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Politica

Mini proroga per discoteche e mascherine, ora la scuola

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Una mini proroga di dieci giorni: fino al 10 febbraio le discoteche rimarranno chiuse, saranno vietati i concerti e le feste all’aperto e sara’ ancora obbligatorio utilizzare le mascherine all’aperto in zona bianca. Nel primo Consiglio dei ministri dopo la rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale, il governo rinnova le misure anti Covid in scadenza ma sceglie una linea soft, dando un primo segnale del cambio di passo che ci sara’ nelle prossime settimane con un graduale allentamento delle restrizioni ed un ritorno alla normalita’, a partire da mercoledi’ quando si mettera’ mano agli interventi per semplificare le norme sulla scuola. La proroga delle misure e’ contenuta in un’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza che avra’ poi la necessaria copertura normativa con il decreto legge che dovrebbe arrivare al termine del Consiglio dei ministri di mercoledi’ e che potrebbe contenere non solo le misure sulla scuola ma anche tutti gli altri interventi di cui si e’ parlato in queste settimane, dalla distinzione tra i ricoverati ‘per’ covid e ‘con’ covid al sistema dei colori fino alla durata del pass. Dunque per altri dieci giorni il milione e mezzo di italiani che vivono in Basilicata, Molise e Umbria, le uniche regioni ancora bianche, dovranno continuare a indossare le mascherine all’aperto come tutti gli altri cittadini. E non si potra’ andare a ballare. “Ora basta, questa deve essere l’ultima proroga, dobbiamo uscire dal tunnel” dice il presidente del Silb, il sindacato delle imprese di intrattenimento, Maurizio Pasca ribadendo che non ci dovranno essere ulteriori rinvii. Una linea che e’ la stessa della Lega, come dimostra il siparietto tra Draghi e il ministro del Turismo Massimo Garavaglia: quando il premier ha proposto di prorogare la chiusura dei locali fino al 15 febbraio, il leghista lo ha interrotto lanciando il ‘lodo san Valentino’ e strappando lo ‘sconto’ di cinque giorni. Ma la scelta del governo ha sostanzialmente l’obiettivo di prendere tempo e vedere l’andamento della curva dei contagi, che da giorni mostra una tendenza a calare ma non si e’ ancora stabilizzata: se i dati si consolideranno, i divieti non verranno allungati. Una linea che il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri conferma, spingendosi oltre: “credo che il 31 marzo lo stato d’emergenza non sara’ prorogato e per la fine del mese avremo abbandonato tante di quelle restrizioni che oggi abbiamo” sottolinea ipotizzando anche un “ripensamento” del pass. Certo, per il momento, c’e’ che nel Consiglio dei ministri di mercoledi’ ci sara’ una ulteriore rimodulazione delle regole che da mesi condizionano la vita degli italiani. A partire da quelle nella scuola. Al termine della riunione il presidente Mario Draghi si e’ soffermato con il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e con Speranza proprio per ragionare sugli interventi da attuare. Al momento due sono le ipotesi principali: estendere alle elementari le regole gia’ in vigore per medie e superiori, e dunque la classe andra’ in didattica a distanza a partire da tre contagi; equiparare il sistema delle quarantene a quello gia’ in vigore per tutti i cittadini, niente isolamento per chi e’ guarito o vaccinato da meno di 120 giorni o ha fatto il booster, 5 giorni per chi e’ vaccinato e guarito da piu’ di 4 mesi, 10 giorni per i non vaccinati. Resta da sciogliere il nodo di nidi e scuole dell’infanzia, dove anche chi e’ guarito dal Covid e’ costretto a rimanere a casa in caso ci sia un positivo. Non e’ ancora certo, invece, che il Cdm di mercoledi’ affrontera’ anche le altre misure sulle quali i tecnici stanno ancora lavorando e sulle quali ci sara’ probabilmente un parere del Comitato tecnico scientifico. La prima e’ l’estensione della durata del green pass poiche’ chi ha fatto il booster a settembre si vedra’ scadere il certificato a marzo senza poterlo rinnovare. Il governo ha gia’ deciso che sara’ esteso, ma la discussione e’ se prorogare tutti i certificati fino al 31 marzo, quando scade lo stato d’emergenza, al 15 giugno, quando non si dovra’ piu’ esibire il pass, o renderlo illimitato. Quanto alla richiesta delle Regioni di eliminare il sistema dei colori, l’esecutivo ha aperto alla possibilita’ di modifica ma non alla cancellazione: restera’ la zona rossa e la discussione tra i tecnici e’ se le restrizioni debbano valere per tutti o solo per chi non ha la completa copertura vaccinale.

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Politica

Elezioni comunali Napoli: sfida di Paolo Russo a Marigliano e ritorno degli ex sindaci

Paolo Russo in corsa a Marigliano, ex sindaci in campo e centrodestra solido: ecco come cambiano le elezioni comunali nella provincia di Napoli tra sorprese e conferme.

