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Economia

In arrivo nomine Bei, verso effetto domino a Bruxelles

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Un primo tassello dall’effetto domino verso le Europee. Nel bel mezzo della contesa sulle alleanze al Parlamento Ue, la nomina del nuovo presidente della Banca europea per gli investimenti apre l’intreccio delle manovre politiche che arriveranno, alla metà del 2024, a comporre il puzzle dei nuovi vertici comunitari, dalla Bce alla Commissione. Tutte partite legate da un minimo comun denominatore: la volontà dei big dei Ventisette di accaparrarsi i posti di maggior peso. E in prima fila per dirigere la Bei c’è l’ex ministro delle Finanze italiano Daniele Franco. La corsa per l’apice del braccio finanziario Ue con sede a Lussemburgo prenderà ufficialmente il via il 18 agosto, allo scoccare del termine per le candidature dei governi nazionali.

E le rivali per eccellenza dell’ex titolare di via XX settembre sono due pesi massimi in quota rosa: la vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager, e la vicepremier spagnola Nadia Calvino. Nominata da Copenhagen e pronta a prendersi l’obbligato periodo di congedo a Bruxelles fino all’esito dell’investitura, fino a poche settimane fa la danese era data per favorita, salvo poi incappare in uno screzio con la Francia sulla nomina – sfumata – ai suoi servizi dell’economista americana Fiona Scott Morton, osteggiata da Emmanuel Macron in persona. Un flop dalle pesanti ripercussioni in vista dell’accordo Ue che per prassi dovrà essere a maggioranza qualificata, con un doppio assenso di 18 Paesi membri a rappresentanza del 68% del capitale sottoscritto della Bei.

Difficile per la liberale convincere Parigi – che al pari di Roma e Berlino detiene con il 16% la fetta più importante di azioni – a concederle il suo favore. Mentre a offuscare il fato della punta di diamante di Madrid, entrata a tutti gli effetti nella rosa dei papabili dopo settimane di indiscrezioni, si staglia invece l’ombra dello stallo post-elettorale iberico che rende arduo per Pedro Sanchez fare a meno della sua fedelissima. L’ex ministro del governo di Mario Draghi, complice il suo alto profilo tecnico, resta dunque saldo in testa alla volata per ottenere un consenso capace di mettere d’accordo Nord e Sud, piccoli e grandi, e rimpiazzare dall’1 gennaio il tedesco dai due mandati Werner Hoyer. Una corsa importante per Roma, priva di un presidente della Bei dal lontano 1959. E che si lega a doppio filo al giro di poltrone in seno al board della Bce. Con l’addio di Fabio Panetta – da novembre al timone della Banca d’Italia -, l’italiano favorito per riempire il seggio vuoto sembra essere il vicegovernatore di via Nazionale, Piero Cipollone, non ancora ufficializzato dal Mef ma dal profilo solido nella visione degli analisti.

A ostacolarlo ci sono però i Paesi più piccoli con mire di rappresentanza a Francoforte. Equilibri delicati per il governo italiano chiamato a scegliere con attenzione le mosse per non restare a bocca asciutta nei posti di rilievo alla Commissione per il dopo Paolo Gentiloni. Il momento decisivo per la Bei si consumerà alla riunione informale dei ministri delle Finanze Ue il 16 settembre a Santiago de Compostela. E, con i contatti per costruire le alleanze tra i governi che avanzano a pieno regime, a Bruxelles le manovre agostane non conoscono sosta. Presto orfana di due dei suoi tre vicepresidenti esecutivi – oltre a Vestager, dal 14 agosto anche Frans Timmermans, l’uomo del Green Deal Ue, sarà in congedo fino al 22 novembre per la battaglia elettorale alla guida del centrosinistra in Olanda -, l’esecutivo Ue farà le prove generali di rimpasto dei portafogli. Con un von der Leyen bis che al momento nei corridoi Ue appare l’unica via plausibile capace di mettere d’accordo il traballante asse franco-tedesco. Ma a indicare il trend politico ci penseranno gli elettori, al voto anche in Polonia il 15 ottobre.

