali di papa Francesco.

Un incontro positivo e nuove prospettive

Trump ha descritto l’incontro con il presidente ucraino come «andato bene», sottolineando che Zelensky sta «facendo un buon lavoro» e che «vuole un accordo». Secondo il tycoon, il leader ucraino avrebbe ribadito la richiesta di ulteriori armi per difendersi dall’aggressione russa, anche se Trump ha commentato con tono scettico: «Lo dice da tre anni. Vedremo cosa succede».

La questione della Crimea

Tra i temi toccati nel colloquio, anche quello della Crimea. Alla domanda se Zelensky sarebbe disposto a cedere la Crimea nell’ambito di un eventuale accordo di pace, Trump ha risposto: «Penso di sì». Secondo il presidente americano, «la Crimea è stata ceduta anni fa, senza un colpo di arma da fuoco sparato. Chiedete a Obama». Una posizione che conferma il suo approccio pragmatico alla questione ucraina.

L’appello a Putin: “Smetta di sparare”

Trump ha ribadito di essere «molto deluso» dalla Russia e ha lanciato un nuovo appello al presidente Vladimir Putin: «Deve smettere di sparare, sedersi e firmare un accordo». Il tycoon ha anche rinnovato la convinzione che, se fosse stato lui presidente, la guerra tra Mosca e Kiev «non sarebbe mai iniziata».

Un contesto suggestivo

Riferendosi all’incontro tenutosi a San Pietro, Trump ha aggiunto: «È l’ufficio più bello che abbia mai visto. È stata una scena molto bella». Un commento che sottolinea anche la forza simbolica del luogo dove i due leader si sono parlati, all’ombra della basilica vaticana.

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Media, due giornalisti italiani espulsi dal Marocco

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Due giornalisti italiani sarebbero stati espulsi ieri sera dalle autorità marocchine con l’accusa di aver cercato di entrare illegalmente nella città di Laayoune (El Aaiun). Lo rivela il quotidiano marocchino online Hespress. Matteo Garavoglia, 34 anni, giornalista freelance originario di Biella e collaboratore del ‘Manifesto’, e il fotografo Giovanni Colmoni, avrebbero tentato di entrare nella città marocchina meridionale al confine con la regione contesa del Sahara Occidentale “senza l’autorizzazione richiesta dalla polizia”.

I due erano a bordo di un’auto privata e, secondo quanto riporta il quotidiano marocchino, sarebbero stati fermati dagli agenti che hanno interpretato il tentativo di ingresso come un “atto provocatorio, in violazione delle leggi del Paese che regolano gli ingressi dei visitatori stranieri”. Sempre secondo l’Hespress, i due reporter avrebbero cercato di “sfruttare il fatto di essere giornalisti per promuovere programmi separatisti. Per questo sono stati fermati e successivamente accompagnati in auto nella città di Agadir”. Non era la prima volta che i due tentavano di entrare a Laayoune, secondo il quotidiano, ma sempre “nel disprezzo per le procedure legali del Marocco”.

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