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Tornano tanti ex sindaci nella città metropolitana di Napoli, mentre il campo largo annaspa e crolla l’asse Pd-Cinque Stelle. Il Movimento fondato da Conte praticamente scompare, mentre il centrodestra, pur con qualche difficoltà, regge. Proliferano le liste civiche e resta alta l’attenzione sulle liste pulite e sull’eventuale presenza di “impresentabili”.

Marigliano: la sfida di Paolo Russo

A Marigliano la novità è Paolo Russo (nella foto Imagoeconomica in evidenza assieme a Mara Carfagna), ex deputato di lungo corso, che scende in campo nella sua città d’origine. La sua coalizione “Cuore civico” raccoglie pezzi di centrodestra, società civile ed esponenti progressisti. Il Pd ha invece scelto un altro candidato: Gaetano Bocchino, sostenuto anche da Azione, Verdi e Sinistra. Terzo candidato è Ciro Panariello, appoggiato da una lista civica.

Giugliano: centrodestra contro un centrosinistra diviso

A Giugliano, la città più popolosa della provincia, si sfidano Giovanni Pianese con il centrodestra, Diego D’Alterio con il centrosinistra senza il Movimento 5 Stelle, e Salvatore Pezzella, ex esponente grillino, ora sostenuto da una civica. Resta la spada di Damocle della commissione d’accesso prefettizia che potrebbe portare allo scioglimento per infiltrazioni.

Nola: il Pd rinuncia e resta fuori dalla corsa

A Nola il Pd si sfila a sorpresa e lascia il campo a quattro candidati: Maurizio Barbato (Fratelli d’Italia), Andrea Ruggiero (Per e civiche), Agostino Ruggiero (sostenuto dai socialisti) e Antonio Ciniglio (civiche territoriali). Il ritiro del candidato Pd Giuseppe Tudisco ha lasciato spazio a una corsa senza bandiere ufficiali del centrosinistra.

Volla: sei candidati e la conferma dell’instabilità politica

A Volla si conferma il record di instabilità politica: sei i candidati a sindaco. Tra loro due ex primi cittadini: Giuliano Di Costanzo (sostenuto dal Pd) e Pasquale Di Marzo (civiche). In corsa anche Lino Di Donato (centrodestra), Roberto Barbato (civica), Gennaro Burriello (Potere al Popolo) e Gianluca Pipolo (civiche).

Casavatore: sfida tra ex sindaci

A Casavatore la sfida è tra Vito Marino (appoggiato da cinque civiche), Fabrizio Celaj (Pd e civiche) e Mauro Muto (Fratelli d’Italia). Marino e Muto hanno entrambi già guidato il Comune in passato.

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Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

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“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

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Fratelli d’Italia risale nei sondaggi: cala il Pd, stabile il M5S

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Ad aprile, la politica internazionale ha fortemente influenzato l’opinione pubblica italiana. Gli avvenimenti chiave sono stati l’avvio dei dazi da parte degli Stati Uniti, gli incontri della premier Giorgia Meloni con Donald Trump e il vicepresidente americano Vance, la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, oltre alla scomparsa di papa Francesco. Questi eventi hanno oscurato le vicende della politica interna, come il congresso della Lega, il decreto Sicurezza e il dibattito sul terzo mandato per i governatori.

Ripresa di Fratelli d’Italia e consolidamento del centrodestra

Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Fratelli d’Italia torna a crescere, attestandosi al 27,7%, oltre un punto in più rispetto al mese precedente. Il recupero è legato all’eco positiva degli incontri internazionali della premier e alla riduzione delle tensioni interne alla maggioranza. Forza Italia si mantiene stabile all’8,2%, mentre la Lega scende all’8,2% (-0,8%).

Nel complesso, il centrodestra si rafforza leggermente, mentre le coalizioni di centrosinistra e il Campo largo registrano piccoli cali.

Opposizione in difficoltà: Pd in calo, M5S stabile

Il Partito Democratico cala ancora, arrivando al 21,1%, il punto più basso dell’ultimo anno, penalizzato da divisioni interne soprattutto sulla politica estera. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta stabile al 13,9%, grazie al chiaro posizionamento pacifista.

Le altre forze di opposizione non mostrano variazioni rilevanti rispetto al mese precedente.

Governo e premier in lieve ripresa

Anche il gradimento per l’esecutivo cresce di un punto, raggiungendo il 41%, mentre Giorgia Meloni si attesta al 42%. Sono segnali deboli ma indicativi di un possibile arresto dell’erosione di consensi degli ultimi mesi.

I leader politici: lieve crescita per Conte e Renzi

Tra i leader, Antonio Tajani registra il peggior risultato di sempre (indice di 28), mentre Giuseppe Conte cresce di un punto, raggiungendolo. Piccoli cali si registrano anche per Elly Schlein e Riccardo Magi. In lieve risalita di un punto anche Matteo Renzi, che resta comunque in fondo alla classifica.

Più partecipazione elettorale

Un dato interessante riguarda la crescita della partecipazione: l’area grigia degli astensionisti e indecisi si riduce di tre punti. Resta da vedere se sarà un fenomeno duraturo o temporaneo.

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