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Economia

Apple, bloccate transazioni fraudolente per 7 miliardi dollari

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Dal 2020 al 2023 Apple ha evitato sull’App Store transazioni potenzialmente fraudolente per un totale di oltre 7 miliardi di dollari, di cui oltre 1,8 miliardi nel solo 2023. Nello stesso periodo, la società ha bloccato più di 14 milioni di carte di credito rubate e vietato a più di 3,3 milioni di account di effettuare ulteriori transazioni. Sono i dati illustrati nella quarta analisi annuale sulla prevenzione delle frodi, pubblicata dalla società di Cupertino. Dall’analisi emerge anche che nel 2023 Apple ha rifiutato più di 1,7 milioni di app “perché non rispettavano i rigorosi standard dell’App Store in materia di privacy, sicurezza e contenuti”. Inoltre, “il continuo impegno per fermare e ridurre le frodi sull’App Store – aggiunge l’azienda – ha portato alla chiusura di quasi 374 milioni di account sviluppatore e cliente, e alla rimozione di quasi 152 milioni di valutazioni e recensioni per il sospetto di frode”.

L’anno passato la società “ha chiuso quasi 118.000 account sviluppatore, in calo rispetto ai 428.000 dell’anno precedente, grazie ai continui miglioramenti dei sistemi usati per prevenire la creazione di account potenzialmente fraudolenti”. Inoltre, l’azienda ha rifiutato più di 91.000 richieste di iscrizione al Developer Program, “di fatto impedendo a questi soggetti di pubblicare app problematiche sull’App Store”. L’impegno di Apple si estende oltre l’App Store: negli ultimi 12 mesi, l’azienda ha individuato e bloccato più di 47.000 app illegittime su store pirata.

Dall’analisi annuale sulla prevenzione delle frodi, emerge che Apple ha un team di oltre 500 esperti ed esperte che valuta ogni app inviata all’App Store da sviluppatori di tutto il mondo prima che raggiunga l’utente. In media, il team verifica circa 132.500 app a settimana; nel 2023 ne ha controllate quasi 6,9 milioni, aiutando nel contempo più di 192.000 developer a pubblicare la loro prima app sull’App Store. Il team effettua una serie di controlli sfruttando processi automatizzati e una revisione condotta da persone fisiche. Nel 2023, più di 1,7 milioni di app sono state rifiutate per vari motivi, tra cui violazioni della privacy e attività fraudolente.

Riguardo le valutazioni e le recnesioni, nel 2023 Apple ne ha processate oltre 1,1 miliardi: quasi 152 milioni sono state giudicate fraudolente e quindi rimosse dall’App Store. Cupertino “si impegna a proteggere le informazioni finanziarie di ogni utente attraverso tecnologie di pagamento sicure come Apple Pay e StoreKit, che quasi 1 milione di app utilizzano per vendere beni e servizi sull’App Store. E mentre le perdite per frodi hanno raggiunto nuovi picchi a livello globale, nel 2023 Apple ha contribuito a evitare transazioni potenzialmente fraudolente per più di 1,8 miliardi di dollari sulla sua piattaforma”.

“Apple – aggiunge l’analisi – sfrutta anche tecnologie evolute abbinate a controlli condotti da persone fisiche per rilevare quando una carta di credito rubata viene utilizzata per scopi illeciti. Solo nel 2023 ha evitato che oltre 3,5 milioni di carte di credito rubate venissero utilizzate per acquisti fraudolenti e ha vietato a oltre 1,1 milioni di account di effettuare ulteriori transazioni. Continueremo a investire per proteggere la qualità e la sicurezza dell’App Store nell’interesse di ogni utente e di ogni developer”.

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Economia

Ai distributori automatici 5 miliardi di consumazioni

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Il caffè è il protagonista delle consumazioni italiane ai distributori automatici: nel 2023, infatti, sono stati quasi 2,3 miliardi (+0,27%) quelli bevuti davanti a una vending machine. L’Italia ha la più ampia rete distributiva alimentare automatica d’Europa con oltre 830 mila vending machine (la maggior parte installate in uffici pubblici, aziende, scuole e ospedali) che, nel 2023, hanno erogato quasi 4 miliardi di consumazioni (3.974.040.247) a cui si sommano 1,1 miliardi in capsule e cialde per un totale di oltre 5 miliardi di consumazioni.

È quanto emerso dai dati dello studio Ipsos per Confida, Associazione Italiana Distribuzione Automatica, presentati oggi all’apertura di Venditalia 2024, la più importante manifestazione internazionale del settore a Fiera Milano Rho, fino al 18 maggio. Se il caffè rappresenta il 57% delle consumazioni totali, sono in aumento anche tè (+5,7%) e ginseng (+5,2%). Seguono gli snack, che rappresentano il 16% delle consumazioni (626.251.484): i preferiti rimangono quelli dolci (+4%) come barrette (+12%), biscotti (+9%) e merendine (+3%); ma nel 2023 si è riscontrato un aumento significativo anche di quelli salati (+7%) e del confectionery (+26%).

Tra gli snack salati crescono maggiormente i crackers (+9%) e le patatine (+7%). Nel 2023 le bevande fredde hanno registrano un calo del 2,56% in particolare quelle gasate (-4,09%). Per l’acqua si preferisce la liscia (70%). I nuovi stili di vita spingono anche sul consumo di bevande con più del 20% di frutta (+19%) e i succhi 100% frutta (+6%). “Oggi con la connettività è possibile gestire una vending machine da remoto – ha detto Ernesto Piloni, Presidente di Venditalia – Nelle ultime generazioni di distributori automatici, inoltre, gli schermi touch sono installati al posto delle tradizionali pulsantiere e aumentano i sistemi di pagamento digitali cashless”. Ma il settore punta anche alla sostenibilità con il progetto RiVending un circuito chiuso di riciclo per bottigliette e bicchierini in plastica dei distributori automatici.

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Giorgetti da Vestager, Ita-Lufthansa ancora in salita

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Un’altra fumata grigia. Al termine del faccia a faccia tra Giancarlo Giorgetti e Margrethe Vestager, la Commissione europea non usa nemmeno le formule di facciata che di solito descrivono i colloqui politici. Tanto basta a lasciar intravedere una strada ancora in salita per il placet alle nozze tra Ita e Lufthansa. Il governo, si è limitato a dire il titolare del Tesoro all’uscita da Palazzo Berlaymont, ha “ribadito” la sua posizione all’Ue. E adesso aspetta “il verdetto”, in arrivo entro il 4 luglio. Nel mezzo però ci sono ancora quasi due mesi: l’ultimo pacchetto di impegni su slot e rotte presentato la scorsa settimana, nel giudizio che trapela a Bruxelles, “non è ancora sufficiente”.

Tuttavia, è la sollecitazione, le parti hanno ancora tempo per apportare miglioramenti. Lasciato l’Ecofin, il ministro dell’Economia si è presentato a Palazzo Berlaymont per la seconda volta nel giro di quindici giorni. Sul tavolo, i persistenti timori dell’antitrust che da qualche giorno ha avviato il market test. Il caso è “complesso”. E il negoziato, stando alle indicazioni offerte da alcune fonti vicine al dossier, resta incagliato sui tre fronti più problematici. Davanti al rischio di posizione dominante di Ita e Lufthansa a Milano-Linate, nel giudizio della squadra di Vestager manca ancora una soluzione solida che permetta di far subentrare un vettore capace di stabilirsi come presenza “credibile”.

Le proposte di compromesso messe sul piatto dalla compagnia di Carsten Spohr e dal Mef per aprire alle rivali sulle rotte a corto raggio dall’Italia all’Europa centrale restano poi da perfezionare. E, allo stesso modo, non convince del tutto l’idea di congelare soltanto in via temporanea – per due anni – l’alleanza tra la compagnia della gru e la newco sorta dalle ceneri di Alitalia sui lunghi collegamenti da Fiumicino con destinazione Stati Uniti e Canada, dove Lufthansa detiene già un’ampia porzione di mercato con la sua joint venture formata con United Airlines e Air Canada. Per capire se sia possibile raggiungere un punto di caduta prima del 4 luglio servirà altro tempo. “E’ sempre complicato, bisogna sempre avere tanta pazienza”, ha osservato Giorgetti. A Bruxelles però l’avvertimento che circola è chiaro: c’è ancora tempo per lavorare. A patto che ci sia “la volontà delle parti”, Lufthansa in testa.

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